La caduta dell’Impero romano (della UE)
Corsi e ricorsi?
I raffronti con il tardo Impero
romano, dalle frontiere di burro,
vengono naturali. Forse troppo. L’Europa non è Roma, né politicamente né
economicamente, né culturalmente. Però,
pur cambiando forma (istituzionale), la sostanza (sociologica) della questione è la stessa:
come comportarsi con i popoli che premono ai confini.
Roma concedeva ospitalità in cambio della difesa
militare, lasciando ai più capaci,
singolarmente, tra i “migranti” dell’
epoca, la possibilità nel tempo di diventare cives e persino di ascendere ai gradi più
alti delle gerarchie imperiali.. Su
questo argomento rinviamo all’ottimo libro di Peter Heather (*), dove sono
indagati anche i limiti di tale “approccio”,
che secondo lo storico britannico, considerata la fortissima pressione ai confini
di Roma, avrebbe comunque condotto all’indebolimento e alla caduta di
Roma.
Ma sarebbe stato possibile fare
altrimenti? Un ciclo, per ragioni demografiche, economiche, politiche si era
concluso. Probabilmente, Roma, parliamo della parte occidentale dell’Impero, era alla frutta. I Barbari, come li si chiama in alcuni vecchi manuali storici, diedero solo il
colpo di grazia.
E l’Europa? Sicuramente come
potenziale economico, tecnologico e in prospettiva militare non è
assolutamente seconda a nessuno. È
messa meglio della Roma degli ultimi due
secoli. Meno, molto meno, sul piano demografico e politico: l’Europa
è vecchia, divisa, indecisa, non
crede in se stessa. Probabilmente,
aprirà ai “nuovi barbari”, che giungono, come sembra, per ondate successive,
senza avere una linea politica precisa
da seguire, né ha voglia di intervenire
sulle feroci popolazioni che premono alle spalle di coloro, che con un
eufemismo umanitario, sono chiamati
“migranti". Perciò, si andrà avanti alla giornata, come con gli ultimi Cesari.
Se l’Europa, volesse seguire la
lezione Roma -
stiamo semplificando -
dovrebbe promettere al "migrante" la
cittadinanza (ma quale?) in cambio dell’arruolamento
militare, come difensore dell'integrità europea, però nelle terre da dove fugge. Fantapolitica in un mondo dalla lacrima
facile. Inoltre, il tasso di bellicosità, delle popolazioni - ospitate per difendere Roma - ai margini dell’Impero era di gran lunga superiore a quello del
“migrante” medio di oggi. Eppure quei
popoli, in alcuni casi molto aggressivi, non ce la fecero a sostenere
l’urto di altri popoli ben più feroci. Anzi, a un certo
punto, mescolandosi, rivolsero tutti insieme le armi contro Roma. E l'Impero d'Occidente cadde.
Morale: gli europei se vogliono salvarsi, o comunque cadere in piedi, devono battersi. E in prima persona. Ma ne saranno capaci?
Carlo Gambescia
Caro Carlo la tua analisi e considerazione, credo sia tra le più lucide finora incontrate. Forse, dico forse, manca ancora qualcosina. Già, perché rispetto ai tempi solari di Roma antica, oggi l'invasione, se mi passi il termine, sembra più artificiale, più volute dalle segrete stanze del sistema mondialista. L'Europa sembra più una vecchia baldracca che ha accumulato un tesoretto dopo anni di duro lavoro e che si trova a dover fare i conti con nuovi clienti, forse mandati dalla concorrenza. I nuovi clienti, in realtà, sono mandati apposta per darle il colpo di grazia. La rigidità dell'Europa nasconde una fragilità, basta vedere come sta affrontando la crisi attuale. Confusionaria, inadeguata, sterile. I bankieri oltre i conticini e i grafici, non hanno dimestichezza con la storia fatta di guerre e sangue, di sentimenti e rabbia, di dolore e di vita. Ce lo vedi Draghi a gestire l'invasione di africani e profughi? I bankieri son capaci di finanziare guerre e genocidi, ma non a combattere direttamente. L'attuale mondo occidentale sta per crollare, ma le sue macerie non saranno visitate più da turisti.
RispondiEliminaManca il lato criptopolitico... :-) Grazie del generoso commento Angelo!
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