mercoledì 6 dicembre 2023

Giorgia Meloni, da “Calimero” a quarta donna più potente al mondo

 


“Forbes” ha proclamato Giorgia Meloni quarta donna più potente tra le prime cento nel mondo (*). L’anno scorso era al settimo posto. Quindi una Meloni in galoppante ascesa.

Quattro i parametri principali presi in considerazione: denaro, influenza media, impatto e ambito di riferimento. Prima della Meloni ai posti 1-3, sono posizionate, rispettivamente, Ursula von der Leyen, Christine Lagarde, Kamala Harris.

Ora, al di là delle basi scientifiche che possano avere o meno classifiche del genere, rimane interessante scoprire quali conseguenze potrà avere sulla psicologia di Giorgia Meloni un riconoscimento mondiale di questo tipo.

Dal momento che nella società mediatizzata e di massa, soprattutto ai livelli più elevati,  non conta più ciò che si è,  ma ciò che si appare.  Ad esempio, dopo la Meloni, al quinto posto si è classificata Taylor Swift, una cantante americana, trentenne,  che vive, ricchissima, del suo misterioso glamour. Al quarantaduesimo posto, un’altra italiana, Margherita della Valle, solido ceo di Vodafone.

Il che impone una specie di analisi da vicino. Qual è l’immagine di sé che Giorgia Meloni veicola o trasmette al mondo?

La nostra domanda in realtà è sbagliata perché nella Meloni immagine e realtà coincidono. Siamo davanti a una donna che si è fatta da sola, impegnata in politica, in un partito ai margini del potere, condotto alla vittoria. Come? Difendendo quei valori tradizionali, di dio patria e famiglia in netto contrasto con i tempi. La Meloni parla poco, esercita grandissimo autocontrollo, interviene solo quando è sicura di atterrare l’avversario, tiene in pugno il partito. Ha incenerito l’ex compagno in una frazione di secondo.

La sua forza è nel confondere gli avversari. Che in realtà – per fare un esempio con un leader sempre di destra ma chiacchierone come Berlusconi – difficilmente riescono a capire cosa pensi realmente. Ciò significa che è sempre un passo avanti rispetto all’avversario.

Giorgia Meloni, appartiene a quei politici, per fare un altro esempio italiano, come Andreotti, che non lasciano mai trapelare quale sarà la loro prossima mossa. La Meloni piacerebbe a Machiavelli.

Quando si fa un paragone, con altri leader significativi della destra, anche missina, come Fini, Rauti, Almirante, Michelini, si scopre, che il  profilo psico-politico della Meloni non ha precedenti. È un fatto nuovo nel panorama faunistico della destra politica. Fini era, sostanzialmente, un vanesio battutista, Rauti un ideologo tascabile, Almirante un fascista in doppio petto, Michelini, un pacato amministratore del condominio missino.

La Meloni, pur  con modalità  proprie, è una donna moderna e potente.

Moderna perché cavalca con intelligenza, pur da scomode posizioni di destra, l’onda lunga del femminismo. Il che, tra l’altro, spiega il quarto posto nella classifica di Forbes, braccio mediatico della  "quotizzazione" rosa.

Potente, non tanto in termini di gagliardia fisica, ma come capacità di superare le avversità. Una robustezza morale che la sua struttura corporea, a prima vista non sembra rivelare. Eppure si pensi alla strada che Giorgia Meloni, piccolo e “nero” Calimero, è riuscita a percorrere da sola…

La si metta oggi accanto a Gianni Alemanno, che pure della sua generazione politica fu tra i più preparati. Alemanno  appare assurdamente patetico nel suo tentativo di tornare alle origini movimentiste. Siamo dinanzi un uomo insicuro che si aggrappa gli ultimi fermenti di una dialettica comunque obsoleta. Giorgia Meloni, sebbene non prestante fisicamente, riesce invece a diffondere intorno a sé quel gelido senso di sicurezza da grande primario di chirurgia politica: “Solo Lei ci potrà salvare”.

Ora su una Meloni, per dirla da psicoterapeuta, molto strutturata, che crede in sé e che con i suoi silenzi fa intuire che non ha alcun bisogno di conferme, il quarto posto di "Forbes" sul piano privato nulla toglie nulla aggiunge.

Per contro, su quello dell’immagine pubblica, questo successo accresce la distanza tra la Meloni e i suoi avversari politici, quasi tutti personaggi mediocri dalle idee e dall’eloquio prevedibili, addirittura scontati.

Il lettore non tema, non siamo diventati ammiratori di Giorgia Meloni. Il nostro è un giudizio oggettivo, da analista metapolitico. In realtà, questa donna è pericolosa. Almeno per due ragioni.

La prima perché sa quello che vuole e possiede i mezzi dialettici, psicologici e sociologici per perseguire i suoi fini.

La seconda è che nessuno conosce i suoi veri obiettivi. E poiché proviene da un partito dalle radici fasciste riteniamo sia più che giustificato temere il peggio.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://forbes.it/2023/12/05/giorgia-meloni-quarta-donna-piu-influente-mondo-forbes/ .

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