Le critiche alla legge di bilancio e la battaglia referendaria (prossima ventura) sulla separazione delle carriere sono errori storici, che favoriranno la permanenza della destra al governo, almeno per altre due legislature. E se Trump dovesse restare – non diciamo lui, ma la sua corte ideologica – alla Casa Bianca per altri dieci anni, sarebbe fascismo universale o quasi. Per dire le cose pane al pane, vino al vino.
Incipit criptico? Saremo allora più chiari.
Tasse. Il punto non è lo sgravio fiscale – mettiamo – dell’uno per cento al ceto medio, ma un taglio netto accompagnato da privatizzazioni e liberalizzazioni a valanga. Una rivoluzione fiscale ed economia, insomma. Cosa che la destra non farà mai, perché statalista; e neppure una sinistra suicida, che parla addirittura di patrimoniale, come se la proprietà immobiliare, ad esempio, non fosse già regolarmente spennata.
Separazione delle carriere. Il punto non è che pubblico ministero e giudici non devono parlarsi, ma far durare un processo pochi mesi. Potenziare uffici e personale, favorire forme di giudizio privatistico (eccetto per il penale, ovviamente). Ma la destra questo non lo farà mai, perché al funzionamento dei tribunali preferisce il controllo della magistratura. Come? Per dirla con Machiavelli: o blandendo o spegnendo. Quanto alla sinistra, è troppo impegnata nella caccia al politico di destra da portare sul banco degli imputati per preoccuparsi del reale funzionamento della giustizia.
È insopportabile questa manfrina sui “microtagli” fiscali e sulla giustizia “giusta”. Una presa in giro. Perché non si affrontano i veri nodi delle questioni. Occorre cambiare completamente paradigma politico ed economico.
La sinistra, se vuole battere questa destra, deve farsi liberale. Concentrarsi sulla giustizia civile, privatizzando (si pensi al ruolo del giurì), e velocizzare quella penale, investendo. Il giurì, in particolare, può rappresentare un modello alternativo: una forma di arbitrato civile più snella e indipendente, capace di risolvere contenziosi in settimane, non in anni, ridando fiducia ai cittadini e alleggerendo la macchina statale.
E soprattutto: privatizzare, privatizzare, privatizzare.
Per vincere la guerra contro i nascenti fascismi, l’Italia e l’Europa – da Lisbona a Kiev – devono trasformarsi in un paradiso fiscale. Certo, anche armarsi. Ma quando l’Europa sarà diventata la Nuova Svizzera del mondo, gli armamenti stessi potranno risultare superflui.
Il denaro è l’arma più forte. L’arma assoluta.
Esageriamo? Forse. Però lasciateci almeno il sogno: che un giorno il denaro serva la libertà, non il potere
Carlo Gambescia



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