Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268
C .P.P.)
L'anno 2015, lunedì 6 aprile, in [omissis]
presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo
Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio ambientale svolta
nell'ambito della procedura riservata n. 642/2, autorizzazione COPASIR 3636/3b [Operazione
NATO “SCAMBIAMOCI UN SEGNO DI PACE” N.d.V.] è stata intercettata, in data
21/06/2015, ore 10.23, una conversazione intercorsa tra S.S. SANCHO I, e il
R.P. LOMBARDOZZI, addetto stampa Stato Vaticano. Si riporta di seguito la
trascrizione integrale della conversazione summenzionata:
[omissis]
S.S. PANCHO I: “Secondo te com’è andata?”
R.P. LOMBARDOZZI: “Un trionfo, Santità”
S.S. PANCHO I: “Non esageriamo.”
R.P. LOMBARDOZZI: “Pura verità, Santo Padre. E’ piaciuta a
tutti.”
S.S. PANCHO I: “Ai tradizionalisti mica tanto.”
R.P. LOMBARDOZZI: “A quelli non va mai bene niente.”
S.S. PANCHO I: “Eppure, a volte…[pausa]”
R.P. LOMBARDOZZI: “A volte?”
S.S. PANCHO I: “A volte mi chiedo…Ieri ho incontrato il Papa
emerito che passeggiava in giardino, gli ho chiesto che ne pensava
dell’enciclica e lui mi ha risposto una cosa che…mah.”
[pausa]
R.P. LOMBARDOZZI: “Che cosa le ha detto, Santità?”
S.S. PANCHO I: “Mi ha detto: ‘Divento vecchio, divento
piccolo.’ Poi mi ha fatto quel suo sorrisino da tartaruga, e ha continuato:
‘Come la Chiesa.’ Non
l’ho capita, non c’entra niente!”
R.P. LOMBARDOZZI: “Be’, Santo Padre, l’umana fragilità della
vecchiaia…il Papa emerito è pur sempre un uomo, e non può andarne esente.”
S.S. PANCHO I: “Sì sì. Però…perché vecchia, perché piccola, la Chiesa ? Cosa c’entra? Non
ho insistito abbastanza sui migranti, sui poveri, sui giovani? Sulle nuove
esigenze, i nuovi tempi? Sul nuovo mondo che ha bisogno di nuova guida? Sulle novità
della scienza e della tecnologia? A me sembrava che…”
R.P. LOMBARDOZZI: “Santità! Questi sono scrupoli.
L’enciclica è chiarissima in proposito, e tutti l’hanno capito e sottolineato.”
S.S. PANCHO I: “Sarà. Ma poi perché quel sorrisino? Senza
ironia, capisci? Come un sorrisino…un sorrisino di pietà, ecco.”
Letto, confermato e
sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.o Osvaldo Spengler
(*) "Trattasi" - tanto per
non cambiare stile, quello della Benemerita... -
di ricostruzioni che sono frutto della mia fantasia di autore
e commediografo. Qualsiasi riferimento a fatti o persone
reali deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)
Il Maresciallo Osvaldo
Spengler, nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio 1948 da famiglia di antiche
origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz emigrati nelle foreste
abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei Trent’anni), manifestò sin
dall’infanzia intelletto vivace e carattere riservato, forse un po’ rigido,
chiuso, pessimista. Il padre, impiegato postale, lo avviò agli studi
ginnasiali, nella speranza che Osvaldo conseguisse, primo della sua famiglia,
la laurea di dottore in legge. Ma pur frequentando con profitto il Liceo
Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al conseguimento della maturità con il
voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò recisamente di proseguire gli studi, e si
arruolò invece, con delusione e sgomento della famiglia, nell’Arma dei
Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non mi piace far chiacchiere .”
(Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue
doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune indagini rimaste celebri (una per
tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”).
Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una
linea d’indagine personalissima ed eterodossa che lo mise in contrasto con i
magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il trasferimento ad altra mansione,
sorprese i superiori proponendosi per la sala ascolto della Procura di ***.
Richiesto del perché, rispose testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno
gli altri.”
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