sabato 23 dicembre 2023

Il DNU di Milei. Miracolo a Buenos Aires!

 


Oggi Ferrara sul “Foglio”, da ex comunista non indenne al fascino discreto dello stato, col solito tono di chi presume di avere tutto visto, tutto capito, scrive delle prime misure di Javier Milei, più lanciate, che effettivamente adottate.

Ridacchia. Sfotte. “El loco” sembra però piacergli. Come capitò ad esempio con Berlusconi, Ferrara apprezza il piglio decisionista. Forse Milei gli ricorda Lenin, passione giovanile. I desideri non invecchiano, cantava Battiato. Nell’insieme un ritratto in agrodolce, probabilmente, rivolto agli ultimi moicani riformisti del Pd e dintorni (leggi: Calenda). Cose loro.

 Ma di quali  misure si parla? Della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale argentina di ieri (22 dicembre) di un DNU (Decreto de Necesidad y Urgencia), l’equivalente del nostro decreto-legge: “Bases para la Reconstrucción de la economía argentina” (*).

Un decreto che introduce una serie di provvedimenti liberali. Subito però definiti iperliberisti dagli oppositori; terminologia pavloviana, adottata anche da Ferrara.

Le misure, che possono essere riassunte in trenta punti, sono le seguenti.

1. Abrogazione della legge sugli affitti.
2. Abrogazione del calmiere. Si tratta di una legge che risale ai tempi di Perón, che impone la fissazione del prezzo massimo dei prodotti di largo consumo, sanziona le imprese che alzino i prezzi senza alcuna giustificazione, e, se necessario, introduce il razionamento di beni e servizi ritenuti fondamentali
3. Abrogazione della legge sulle “gondole” nei supermercati che obbligava a segnalare, in appositi settori, anche virtuali,  i prodotti delle piccoli imprese e con prezzi più bassi, per i beni di consumo comune.

4. Abrogazione della legge, “sloganizzata” come “ Compra solo prodotti nazionali”.
5. Abrogazione dell’Osservatorio dei prezzi del Ministero dell’Economia.
6. Abrogazione della legge sull’incentivazione pubblica del settore industriale.
7. Abrogazione della legge sull’incentivazione pubblica del settore commerciale.
8. Abrogazione delle norme che impediscono la privatizzazione delle aziende pubbliche.
9. Abrogazione del regime delle società di Stato.
10. Trasformazione di tutte le società statali in società per azioni per consentirne la successiva privatizzazione.
11. Modernizzazione del regime giuridico del lavoro per facilitare il processo di creazione di reali posti di lavoro.
12. Riforma del Codice delle dogane per agevolare il commercio internazionale.
13. Abrogazione della legge fondiaria per promuovere gli investimenti privati.
14. Modifica della legge sulla legge del recupero ambientale dei terreni danneggiati da incendi che, al momento prevede, non pochi vincoli per il godimento e disposizione di beni che appartengono a privati. Se si considera il ruolo del settore agricolo e dell’allevamento nell’economia argentina, si tratta di una misura importante rivolta a favorire una migliore utilizzazione dei terreni da parte dei privati.
15. Abrogazione degli obblighi a carico degli zuccherifici. Come sopra.
16. Liberalizzazione del regime giuridico applicabile al settore viticolo e vinicolo.
17. Abrogazione del “sistema nazionale” del commercio minerario e della Banca delle Informazioni relativa a estrazioni e commercio. Altra apertura ai privati.
18. Autorizzazione alla cessione totale o parziale del pacchetto azionario di “Aerolíneas
Argentinas”.
19. Attuazione della politica dei “Cieli aperti”, quindi di apertura alle compagnie aeree straniere.
20. Modifica del Codice Civile e Commerciale per rafforzare il principio di libertà
contrattuale tra le parti.
21. Modifica del Codice Civile e Commerciale per garantire l’adempimento degli obblighi contratti in valuta estera che dovranno essere pagati nella valuta concordata, quindi non solo e non sempre in valuta nazionale.
22. Modifica del quadro normativo per lo sviluppo delle assicurazione mediche private.
23. Eliminazione delle restrizioni sui prezzi nel settore delle assicurazioni mediche private.
24.  Maggiore inserimento delle strutture mediche private nell'ambito dell'assistenza sanitaria.  In Argentina l’assistenza medica è gestita  dallo stato e dai sindacati, nonché in minima parte, per ora, dai privati.
25. Istituzione della prescrizione elettronica per snellire il servizio di assistenza-medicinali e minimizzare i costi.
26. Modifiche al regime delle aziende farmaceutiche per favorire la concorrenza e ridurre i costi
27. Modifica della Legge sulle Società sportive in modo che le società calcistiche possano, se desiderano, società per azioni se lo volessero.
28. Deregolamentazione dei servizi internet via satellite.
29. Deregolamentazione del settore delle agenzie di viaggio.
30. Introduzione di strumenti digitali per le procedure di immatricolazione automobilistica.

