mercoledì 8 marzo 2017

Ci wikirisiamo:  Cia utilizza tv e smartphone per spiare
Assange, il re dei subprime delle fregnacce (pardon)



Sì, siamo davanti al trionfo del cretino universale.  Di chi si comporta in modo sciocco e che, ancora peggio, si atteggia a  intelligente.  Se il cretino è pari al nulla, il cretino (pseudo-)intelligente è il nulla strutturato. Considerati i tempi, si potrebbe parlare del cretino digitalizzato.  Anche seriale.   In qualche misura, il complottismo è il metadone della  scienza.
Si pensi alle “ultime rivelazioni” di Assange,  che in fondo -  inciso -  non è un cretino, perché sulle  “rivelazioni” ha costruito, da grande imprenditore, una specie di multinazionale delle fregnacce (pardon).  Un brand  che risponde a quella domanda di sacro e misterioso, lasciata largamente inevasa dalle istituzioni religiose “ufficiali” e sublimata, troppo a buon mercato, dalla cinematografia e letteratura complottiste.  Assange, a differenza di Oliver Stone,   vende pure l'illusione  del passaggio all'azione. Compri due, paghi uno.
Diciamo  che l’invenzione del maghetto australiano consiste nella abile vendita al dettaglio  di una specie di oppio digitalizzato, riverniciato color  pseudo-democrazia,  a una  folla di  cretini, veri, però altrettanto digitalizzati.  Che cos'è il genio?  Ciò che una volta  veniva relegato in pubblicazioni di nicchia, anche politiche,  roba da “lunatic fringe”, da riderci sopra e voltare pagina, oggi, via Assange, è su tutti i mass media e trasborda sui Social, come una specie di nuovo vangelo politico-mediatico. Chiamale se vuoi,  emozioni.  Se non è genio questo...
Chi ricorda  certe pubblicazioni dedicate agli omini verdi venuti dallo spazio?  Congelati e nascosti in qualche base segreta dai cattivi americani ?   Roba da liceali anni Settanta dell’altro secolo. Ecco, oggi, è come  se l’agenda politica fosse dettata dai redattori di rivistine  che si vendevano insieme ai giornaletti porno. Per dirla brutalmente:  pippe mentali.  E, cosa  grave,  il populismo  attinge a piene  mani alle sue fonti.  E, ancora peggio, vince e convince, perché i cretini digitalizzati (e pipparoli) corrono a votare personaggi come Grillo,  dopo aver conseguito  un sontuoso master in scie chimiche e spionaggio comparato alla Assange University.  Chiudendo così il cerchio della stupidità. E della credulità al metadone.
Torniamo alle  “ultime rivelazioni” del Bill Gates delle fregnacce (pardon). Di che si tratta? 1) La  Cia spia. E allora?  Come tutti i servizi segreti fa il  suo lavoro, 2) Ci spia, o potrebbe spiarci  tutti quanti, ma proprio tutti (figurarsi che scoperte…),   dagli schermi dei televisori e degli  smartphone. E allora? Anche questa non è nuova, soprattutto per chi si serva dei  taxi e sia uso chiacchierare con i conducenti. Postilla: Uber,  a scelta, propone autisti muti.
Da un punto di vista commerciale, Assange vende un prodotto, e molto bene. L’assangismo è una continuazione del complottismo con altri mezzi, più moderni.  Si potrebbe parlare, anche perché la domanda sembra crescere con l’offerta,  di complottismo collettivo a portata di  new age.  Un settore che oggi sembra tirare molto.  E  che però non fa bene alla democrazia, quella reale:  che ai piani alti,  è fatta di compromessi, buoni sentimenti e spie,  spesa pubblica e bonus fiscali. E a quelli bassi, di vacanze, pizze, invidia, tradimenti,  lamenti,  connessioni 24 ore su 24,  musica pop e non, e quel parlare male,  non rischiando di essere arrestati, di coloro che ci governano.  Ovviamente, si vota pure con regolarità.  Ma l’esercito dei cretini, non è soddisfatto: a parole s’intende. Perché non sa  quel  che vuole. Salvo pigramente cazzeggiare (pardon) sui Social durante tutto il tempo libero ( e spesso anche mentre si lavora).  E Assange questo offre loro: il nulla. O meglio una realtà riverniciata di mistero: il nulla strutturato, o se si preferisce un nulla in fondo al quale, una volta dissolto ogni mistero, come si promette,  vedremo ergersi, rivestita della sua  candida tunica  - ecco la parola magica - la Sacra Democrazia.  Che però, come la famosa bella di Torriglia,  tutti vogliono, ma nessuno se la piglia... E così, ogni volta si ricomincia da capo.  Non c'è la democrazia agognata, bella e impossibile,  ma c'è il mistero che la avvolge.  Di qui, il debuking assangiano della democrazia reale, l'unica possibile: una demolizione a basso costo intellettivo (assai apprezzata dalle folle parzialmente decerebrate del web), che però rischia di gettare via il bambino con l'acqua sporca...    
Il problema, purtroppo, è che, a furia di insistere,  il nulla è penetrato nell’agenda politica: populismo docet.  Se ci si passa la metafora, forse azzardata, Assange vende subprime politici a cretini digitalizzati che sperano di comprarsi la  cultura  politica a buon mercato:  senza aver trascorso ore e ore sui libri, solo per capire come sia difficile capire la politica.  Subprime, che se inevasi, per assenza di materia grigia e/o pigrizia galoppante,  possono avere ripercussioni,  e durissime,  sulla politica reale.  Come quelli economici, sull’ economia reale.


Carlo Gambescia