domenica 6 gennaio 2008

L'emergenza rifiuti in Campania

Questioni metafisiche




Quel che sta accadendo a Pianura, dove i cittadini si oppongono alla riapertura di una discarica è un caso emblematico. E non soltanto per il fatto in sé: l’apparente (finora) impossibilità di risolvere in Campania la questione rifiuti, a causa di inadempienze politiche e loschi traffici camorristici. Ma per il bassissimo livello del dibattito mediatico intorno a quella che una volta si chiamava, pomposamente "questione meridionale" (di cui quella "napoletana" era parte integrante).
Ma entriamo nel merito. In realtà, la discussione mediatica si è pigramente svolta intorno a quattro stereotipi: a) quello del mistero napoletano, categoria tipica di certo giornalismo di appendice tardo ottocentesco ; b) quello del capro espiatorio-camorra, come radice metafisica di tutti i mali della Campania; c) quello della classe politica napoletana (e meridionale) corrotta, a prescindere dall’appartenenza politica; d) quello dei napoletani (e meridionali), tutti sporcaccioni e incapaci di autogovernarsi. E qui lasciamo al lettore intelligente, il piacere di sfogliare i giornali e collegare i quattro stereotipi ai nomi di intellettuali, politici e giornalisti che brillano per pigrizia e (perché no?) razzismo ... Che pena.
Puntare sui misteri, aiuta i giornali a vendere qualche copia in più; "metafisicizzare" la camorra, può essere evocativo dal punto di vista di una teodicea laica a buon mercato, ma inutile da quello di una comprensione e risoluzione razionale del problema; teorizzare la corruzione costitutiva della classe politica come della gente comune, significa ritornare più o meno a Lombroso e soprattutto a certi suoi allievi più conservatori, se non reazionari.. E così trasformare in “antropico” il rapporto con i rifiuti di tutti coloro che sono nati e nasceranno da Napoli in giù. Che vergogna...
E' stupefacente come l’atteggiamento di fondo dell’informazione che conta ( grandi giornali e network televisivi nazionali ), a quasi a centocinquant’anni dall’ Unità italiana sia rimasto il medesimo e, purtroppo, ripetiamo razzista. Perché la tambureggiante "metafisicizzazione" della camorra senza entrare nei dettagli (nomi, cognomi, eccetera...), presenta la Campania come una specie di terra di nessuno. Dove, sempre seguendo il ragionamento dei metafisici, tutti i cittadini sono condannati (appunto metafisicamente) a trasformarsi in complici del Male Assoluto ( si vedano ad esempio i commenti dei media sulle "oscure" inflitrazioni, a proposito degli incidenti tra polizia e dimostranti…). Lo stesso discorso vale per le ridondanti, e oggi modaiole, critiche alle “caste” meridionali, che vengono però descritte come asservite "per natura" agli sporchi interessi della camorra. In questo modo si fa solo del pessimismo antropologico, che rischia di favorire nei cittadini, come risposta automatica, soltanto qualunquismo o violenza. E non democratica partecipazione politica. Una tragedia.
Come uscire, allora, da questo vicolo cieco?
In primo luogo, i media dovrebbero fare nomi e cognomi di corrotti e corruttori: tirare fendenti in aria contro il "Camorrista" o il "Politico" in chiave di metafisica del male, è nella migliore delle ipotesi ingenuo e nella peggiore imbecille.
In secondo luogo, magistratura e polizia invece di prendersela con i manifestanti di Contrada Pisani (manifestanti che comunque stanno esagerando...), dovrebbero proporsi per il futuro di fare luce sui “loschi intrecci”, come si legge, appunto, sui giornali. E sul serio.
Naturalmente andrebbero trovate e concesse maggiori risorse per consentire a polizia e magistratura di lavorare a pieno ritmo, come si dice, "per il ritorno della legalità".
Ma Prodi, che si preoccupa tanto dell’immagine dell’Italia, è in grado di reperire le risorse necessarie? Dal momento che inviare l'esercito a "liberare" dall' immondizia le strade davanti alle scuole è solo propaganda. E soprattutto un insulto per i napoletani.
Quelli onesti e laboriosi, che sono tantissimi.

Carlo Gambescia

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