Pro gender, No gender
Todos illiberali
La manifestazione di Piazza San
Giovanni non c’è piaciuta. Ma non abbiamo apprezzato neppure le
reazioni degli avversari che hanno
tirato fuori il medioevo e l’omofobia. Insomma, todos illiberali. Ci spieghiamo meglio: in uno stato liberale - laico è altra cosa, da tirannia della maggioranza,
tirannia che, cambiando segno, può anche
essere confessionale - ogni
cittadino deve essere libero di educare ( e far educare) i propri figli secondo i principi in cui
crede. Perciò il vero problema è la scuola pubblica che rischia
di essere usata dai Pro gender come dai
No gender solo per dettare la linea. Vincente,
in un certo momento storico. E magari a
colpi di martello legislativo.
Che fare, allora? Chi crede nella cultura gender istituisca le proprie scuole. Idem per i cattolici, che
la rifiutano. Quel che va evitato è l’ imposizione di una ideologia pubblica “unica”, confessionale o laica a colpi di leggi (nell’uno
come nell’altro senso). Il male è nello
statalismo e nel diritto motorizzato eticamente. Il nemico è lo Stato Etico (di qualunque etica si tratti).
La scuola, insomma andrebbe
privatizzata, in toto. E i tributi scolastici - almeno per gli anni dell’obbligo - detratti dalle imposte, e per tutte le “fedi”...
Utopie? Forse. Dimenticavano…
E la battaglia di civiltà? Attenzione, che è tale per gli uni come gli
altri… Per gli omo come per gli etero. Perciò va evitata. Lasciando libero il cittadino - che non ha bisogno di tutori - di decidere il proprio bene. Si chiama liberalismo.
Carlo Gambescia
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