domenica 2 febbraio 2020

I pericoli del politicamente corretto iperbolico
Darsi una calmata, no?

Le società si reggono sugli stereotipi, sulle semplificazioni. Le cose fatte, dette, eccetera, non possono essere troppo complicate. La gente comune, presa dalle faccende quotidiane, non ha tempo per riflettere.  Preferisce sempre  aderire  alle  linee guida, verbali e comportamentali,  di ciò che è giusto o ingiusto   dire di un certo fenomeno.     
Perciò il politicamente corretto, è sempre esistito.  Nell' Atene di Temistocle e Pericle  non si poteva parlare bene di Sparta, e chi si spendeva per i Lacedemoni  era giudicato  un oligarca nemico del popolo e viceversa.  Quanto a  Roma, fino al II secolo  d. C,  non si poteva parlare male del  Senato e delle istituzioni repubblicane, sebbene da tempo  largamente rivedute e corrette da Augusto e successori.  E così via  fino ai nostri giorni,  sul filo di un’ipocrisia che se somministrata in  dosi fisiologiche permette alle società di  funzionare.  
Dove vogliamo andare a parare? Presto detto. Alle critiche  rivolte alle Sardine per l’incontro  con Luciano Benetton  e Oliviero Toscani.  
Qual è  il punto?  Che in un mondo  in cui  non si  può  non  vivere di semplificazioni, anche stupide, dove oggi   -   il lettore prenda fiato -    per il conformismo di destra, la famiglia Benetton  è “un potere forte” nemico del popolo, mentre  per la sinistra un’impresa illuminata,   chi sa,  insomma chi scrive, studia,  fa politica, informa, dovrebbe evitare di cadere nella trappola delle semplificazioni eccessive: iperboliche, come vedremo. 

I Benetton, probabilmente, non sono l’uno né l’altro, né santi né diavoli, sono imprenditori che cercano di fare i propri interessi, come  è giusto che sia, talvolta facendo bene,  talaltra facendo male.  Però, ecco il punto sono schierati a sinistra. Cosa che la destra, in particolare quella populista che ha fatto delle semplificazioni politiche patologiche  un cavallo di battaglia, non può perdonare. 
Di conseguenza le eventuali “colpe” ancora tutte da accertare (e giudicare) dei Benetton nella vicenda del crollo del ponte di Genova, sono  state subito  strumentalizzate dalla destra.  Sicché  anche le  Sardine  non potevano  non   finire  nel calderone del politicamente corretto della destra  come amici dei nemici del popolo.
Le Sardine dovevano andare? Non dovevano andare? Il punto non è questo. E neppure quello di definire il politicamente corretto di destra come una reazione a quello di sinistra e viceversa. La storiella giornalistica del chi abbia cominciato  per primo è roba da asilo cognitivo. Lasciamola ai  talk televisivi.
Allora qual è il punto?  Che, ripetiamo, chi scrive, informa, fa politica, chi insomma sa come funzionano le società,  dovrebbe evitare le strumentalizzazioni, o comunque darsi un limite.  
Ad esempio Giorgia Meloni, fotografata sul palco di una festa ufficiale  di partito con  “ un fascista del  Terzo Millennio” come  Steve  Bannon (secondo il politicamente corretto di sinistra) non dovrebbe  poi  rimproverare  le Sardine per la foto con Luciano Benetton, “uno sfruttatore del Terzo Millennio” (secondo il politicamente corretto di destra). Eppure lo fa.  Parla senza pensare.  Discorso che ovviamente  vale anche per Salvini.
Probabilmente,  né Bannon né Benetton   rispondono, nei comportamenti reali,   alle definizioni iperboliche usate dal politicamente corretto di destra e di sinistra.    
L’iperbole è una figura retorica  che consiste nell’esagerazione esemplificativa della realtà, per eccesso o per difetto. Ora, se come abbiamo detto,  le società già di regola si reggono sulle semplificazioni, insomma su una qualche forma di politicamente corretto, diciamo fisiologico, il puntare decisamente sull’iperbole, sulla semplificazione della semplificazione, peggiora le cose.
Giornalisti, professori, politici,  conoscono benissimo  questo pericolo.  Eppure, incuranti (magari non tutti), invece di riflettere sui pericoli del politicamente corretto iperbolico, diciamo patologico, continuano a  dare in pasto alla gente  un cibo ideologico guasto  che rovina i cervelli e distrugge la convivenza civile.
Darsi una calmata, no?

 Carlo Gambescia