martedì 30 gennaio 2018


L’articolessa  di Pietrangelo Buttafuoco
“Il Foglio” con  la  celtica...




Leggo  “Il Foglio” regolarmente e con piacere. Ne apprezzo il taglio liberale e  le analisi,  sempre documentate e appuntite.   Tra l’altro   - evvai con il violino! -   recensisce  i miei libri, fin troppo generosamente.
Confermo pure il mio giudizio sul simpatico romanticismo politico di un quotidiano deliziosamente, soggetto a ciclici innamoramenti, mai occasionali. Diciamo che si tratta gaddianamente di accoppiamenti giudiziosi: prima Berlusconi,  poi  Renzi, ora di nuovo  Berlusconi, dopo le elezioni forse divamperanno le nove settimane e mezzo con le  "Larghe Intese".   Nulla da eccepire: questo offre il mercato politico, ovviamente, per un lettore liberale che non voglia morire nel lazzaretto dell'antipolitica.  Quindi, bravi,  avanti  tutta!   
Però, ieri,  francamente, l’articolessa  di Pietrangelo Buttafuoco stonava (*). Certo, sappiamo, sappiamo, sappiamo: "Non condivido quel  che dici, però lotterò, eccetera, eccetera, eccetera". Tuttavia, per dirla con Totò, ogni tutto ha un limite. 
Il pezzo  sembrava scritto per  un febbricitante  giornaletto  di estrema destra con tanto di  celtica sulla testata.  Quelli, stampati come e dove capita,  con le rituali parole d'ordine:   Toro Seduto, camerata della prima ora,   gli islamici nelle veste di camerati che sbagliano,  Putin camerata senza saperlo,  Mussolini, il camerata vero della  previdenza sociale. E,  tocco finale, la macumba:  liberalismo uguale totalitarismo. Ecco qui,  un assaggino del Buttafuoco-Pensiero: "Vorrei proprio ripetermi: il liberalismo si evita il disturbo di uno stato totalitario perché serba in sé ben altra comodità, la società totalitaria" .
Insomma, tre pagine di sputi  in faccia, in  stile però Duomo di Catania,  a qualcosa  -  il  politicamente corretto liberal -  che  non ha nulla a che  vedere con   il liberalismo  di Burke, Tocqueville, Pareto, Mosca, Ferrero, Croce, Weber, Ortega,  Jouvenel, Röpke, Aron, Berlin, Freund, per citare solo alcuni nomi.
Buttafuoco ha mai letto questi autori?   Perché continuare a confondere  liberalismo e società di massa? Liberalismo archico e liberalismo macro-archico? Tradotto: l'aristocratico realismo liberale con il welfarismo collettivo del politicamente corretto? 
Lo scrittore  fascio-catanese è la punta dell'iceberg.  Figurarsi, quelli che hanno la testa (parola grossa) sott'acqua.  Quando deciderà,  certa destra che ad esempio  non va oltre  Gentile (l’ultimo Gentile, non sia mai, quello "sociale"…) -  per inciso,  un liberal-welfarista in camicia nera, un macro-archico, quindi padre  di quel politicamente corretto criticato da Buttafuoco -  quando deciderà, dicevo,  certa destra,  di  mettersi a studiare il realismo liberale?   Per  non dire sempre le stesse scemenze?  
A meno che,  non si sia fascisti fino al midollo,  quindi nemici giurati del liberalismo in tutte le sue forme. E che il tea si aspiri a prenderlo with Mussolini, se non addirittura in compagnia dell'Uncle con i baffetti.  In quest’ ultimo caso però,  come diceva il compianto Lubrano,  sorge spontanea la domanda:  che c’entra il  “Il Foglio” con la croce celtica? Anzi, uncinata?   

Carlo Gambescia