venerdì 31 maggio 2013


Grillo, Rodotà e la sinistra: 
è la politica bellezza…




Ma è serio occuparsi di Beppe Grillo che insulta il professor Rodotà? Come pure del professor Rodotà che replica non replicando al comico? E della sinistra che si precipita a difendere il giurista?
No, però è bene parlarne, anche brevemente,  per capire il “funzionamento” della politica. La candidatura del giurista al Quirinale è stata una pura e semplice operazione politica, molto spregiudicata, tentata da Grillo per dividere il Pd  e  contrattaccare ai tentativo bersaniano di provocare rotture nel M5S.
Tutti - favorevoli e contrari - sapevano che il professore, politicamente non era di primissimo pelo, né che non fosse lo stesso personaggio vanitoso, ambizioso e cavilloso, a suo tempo capace di rompere con gli eredi del Pci,  per collose questioni di cariche interne…  Eppure tutti zitti  e pronti a recitare, anche  chi  non condivideva l’investitura grillina,  il caramelloso copione del  Padre Nobile.  Parliamo di un intellettuale, politicamente a riposo, ma improvvisamente resuscitato dall’ odore del napalm politico. E subito disposto a  tutto,  pur di diventare Presidente della Repubblica.  Anche a stringere la mano artigliata del tarantolato Beppe Grillo. Pertanto, il leader cinquestellato ha  ragione  quando afferma, anche se in modo scomposto,  di aver scongelato un ottuagenario. 
Rodotà era (ed è)  giudicato dalla macchina-partito del  Pd  un specie di pensionato, o meglio  una figura, come a teatro, simile a quella di un  invecchiato  maestro ipersensibile a qualsiasi critica,  magari ancora utile per incarichi coreografici:  un  cammeo qui, un  cammeo lì.  Ma totalmente inadatto  a ricoprire grandi ruoli, come nel caso della Presidenza della Repubblica, dove, di questi tempi,  servono equilibrio e capacità di mediazione.  E,  per dirla proprio tutta, anche  affidabilità politica... E l'infuocato viatico del leader cinquestellato non era sicuramente il  più gradito a Bersani  & Co. 
Però, adesso, dopo aver bocciato la sua candidatura, lo si difende dagli attacchi di Grillo. Sperando così di provocare rotture nel campo avversario. Nessuna conversione:  si cerca di   gestire  il professore,  ma da sinistra,  giocando sul suo smisurato ego.  Certo, se Rodotà fin dall'inizio  si fosse saggiamente  tirato fuori… Ma si sa, è la politica bellezza: sangue, merda e pure tanta vanagloria...

Carlo Gambescia 

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