giovedì 25 gennaio 2018

Par condicio televisiva
Ma quali élite contro il popolo... 




Ci sono  notizie che in termini di significato, se si vuole di senso come direzione degli eventi,  vanno oltre la notizia stessa.  Veniamo subito al punto.  Prima però la notizia.
L’Agcom  ha richiamato

diverse emittenti per il mancato rispetto della par condicio sono stati deliberati dall'Agcom in relazione al periodo15-21 gennaio. Deciso un forte richiamo al TgLa7 per il tempo concesso a M5S e Lega a svantaggio di altri partiti; un forte richiamo a Tg4 e a Studio Aperto in relazione all'elevato tempo di notizia fruito da Forza Italia; un richiamo a Sky Tg24 per l'eccessivo tempo destinato a M5S, LeU e Lega; un richiamo a Rainews per lo squilibrio registrato nei tempi di parola a favore di LeU.


Naturalmente, gli interessati hanno protestato, come Mentana ad esempio,  adducendo il bassissimo minutaggio complessivo, eccetera, eccetera. Come se non si conoscesse il taglio editoriale populista , filogrillino, del TgLa7.  Per non parlare dell’antirenzismo  nevrotico di tutti gli altri, compreso quello schizofrenico delle reti berlusconiane. Un clima mediatico di cui approfitta anche Salvini, non meno pericoloso.
Il vero punto della questione, mediocremente  bilanciato (per ora) dalle Reti  non richiamate da Agcom, è rappresentato dalla tesi  politica che si è sposata a larga maggioranza: quella populista. Un  pregiudizio  estesosi  anche coloro che possono essere definiti, per dirla con Pareto,  i plutocrati del giornalismo. Un verbo antipolitico,  per giunta, si pensi a Rainews  - ma questa forse è un’inezia da teatrino politico  -  rete foraggiata  con fondi pubblici. 
L’ Italia purtroppo non si ancora ripresa dall' anti-castismo giustizialistico tipo  "Le iene" e dal declinismo assistenzialistico del mugugno con seconda casa.  Due ideologie stupide e  plebee che incoraggiano, al tempo stesso,   disfattismo e miracolismo politico. Si pensi al fenomeno Cinque Stelle, cresciuto sull’onda salvifica di uno scontento inventato,  in un paese che si crede alla frutta, e che invece non è neppure all’antipasto. Detto in altri termini:  siamo ricchi, come asseriscono le statistiche mondiali,  eppure crediamo  di essere sull’orlo dell’abisso. Quindi ci si piange addosso, comodamente seduti ai tavoli  eleganti di una apericena.                  
E  questo grande piagnisteo, per tornare al punto, è  favorito mediaticamente, non da  soldatini affamati del giornalismo come Paragone, ma  da fior di giornalisti affermati e ricchi  come Mentana,  ingaggiati da miliardari come Cairo.  Per non parlare della tribù pluto-giustizialista  di  Sky...
In questi giorni si fa tanto colore su Davos,  sulle leggendarie  sazie élite economiche  contro il popolo alla fame.  In realtà, crediamo sia in atto un riposizionamento, come provano, in mezzo a tante chiacchiere  femministe o meno contro Trump,  i suoi  sgravi fiscali  di cui beneficeranno soprattutto i ricchi.   Certo, per ora si tratta di un esperimento populista, per giunta tipicamente americano, che però vede nascere un’ alleanza tra le famigerate élite -   Trump di dove viene? -   e un  popolo bue incoraggiato ad arte nei suoi stupidi risentimenti carnivori, non ultimo quello "sovranista". 
Insomma, sotto,  c'è qualcosa di più. Si noti come  a difendere il libero mercato contro il protezionismo  siano rimasti solo i politici, culturalmente, di vecchia  generazione,  socialdemocratici e liberali:  di ieri le dichiarazioni antiprotezioniste della Merkel e del nostro Gentiloni.  I due  rischiano purtroppo di finire per fare la  famosa guardia al bidone di benzina vuoto.  Perché  le élite economiche  si stanno riposizionando.  Certo, lentamente.
Intanto però,  i Mentana  del pluto-popu-(giorna)lismo fanno il proprio lavoro. 
P.S. Qualcuno avvisi gli scemi dei Social...


Carlo Gambescia