mercoledì 20 dicembre 2023

Da Claretta a Fedez

 


Chiunque ricordi, ormai solo per immagini televisive, i corpi di Mussolini, della sua amante e di alcuni gerarchi appesi per i piedi, non dovrebbe comportarsi così male, fomentando il ludibrio.

Quelle morti furono il  frutto  velenoso di una guerra civile e di un clima di odio culturale, che il fascismo aveva sapientemente coltivato e innaffiato fin dalle sue origini. Suscitando di conseguenza nei suoi nemici, alcuni già particolarmente dotati in materia come i comunisti, sentimenti e comportamenti altrettanto inumani.

Eppure sembra che Piazzale Loreto sia passato invano. In Italia, da Tangentopoli in poi, il discorso pubblico si è trasformato in un campo di battaglia, mediatico e giudiziario, con la partecipazione di giudici e giornalisti politicamente schierati, prima a sinistra, poi da qualche anno anche a destra. I nuovi venuti, senza farsi troppi problemi, hanno così affiancato nipoti e bisnipoti di coloro che avrebbero dovuto capire la tragica lezione di Piazzale Loreto.

Invece l’Italia si trova tuttora immersa in una guerra culturale, caratterizzata da una violenza verbale che fa veramente paura. Non importa il colore delle vittime. Le si deve sbudellare moralmente. Ghigliottinare senza pietà, prima ancora che si arrivi a sentenza. Inoltre, a prescindere dal reato commesso o meno, congiunti, amici, collaboratori dell ’inquisito vengono regolarmente accusati di non poter non sapere, eccetera, eccetera.

Il garantismo è finito nel tritacarne del populismo mediatico-giudiziario. Nessuna tutela: colpevoli ancora prima di essere giudicati. Una infernale e trasversale macchina del fango usata, a torto o ragione, prima contro i vecchi partiti (democristiani e socialisti), poi contro Berlusconi, ora contro le icone politiche della sinistra.

Questa mattina è ripartita, con il sostegno, passivo o attivo che sia,  di coloro che tuttora recriminano l’uccisione e il ludibrio (del corpo) di Clara Petacci (conosciuta come Claretta),  una campagna di autentico linciaggio contro due famiglie, Sumahoro e Lucia (cioè Fedez-Ferragni, Lucia è il vero cognome di Fedez ), che coinvolge, per ora verbalmente, anche Aboubakar Soumahoro e Fedez, che non hanno commesso alcun reato (*). Se non quello di amare, con la stessa passione testimoniata da Claretta per il duce, due donne: Liliane Murekatete e Chiara Ferragni, già condannate e fucilate ancora prima di essere processate.

Cadiamo nel patetico? E sia. Tuttavia la storia sembra ripetersi, quantomeno nel metodo. Che è quello del linciaggio morale, dello ghigliottina giudiziario-mediatica, del plotone di esecuzione e del pubblico ludibrio. A chi tocca, tocca! Come nelle guerre civili.

E qui si avverte, anche rispetto a Tangentopoli e agli eccessi della sinistra, il tremendo e inestinguibile odio dei vinti del 1945. Gli esuli in patria – così si consideravamo i missini – ora tornati al potere con Fratelli d’Italia. I vinti vogliono vendicarsi. E ricominciano con i rastrellamenti morali e giudiziari delle brigate nere, o se si preferisce della meloniana compagnia dell’anello. Non si rida, non è una battuta. Si tratta di brutta gente. Ieri come oggi.

Una destra normale al governo, priva di radici fasciste, non avrebbe mai favorito una campagna mediatico-giudiziaria di tali dimensioni. Siamo davanti a una cultura politica, quella di Fratelli d’Italia, che disconosce il garantismo.

Una cultura dell’odio e di un totale disprezzo verso lo stato di diritto e il discorso pubblico liberale, che può portare solo a nuove Clarette, poi ai vendicatori delle nuove Clarette, e ai vendicatori dei vendicatori delle nuove Clarette… Che poi le vittime  siano uomini, e si chiamino, invece di  Claretta, Aboubakar e Fedez, è la stessa cosa…

Carlo Gambescia

(*) Qui per uno sguardo generale ai giornali di oggi: https://www.giornalone.it/.

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