La storia incede per accelerazioni improvvise. Non sempre, però accade.
Nel 1789 la monarchia di Luigi XVI venne travolta nel giro di un mese, tra la presa della Bastiglia (luglio) e l’ abolizione dei diritti feudali e la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadini (agosto). Napoleone III e il suo secondo Impero caddero sotto le cannonate prussiane in meno di due mesi ( luglio-settembre 1870). Lo zar, Nicola II, sprofondò in pochi giorni (febbraio o marzo 1917 secondo il calendario). E potremmo continuare.
La stessa cosa sta accadendo all’ alleanza Nato (1949) che per settantasei anni ha difeso l’Europa. Nel volgere di poco più di un mese, dall’insediamento di Trump, si parla già di una sua gravissima crisi, pre-scioglimento, sicuramente di fatto.
La monarchia francese era millenaria, i Romanov avevano trecento anni. Solo il Secondo Impero poco meno di venti. La Nato con i suoi quasi ottant'anni anni, si è mostrata più longeva della creatura politica di Napoleone III.
Si dirà che stiamo parlando di un’alleanza e non di una istituzione politica. Ma che cos’è un’alleanza se non un sistema di istituzioni? Un momento centripeto che si oppone a forze centrifughe. Parliamo di una regolarità metapolitica che accomuna Imperi, stati e trattati (*).
Pertanto alla caduta dell’alleanza ( di fatto o di diritto), seguirà inevitabilmente un fase centrifuga, come in tutte le rivoluzioni politiche: dalla Francia post caduta della Monarchia borbonica e del Secondo Impero napoleonide alla guerra civile nelle Russia post Romanov.
Quanto più la caduta è rapida, tanto più il rischio di caos post caduta si fa reale. Per fare un altro esempio, alla rapidissima dissoluzione dell’Unione Sovietica (1989-1991) seguirono, fino all’ascesa di Putin (2000), quasi venti anni di instabilità. Il potere, altra regolarità metapolitica, alla fine, nel senso che è solo questione di tempo, si ricostituisce sempre.
Ricordiamo una canzone di Gianna Nannini, che evocava un amante bello e impossibile. Ecco sarebbe bello, sebbene impossibile, che Trump tornasse sui suoi passi. La Nato ha assicurato al mondo occidentale, dopo una guerra civile europea, un lungo periodo di pace, di cui ha beneficiato anche Washington, mettendo al bando i nazionalismi interni all’Occidente.
Si rifletta. Come può un nazionalista, cioè un “bilateralista” della peggiore specie, come Trump, apprezzare il valore del “multilateralismo”?
Impossibile. Purtroppo sussiste una forza tenebrosa, autodistruttiva, racchiusa in quella che i politologi televisivi chiamano pomposamente “Dottrina Trump”, che rischia di travolgere tutto. Sono dinamiche inevitabili, come insegna la metapolitica.
Pertanto, mandare a fondo la Nato, significa aprire il Vaso di Pandora. Scatenare una nuova guerra civile mondiale. Si rischia di tramutare il mondo in un luogo desolato ed inospitale, un deserto.
Si dirà che è tutta colpa di Zelensky e del nazionalismo ucraino. E sia.
Siamo però sicuri, che, ipoteticamente parlando, in assenza di una questione ucraina e di un furbo e spietato interlocutore orientaleggiante, come Putin, ci troveremmo davanti un altro Trump?
No, assolutamente. L’uomo è cattivo, avido e vendicativo; il politico è pessimo: non vede oltre la siepe del suo giardino e soprattutto sembra non rendersi conto delle conseguenze negative del nazionalismo.
Autismo. L’uso che ne stiamo per fare può risultare offensivo, per chi ne soffra e in particolare per le famiglie. Ci scusiamo in anticipo.
Con Trump siamo davanti a un caso di autismo politico: tende a isolarsi (nazionalismo) e ha scatti di aggressività senza motivo (le minacce a Canada, Groenlandia, Ucraina e Nato). Un modus operandi che sembra non tenere in alcun conto le pericolose conseguenze dell’autismo politico (prevalenza delle forze centrifughe e guerra civile mondiale).
Si è parlato, addirittura da parte liberale, dopo il maltrattamento sistematico di Zelensky in diretta televisiva, di dure regole del realismo politico.
Non è così. Esistono varie forme di realismo politico. Quello di Trump è criminogeno. Gode del male che commette. Non è l’ estrema ratio. Ma la prima (**).
Se le cose stanno così (e stanno così, metapoliticamente parlando), il problema non è più Putin ( o non solo), ma Trump. Che, a prescindere dalle astuzie di Putin e da come si interpreti la posizione di Zelensky, lavora oggettivamente in direzione di una guerra civile mondiale.
Oggettivamente? O soggettivamente? Diciamo pure che l’autismo politico, è inconsapevole di se stesso. Vede nell’altro un pericolo, a prescindere, e non bada alle conseguenze delle proprie reazioni. Il nazionalismo in ultima istanza è una esiziale incapacità di relazionarsi con l’altro.
Pertanto, Zelensky, la Nato, l’Europa, possono anche cedere il passo, ma Trump andrà avanti come un programma informatico predefinito. In chiave oggettiva quindi.
Si pensi a come è stata aperta la crisi della Nato da parte di Trump. Senza alcun riguardo per le conseguenze. E così sarà per le altre future decisioni di Trump.
Si può fare qualcosa? Un politico autistico non si può curare. Anche perché non è convinto di essere tale. Figurarsi poi quando dispone di 5500 testate atomiche (***).
Far cambiare idea a Trump sull’importanza della Nato ( e del multilateralismo), sulla pericolosità di Putin e sulle buone ragioni di Zelensky è praticamente impossibile Come ci si può opporre con appena 600 testate nucleari (Francia e Gran Bretagna), a 12000 testate nucleari circa (aggiungendo quella russe).
Ma, attenzione, le cose non cambierebbero anche se l’Europa, abbandonasse l’Ucraina al suo triste destino.
Purtroppo stiamo entrando in un periodo storico, segnato da forti accelerazioni e governato, come insegna la metapolitica, da tendenze predefinite ( o quasi) , che procede, come dicono gli informatici, di default.
Questo il quadro oggettivo. Diremmo tragico, perché si rischia di assistere impotenti, passo dopo passo, all’esplosione di una guerra civile mondiale.
Dal momento che la crisi Ucraina non rappresenta che una fase di un processo più ampio di autodistruzione dell’Occidente. Di cui Trump ne è l’agente principale. E’ lui, non Zelensky ( che è dalla parte del multilateralismo) a giocare con la Terza guerra mondiale. E Putin? Come un furbo satrapo orientale, attento alle conseguenze, si godrà le spoglie dei litigiosi pseudo nemici europei e dei cavalieri ucraini.
Quanto al piano soggettivo, sebbene non abbiamo più l’età, andremmo ben volentieri incontro alla morte, sotto il cielo azzurro della libertà ucraina, come Santorre di Santa Rosa cadde sotto quelli della libertà, altrettanto luminosi, dell’Ellade. Sfacteria 1825.
Sì, cari lettori, sotto l’aspetto dell’analista rigoroso (così speriamo), si nasconde un cretino romantico…
Carlo Gambescia
(*) Per approfondire rinviamo al nostro Trattato di metapolitica, Edizioni Il Foglio, 2023, 2 voll.
(**) Sul punto si veda il nostro Grattacielo e il formichiere. Sociologia del realismo politico, Edizioni Il Foglio, 2019.
(***) Qui: https://www.archiviodisarmo.it/report-armi-nucleari-2021.html .
Nessun commento:
Posta un commento