Come si può capire, nonostante l’uso di uno strumento legislativo come il decreto, si tratta, per ora, di “titoli”.  Quasi annunci diciamo. Manca una tempistica esecutiva precisa, come pure sono assenti quei dettagli che tecnicamente tramutano le dichiarazioni di principio in leggi vere e proprie.

A quanto ci risulta,  il DNU, come strumento legislativo, va accettato o rifiutato in blocco dal parlamento argentino. Non può essere modificato. Il che ne rafforza, per ora, il valore di principio, ma anche l’importanza, sempre di principio, del passaggio parlamentare per la sua conversione in legge. Va sottolineato che anche i precedenti governi hanno fatto uso del DNU. Come si dice banalmente, mal comune mezzo gaudio.

Inoltre va tenuto d’occhio lo sviluppo di un’opposizione preconcetta, anch’essa di principio, da parte dei radicali, dei sindacati, dei rappresentanti dei “piqueteros” (rumorose organizzazioni di disoccupati, “venerate” dai corrispondenti dei giornali italiani progressisti), della sinistra, nelle sua varie sfumature, radicali, socialiste, marxiste, e infine, ultimi ma non ultimi, dei peronisti, riformisti e operaisti.

Per contro, le organizzazione imprenditoriali, sebbene abituate male dai continui scambi di favori con i precedenti governi, sembrano guardare con interesse al DNU.

Come si può notare, Milei non si è tramutato, una volta al governo, in “leone erbivoro”( secondo una definizione non benevola). Certo, è ancora presto per un giudizio definitivo, ma Milei sembra invece comportarsi da “leone carnivoro”. Sebbene, come prova il DNU, pare aver rinunciato (per il momento?) alle due armi atomiche della polverizzazione della Banca centrale e dell’adozione del dollaro come moneta ufficiale.

In Italia, dove un governo di destra, che molti osservatori, probabilmente in vena di scherzi, osano definire ultraliberista, si muove più o meno nell’alveo di Keynes e del Mussolini degli anni Trenta (per inciso due personaggi invisi a Milei, unitamente, perché tutti statalisti, a Hitler, Lenin e Stalin). In Italia, dicevamo, una serie di misure così – anche il solo parlarne… – genera subito l’accusa del “liberale su Marte”.

Quanto alla sinistra, la battaglia sul salario minimo e sul reddito di cittadinanza – che, per la cronaca, il governo “ultraliberista” della Meloni ha ribattezzato, recependolo, “reddito di inclusione” – sarebbe piaciuta a Perón.

Questo per dire, che ciò sta facendo Milei, a prescindere da come andrà a finire, è qualcosa di coraggioso se non temerario in un mondo in cui il liberalismo, liquidato regolarmente come “ultraliberismo”, vive ormai di ricordi professorali, pagati dallo stato, o lo si trova venduto, ma annacquato, agli angoli più riposti delle strade, sotto l’etichetta del liberalsocialismo. Quello venduto dal “bancarellaro” Calenda – per capirsi – che invece sembra piacere a Ferrara.

Meglio “El loco” allora e la sua rivoluzione culturale. Se dovesse farcela potrebbe rinverdire i fasti di Margaret Thatcher, innescando quei meravigliosi meccanismi emulativi in stile anni Ottanta. Anni di libertà e progresso.

Un argentino e una nemica dell’Argentina. Javier e Maggie che vanno, idealmente e pacificamente, a braccetto.

Un miracolo a Buenos Aires! Si chiama liberalismo.

Carlo Gambescia

(*) Qui in DNU: https://www.boletinoficial.gob.ar/detalleAviso/primera/301122/20231221 .

2 commenti:

  1. Potrebbero interessarle due articoli "affini"" alle sue posizioni: quello di Alessandro De Nicola nella pagina dei commenti de La stampa e quello di Giancristiano Desiderio su La Ragione. Ancora saluti e Auguri

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    1. Grazie della segnalazione. Si procede in ordine sparso... :-) Rcambio saluti e auguri.

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