giovedì 11 novembre 2021

BRUNETTA, IL MANCATO NOBEL PER L'ECONOMIA...

Una volta, quando era Ministro con Berlusconi,  Renato Brunetta, già “tecnico” di area socialista, disse che se non si fosse dedicato alla politica probabilmente  avrebbe  vinto il Nobel per l’economia.    
 
Perfetto. Esaminiamo allora il comportamento del mancato Nobel a proposito del Reddito di Cittadinanza.
 
Innanzitutto,  ha deciso di lasciare a casa i navigator. Il che, come si dice oggi, ci può stare.  

Però qual è la motivazione di Brunetta?  Che il lavoro dei duemilacinqucento tutor, tutti con  laurea magistrale e vincitori di regolare concorso, verrà svolto da agenzie private, che collaboreranno con gli Uffici Regionali e i rispettivi Centri Pubblici  per  l’Impiego (CPI), ricevendo per ogni assunzione il 20 per cento dell’incentivo previsto per il datore del lavoro.

Diciamo che  la spesa per lo stato  dovrebbe diminuire.  Quindi per un verso la  misura è positiva.Però per l’altro, ritagliando i margini dell’incentivazione per i  datori di lavoro, oggettivamente,  decrescerà anche l’interesse ad assumere.  Quindi con un mano si dà con l’altra si toglie.

Inoltre, come Brunetta dovrebbe ben sapere, la collaborazione tra CPI  e Anpal non ha mai funzionato. Di fatto,  il lavoro dei navigator, tutti giovani abbastanza  motivati,  è  stato  boicottato fin dall'inizio, per una  questione di "istinto di  territorialità", se non  pubblica, di sicuro corporativa.  Figurarsi  perciò come andrà  la collaborazione con  agenzie che per giunta sono private...

Ma il vero nodo  del  problema  non è questo. Anche perché  alla fin fine,  ai  CPI  ( più o meno i vecchi uffici di collocamento reloaded), si  rivolge  solo un disoccupato su  quattro.

Nel 2019 soltanto  il 3,4 per cento dei disoccupati ha trovato un posto di lavoro grazie ai CPI (5,6, attraverso  le agenzie private) (*). Roba da ridere. Si è messa su la grande impalcatura del Reddito di Cittadinanza praticamente per nulla o quasi.           

Dicevamo  del nodo. Il punto è che alla base del Reddito di Cittadinanza c’è un grave errore concettuale. Diciamo concettuale e sociologico. Quale?

Si  è fatta una grande  confusione - questa sì,  a cinque stelle -  tra  politiche per l ’assistenza e  politiche per il lavoro.  

Sembra che  Brunetta, che  per anni  ha insegnato Economia del lavoro,  si sia dimenticato che sono politiche che si rivolgono  “platee” differenti dal punto di vista delle composizione sociale e professionale.

Semplifichiamo,  attraverso due figure base.

L’ “assistito”, di regola,  è fuori del mercato del lavoro  da almeno cinque-dieci  anni o addirittura  non vi è mai “entrato”. Non ha più precise  competenze né  qualifiche professionali,  spesso manca  di rudimenti linguistici ed è privo, nella media,  di qualsiasi motivazione.

Il  “lavoratore”,  licenziato  o comunque che ha perso il lavoro, diciamo da un anno,  ha qualifiche, competenze,  e spesso quella voglia di ricominciare, di cui è in genere privo l’assistito, con una disoccupazione pluriennale alle spalle.

Il Reddito di Cittadinanza ha messo le due figure sullo stesso piano, di qui la scarsa appetibilità,  da parte delle imprese, ad assumere assistiti invece di lavoratori.  

Problema che  si riproporrà anche con le agenzie private. Ciò significa che il problema non sono i navigator  o le agenzie private, ma una legge scritta con i piedi (sempre a cinque stelle) che non ha  tenuto conto, quantomeno concettualmente,  delle “platee” differenti.  

Insomma, l’assistenza è una cosa, il lavoro un’altra. Il Reddito di Cittadinanza -  ammesso e non concesso, eccetera  -  ha senso per l’assistito non per il lavoratore, per il quale esistono già  altri strumenti di sostegno alla disoccupazione.        

Per dirla brutalmente, delle due l’una: o Brunetta sa, e tira a campare. Oppure non sa, e perciò è  un inetto.   

Carlo Gambescia

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