giovedì 4 gennaio 2018

 Fake news  
sacchetti bio per la frutta sarebbero al centro di un complotto…
Il trionfo dell' imbecille



La democrazia è uno strumento  politico  assai delicato,  perché non può mantenere, se non attraverso forme di mediazione (tradotto: istituzioni rappresentative), la sua promessa fondamentale. Quale?  Che  il popolo è  sovrano.  Il popolo, in verità, o meglio  la massa, non capisce assolutamente nulla: di regola,   corre dietro a chiunque le spari più grosse. Democrazia e demagogia, piaccia o meno,  sono sinonimi.
Si pensi alla vicenda, che sta “montando”,  della “rivolta” contro i  “sacchetti biodegradabili a pagamento per la frutta”. Ci sarebbe da ridere: si parla addirittura di tassa occulta… Quando per le vere tasse, quelle che spolpano gli italiani, nessuno protesta. Anzi, da più parti, ci si balocca con il reddito di cittadinanza, inclusione, dignità.  Che inevitabilmente sarà finanziato attraverso nuove tasse. 
Eppure, della storia dei sacchetti,  si  sta facendo un caso di stato.  Sui Social, che sono  la punta di lancia dell’imbecillità democraticista, si è già calcolata la spesa che dovrebbero affrontare gli italiani,  tra i 4 e i 12 euro all’anno. E soprattutto volano le fake news sugli interessi reconditi, anche in materia,  di questo o quel politico.  È una caccia all’untore, in nome del più ottuso e laido complottismo.
Volete sapere, come andavano le cose nei supermercati, prima che il “popolo sovrano si ribellasse”? Molti consumatori  usavano  i sacchetti per la frutta, per metterci dentro  la spesa (o parte di essa), evitando di pagare, con il  beneplacito dell'addetto alla cassa,  i sacchetti standard.  Parliamo dello stesso personale dei supermercati che invita  i clienti a disertare la domenica. E neppure sottovoce. Otto Settembre permanente, contro il mercato, in senso economico, che nutre tutti: cassieri e clienti. Bravi, continuate così. 
Di sicuro - è solo questione di ore -  qualche cretino politico, per vellicare lo spirito di autocommiserazione insito nel   "popolo sovrano",  chiederà di rivedere la misura, o magari di introdurre il  prezzo  sociale dei sacchetti per la frutta. E per quale scopo? Per aiutare  “coloro che non arrivano alla fine del mese”. Gli stessi che  in quindici milioni hanno  fatto il super-ponte natalizio, piangendosi addosso.
Inoltre,  va ricordata un’altra cosa:  la micro-stronzata (pardon) dei sacchetti  rinvia alla mega-stronzata (aripardon) della questione ecologica, sulla cui serietà scientifica non c’è alcuna prova certa. E infatti il furbismo-statalista,  socialista-ecologista, parla di principio di responsabilità, per poter legiferare e controllare tutto “come se”. Giocando sull'emotività debordante del "popolo sovrano". Inutile qui ricordare, come  macroscopico esempio di taffazzismo  democraticista,  il referendum sull' uso civile del nucleare svoltosi  a un minuto e mezzo (in tempi storici)  dal disastro  di Chernobyl, frutto avvelenato  non  del capitalismo ma  dell'obsolescenza dell'ideologia amministrativa socialista. Capito come vanno le cose?
Qualcuno riterrà  i nostri ragionamenti  antidemocratici,  perché consideriamo il popolo sovrano   un assemblaggio  di imbecilli:  tesi sostenuta da  un paio di secoli  dai controrivoluzionari, ossia  dai nemici delle moderne  libertà democratiche.
No, proprio perché crediamo nella constantiana  libertà dei moderni, riteniamo che la democrazia sia un meccanismo troppo delicato (a rischio di contraddizioni) per lasciarlo nelle mani del popolo. Che deve esprimersi elettoralmente,  ma non fino al punto, non tanto di  dire la sua su tutto, quanto di voler decidere tutto, sulla base di reazioni epidermiche e irrazionali . Occorre una mediazione politica, culturale e psicologica.  Di qui, l’importanza dei Parlamenti e di leggi elettorali in grado di "filtrare" ed evitare, o quanto meno contenere,  il trionfo degli imbecilli. E soprattutto di coloro che li usano e muovono, come utili idioti, per conquistare il  potere.   
Proprio ciò che sta accadendo in Italia. 


Carlo Gambescia