lunedì 15 novembre 2021

SOCIOLOGIA DEL “NO VAX DI MASSA”

 


Quando la conversazione cade sulle vaccinazioni, la prima tesi che viene avanzata dall’interlocutore, ovviamente favorevole, è quella di “ un vaccino che fanno tutti”. Quindi perché non seguire la corrente? Se lo fanno tutti una ragione ci sarà?

Prevale insomma la regola del conformismo sociale, rafforzata nel caso dal timore di ammalarsi, morire, o comunque di dover subire conseguenze non solo di tipo medico ma anche sociale, come le limitazioni alla mobilità, eccetera.

Stando però ai dati (*), in Italia, coloro che non hanno fatto il vaccino sono circa 8, 5 milioni, su una platea di 54 milioni circa. Non pochi.

Per contro, i famigerati “No Vax” che protestano nel piazze ammonterebbero a poche migliaia: chi dice, diecimila, chi ventimila, chi arriva fino a centomila.

Il che prova, ancora una volta, che la politica attiva continua a riguardare le minoranze. In politica, nonostante la simbologia romantica che ammanta l’agire rivoluzionario, proteste, rivolte e rivoluzioni sono l’eccezione, il conformismo e l’ordine sociale la regola.

Sulla composizione politica dei “No Vax” (nei quali per comodità di ragionamento includiamo i “No Green Pass”), non si sa ancora molto.

Secondo la pubblicistica, soprattutto giornalistica (quindi non scientifica), il movimento raggruppa personalità e gruppi di estrema destra e di estrema sinistra. Tra l’altro al suo interno sembra diviso tra nemici delle vaccinazioni e/o avversari del Green Pass, non contrari alla campagna vaccinale, ma soltanto all’obbligo. Il che sembra conferire, almeno in alcune frange del movimento, una coloritura libertaria, sebbene molto opaca.

Gli slogan usati sono molti forti. In particolare si evoca la truce figura della dittatura sanitaria, come pure si avanzano tesi di natura complottista sull’esistenza stessa della pandemia, sull’obbligo vaccinale, eccetera, eccetera.

Si potrebbe parlare di una confluenza, a livello di idee-guida come di forze politiche, dei classici movimenti antisistemici (anticapitalisti e antiliberali), che di solito sono liquidati con il termine “frange lunatiche”, nel senso di un rifiuto irrazionale  e pregiudiziale del sistema politico, sociale, culturale ed economico, giudicato come sfruttatore e oppressivo.

Queste “frange” politiche scorgono nella legislazione antiepidemica, pardon antipandemica, e nelle campagne e nell’obbligo vaccinale l’ennesima manifestazione di un sistema rivolto a cancellare ogni tipo di libertà.

Rappresentano una reale spina nel fianco del sistema? Si potrebbe verificare una saldatura, quantomeno a livello di simpatie politiche, (per dirla altrimenti: se si votasse quanti voti prenderebbe il “partito No Vax”), tra questi movimenti e gli otto milioni e mezzo di italiani, che non si sono vaccinati? Grosso modo (ammesso che votino tutti), parliamo di un milione di voti in più rispetto a quelli presi dal centrosinistra alle ultime elezioni, conseguendo solo alla Camera 118 seggi (**). Non pochi.

Per scoprirlo andrebbero indagate le reali motivazioni che hanno condotto otto milioni e mezzo di italiani a non vaccinarsi. Cosa al momento molto difficile. Ciò che invece non si deve fare è liquidare queste persone come retrograde e nemiche del progresso. Quel che può essere valido, come critiche a livello politico, per le frange lunatiche non può essere “usato” nei riguardi di milioni di persone: la logica del capro espiatorio collettivo, storicamente parlando, risulta molto pericolosa

Si rifletta su un punto, non secondario: la sfida al conformismo, come dicevamo all’inizio, non è cosa facile. La maggioranza delle persone tende a seguire la corrente, a fare ciò che fanno gli altri, perché è giusto fare così, eccetera, eccetera.

Pertanto opporsi è sempre più difficile, perché non è semplice sottrarsi alla pressione sociale e politica.Il che, tra l’altro, spiega perché indagare il fenomeno, per così dire, del “No Vax di massa” sia  così complicato:  le persone temono di esporsi per ragioni di deferenza e di onta sociale. Insomma ci si vergogna di non essere come gli altri. E, se intervistate, queste persone, non dicono il vero o si sottraggono. E ogni buon sociologo deve fare i conti con tali difficoltà analitiche.

Tuttavia, nelle società come nella vita delle persone esistono momenti di svolta in cui affiorano le differenze legate soprattutto alla capacità di affrontare eventi inaspettati e rischiosi, spesso saturi  di conseguenze negative, in maniera non conformista.

Di conseguenza, gli otto milioni e mezzo che non si sono vaccinati non vanno giudicati a priori come irresponsabili, ignoranti e reazionari. Parlare di otto milioni e mezzo di incoscienti è dal punto di vista sociologico una imbecillità.

Non diciamo che meritino una medaglia, però… In realtà, sono semplicemente dissenzienti, o se si preferisce obiettori. Il sale di ogni società veramente liberale. Nei principi. Da difendere, e se vi si crede, veramente, a qualsiasi prezzo…

Che poi i “No Vax” politici, per così dire, quelli che scendono in piazza, dicano stupidaggini, fa parte della cultura politica media che purtroppo caratterizza il discorso pubblico nella società di massa.

Del resto le campagne governative “Sì Vax” non sono poi così ricche di sottigliezze. L’aut aut governativo, diretto o indiretto, all’insegna del “Vaccino o Morte” non suona davvero come un appello alla ragione umana.

Carlo Gambescia

(*) Qui per i dati: https://lab.gedidigital.it/gedi-visual/2021/report-vaccini-anti-covid-aggiornamento-vaccinazioni-italia/

(**) Qui, anche per un quadro generale, per poter fare raffronti sul valore “parlamentare” dei voti espressi: https://elezioni.repubblica.it/2018/cameradeideputati

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