Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268
C .P.P.)
L'anno 2015, addì 22 del mese di gennaio, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo
Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di indagine svolta nell'ambito del p.p.
n. 19195105 R.G.N.R. -R.R.I.T. nr. 272107, [Operazione congiunta di
sorveglianza per sospetta evasione fiscale “VAE
VICTIS” N.d.V.] è stato
effettuata, in data 28/06/2015 ore 18.09.36, una registrazione da monitoraggio
ambientale presso il bar “CERUTTI GINO’S” di via Gluck 54, Milano, contraddistinta
dal progressivo nr. 74. Registrati gli avventori CERNOBBIO GIORGIO, anni 63, impiegato
della “Giuseppe Tubi s.a.s.” di Lambrate (MI), incensurato, e TROMBELLI MARIO, anni
67, pensionato, incensurato.
Si riporta di seguito la trascrizione integrale della conversazione su
menzionata:
[omissis]
TROMBELLI MARIO: “Allora Giorgio, bella la pensione?”
CERNOBBIO GIORGIO: “Taci va’, ho un diavolo per capello.”
TROMBELLI MARIO: “Fortuna che sei pelato.
CERNOBBIO GIORGIO: “Beato te che hai voglia di scherzare.”
TROMBELLI MARIO: “Perché, cosa ti è successo?”
CERNOBBIO GIORGIO: “Lo sai, ormai i figli vivono per conto
loro, la moglie è in pensione anche lei… insomma, mi ero detto: che ci sto a
fare qui, in questa Milano sempre più triste, più sporca, più cara? Andiamo un
po’ al sole, al mare, a riposarci, a goderci questi ultimi anni buoni che ci
restano…”
TROMBELLI MARIO: “Vai a stare nell’appartamento di Alassio?”
CERNOBBIO GIORGIO: “Mah…andrà a finire così. Peccato, però.”
TROMBELLI MARIO: “Perché invece volevi…?”
CERNOBBIO GIORGIO: “Volevo trasferirmi in Tunisia.”
TROMBELLI MARIO: “Ah.”
CERNOBBIO GIORGIO: “Eh.”
[pausa]
TROMBELLI MARIO: “Certo che adesso, proprio in Tunisia…”
CERNOBBIO GIORGIO: “Per forza. Guarda, era un’idea
fantastica: se prendi la residenza in Tunisia, ti fai versare là la pensione -
lorda! - e te la tassano con l’imposizione tunisina, che è un terzo dell’italiana.
E poi la vita costa la metà, Giorgio! Vendevo l’appartamentino di Alassio, ci
compravo una villetta ad Hammamet, con le nostre due pensioni si faceva la
bella vita…è pieno di italiani, i
tunisini sono brava gente, si mangia bene…mi compravo anche una barchetta…i
figli venivano a fare la vacanze da noi…”
TROMBELLI MARIO: “E invece…”
CERNOBBIO GIORGIO: “E invece niente, mi toccherà di andare
in quel buco di Alassio, pieno di vecchi rimbambiti, dove costa tutto un occhio
della testa…”
TROMBELLI MARIO: “Non è detta l’ultima parola, Giorgio.”
CERNOBBIO GIORGIO: “Be’ ma sei matto? Quelli lì ti tagliano
la testa!”
TROMBELLI MARIO: “Grecia.”
CERNOBBIO GIORGIO: “Cioè?”
TROMBELLI MARIO: “Sentito Tsipras? Fa il referendum, qua la Grecia esce dall’euro.”
CERNOBBIO GIORGIO: “E a me, scusa? Questi falliscono e poi a
chi arriva il conto? A noi arriva.”
TROMBELLI MARIO: “Torna la dracma, svaluta al 50%: tu hai la
pensione in euro, vivere in Grecia ti costa la metà di adesso, che già costa
meno di qua.”
CERNOBBIO GIORGIO: “Però.”
TROMBELLI MARIO: “Sole e mare finché vuoi, posti belli
l’imbarazzo della scelta…i greci sono come noi, una faccia una razza …si mangia
il pesce, le olive, il formaggio…c’è uno yogurt buonissimo…”
CERNOBBIO GIORGIO: “Ma lo sai che hai ragione?”
TROMBELLI MARIO: “E poi sono anche cristiani, che non
guasta. Si sta più tranquilli, no?”
CERNOBBIO GIORGIO: “Eccome.”
TROMBELLI MARIO: “Visto? Non tutto il male vien per
nuocere.”
Letto, confermato e
sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.o Osvaldo Spengler
(*) "Trattasi" - tanto per non cambiare stile, quello della Benemerita... - di ricostruzioni che sono frutto della mia fantasia di autore e commediografo. Qualsiasi riferimento a fatti o persone reali deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)
Il Maresciallo Osvaldo Spengler, nato a Guardiagrele (CH) il
29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg
am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra
dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere
riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato
postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo
conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur
frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al
conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò
recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e sgomento
della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non
mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir
tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune
indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino
Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”,
perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa
che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il
trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala
ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente:
“Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
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