venerdì 7 marzo 2025

Consiglio straordinario di Bruxelles. Un calice pieno a metà

 


Il calice del Consiglio straordinario di Bruxelles è mezzo pieno o mezzo vuoto? La gente comune fatica a capire il diplomatichese e peggio ancora il "bruxellese"…

Diciamo pure, che a parte l’Ungheria, tutti gli altri (Italia compresa) si sono mostrati d’accordo, sintetizzando, su tre punti principali: 1)integrità, sostegno e difesa dell’Ucraina come pilastri per la pace; 2) difesa comune e fondi per il rafforzamento dell’industria bellica europea (ma si deve decidere come). Altro punto interessante, il 3), nessuna rottura ufficiale con gli Usa, resta aperta la porticina Nato, nonostante i brutali modi di Trump.

Allora il calice è mezzo pieno? In realtà il piano Von der Leyen è di prospettiva. A corto raggio invece cosa succederà? L’Europa è in grado di sostituirsi in quattro e quattr’otto agli Stati Uniti sul piano dell’aiuto militare ed economico? No.

Nutriamo l’impressione che, sotto sotto, Bruxelles confidi fin troppo in un passo indietro di Trump o di Zelensky. O dei due leader insieme. Oppure che la protervia di Putin faccia perdere la pazienza al presidente americano. Una scommessa pericolosa. La politica si basa sui fatti. E qui l’unico fatto è quello di come mettere l’Ucraina nelle condizioni di continuare a battersi. Quanto più si indebolisce tanto più cresce l’appetito russo. Quindi altro che pace giusta e duratura…

L’unico approccio realistico, capace di guardare all’immediatezza delle cose, è quello di Macron. Le idee dell’ombrello nucleare francese, che sebbene non determinante aiuta, e della immediata presa di contatto tra i vertici militari delle nazioni “volenterose” per studiare azioni sul terreno, hanno provocato la stizzita reazione di Mosca. Il che significa che Macron a differenza della Von der Leyen è perfettamente in grado, con le sue non numerose testate, di preoccupare i russi. Che dire? Grazie De Gaulle. Meglio poco che nulla.

Ora però bisogna capire se la proposta francese avrà un seguito. E come si potrà qualificare, in termini organizzativi e quantitativi, nel lungo periodo. Al momento pare di no. Perché probabilmente, non muore, nel cuore dei leader europei ( e forse anche di Macron), la "speranzella" che il quadro politico si ricomponga, cioè si giunga almeno a una tregua, senza bisogno di ricorrere alle maniere forti.

Probabilmente, come scrivevano ieri, l’incapacità europea di pensare la guerra conduce inevitabilmente alle mezze misure: nel senso di limitarsi alle dichiarazioni di principio e alle promesse di fondi glissando per ora sulla proposta di Macron, più drastica.

Siamo convinti, che nonostante il voltafaccia di Trump, in Europa si speri ancora che gli Stati Uniti rientrino nei ranghi. Di qui, ripetiamo, le mezze misure.

Ovviamente per pacifisti, filorussi, filotrumpiani le mezze misure sono bellicismo alla stato puro. E Macron un secondo Napoleone. Pura propaganda. “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”…

Pertanto la situazione è questa: un’Europa che si incammina a piccoli passi verso il riarmo, quindi il calice non è neppure mezzo vuoto. Tuttavia si tratta di una scelta che, al di là delle dichiarazioni pubbliche, abbracci, baci, eccetera, non rassicura l’Ucraina. E soprattutto non placa l’appetito russo, perché come dicevamo, si tratta di una decisione di prospettiva, non sufficiente. Serve tempo per la sua realizzazione. Tempo che manca all’Ucraina. E di cui invece la Russia dispone.

Di qui, la possibilità che Stati Uniti e Russia, al di là di tutte le belle chiacchiere europee, sull’inevitabile “coinvolgimento” (Usa, europeo, ucraino), si mettano d’accordo sulla testa degli ucraini e degli europei. Ucraina che però – attenzione – potrebbe sfilarsi di nuovo all’ultimo momento.

Di qui il ritorno in grande stile della proposta Macron e di un convergenza militare immediata (che probabilmente è già in corso tra britannici, francesi e tedeschi) per contrastare sul campo i russi, dietro la formula politica più varia e nobile della difesa dell’Ucraina, della pace, dell’Europa, eccetera. Proposta che però va articolata e  strutturata sui tempi lunghi. Gli annunci non portano da nessuna parte.

Che dire? Tutto è molto fluido. Pertanto il calice non è mezzo pieno né mezzo vuoto. Si sa solo che è pieno a metà.

Carlo Gambescia

Nessun commento:

Posta un commento