martedì 19 dicembre 2023

L’Italia e la filosofia dell’inessenziale

 


Qual è il problema italiano fondamentale?  Secondo la  destra, la doppia morale della sinistra. Che predica la sobrietà e la solidarietà ma vive nello splendido isolamento del romano Monteverde Vecchio.  Oppure, come rilancia la sinistra, una destra più che mai affamata di quel potere che proclama di voler riconsegnare al popolo.

Di conseguenza,  per la destra  Chiara Ferragni e Roberto Saviano, che vivrebbero alle spalle della carità fasulla e della camorra, ne sono un esempio. Come per la sinistra lo è Lollobrigida che fa fermare i treni per scendere.  Oppure lo sono  ministri, come Crosetto e Santanchè,  ancora in carica  nonostante i conflitti di interessi presenti e passati.

Non se ne può più. Siamo davanti alla filosofia dell’inessenziale.

 Il vero problema italiano è l’assenza di una classe politica e dirigente liberale, che faccia serie riforme economiche, tagli tasse e spesa pubblica, privatizzi e liberalizzi, delegifichi, depenalizzi, lasci che le persone nell’ambito dei diritti civili si organizzino da sole liberamente. C’erano una volta i notai… 

Occorre infine una classe dirigente liberale che la finisca sia con la welfarizzazione del migrante sia con i campi di concentramento. Per dirla brutalmente che apra a tutti, e che si arrangino… Esiste una cosa che si chiama filtro o selezione sociale.

“Lasciar fare, lasciare passare” questa deve essere la parola d’ordine di una classe dirigente liberale. Non i piagnistei socialisti sugli assistiti a vita o la ripugnante frusta fascista sull’ordine pubblico.

Altro esempio di guerre ridicole e inutili tra destra e sinistra: Patto di stabilità e Mes.

Si discute di che cosa? Di controllo della spesa pubblica (Patto di stabilità) e di regole per la concessione di prestiti comunitari (Mes). Cioè di strumenti economici per ottenere voti e consensi. Tutto qui.  Altro  che pro o contro l’Europa. La  "Nazione", la "Solidarietà".  La  vera “ciccia” della questione sono i soldi pubblici da arraffare per vincere le elezioni.

Destra e sinistra danno entrambe per scontato che il finanziamento pubblico faccia  miracolosamente ripartire l’economia. Economia sciamanica.  Sono socialisti non liberali. Si fanno invece la guerra sui controlli formali Ue e Bce. La destra aspira e prendere i soldi e scappare, la sinistra a prenderli stando alle regole (almeno così dice). 

Ma, ecco il vero punto: destra e sinistra condividono la stessa filosofia, come del resto l’Unione Europea. Quale filosofia? Quella di un’economia mista pubblico-privato che si nutre di finanziamenti pubblici: il vecchio Keynes è vivo e lotta insieme a “Loro”.

La ridicola guerra tra destra e sinistra rinvia perciò non al “come” ma al “quanto”. Una classe dirigente e politica liberale si occuperebbe del “come” (“Come far ripartire l’economia? Puntando sul mercato.”). Mentre una destra e una sinistra, per nulla liberali, si occupano del “quanto” ( “Quanto” denaro pubblico serve per far ripartire l’economia e non perdere voti?”).

Insomma, ripetiamo: il discorso pubblico economico è di tipo keynesiano non liberale. Destra e sinistra pari sono perché si occupano del “quanto” non del “come”.

Qui, come dicevano, il vero problema: l’assenza di una filosofia liberale.

Sicché risulta naturale discutere di Saviano, Ferragni, Lollobrigida, eccetera, come pure delle rate del prestito europeo, o dello “zero virgola” a proposito dello spesa pubblica. Insomma il trionfo della filosofia dell’inessenziale.

Un disastro.

Carlo Gambescia

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