lunedì 13 febbraio 2023

Il “semplificazionismo” berlusconiano

 


Berlusconi è un grande semplificatore. Tranne quando finisce davanti ai giudici. Allora, grazie a legioni di grandi avvocati strapagati, che un cittadino normale non può permettersi, va a caccia di cavilli. Il quel caso non semplifica mai, anzi.

La sua uscita di ieri su Zelensky è un esempio di puro “semplificazionismo” berlusconiano. Qui, non interessa perché abbia crocifisso un uomo politico coraggioso. Probabilmente per basse ragioni elettorali e di “sporca” cucina tra alleati o addirittura peggio. Forse fino a sconfinare, secondo alcuni, nell’alto tradimento.

Intanto, però, leggiamo cosa ha dichiarato:

“Bastava che Zelensky cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto. Quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore (…). Per arrivare alla pace il presidente americano dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli è a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per ricostruire l’Ucraina Un piano Marshall di 6-7-8-9mila miliardi di dollari a una condizione: che tu domani ordini il cessate il fuoco, anche perché noi da domani non ti daremo più dollari e non ti daremo più armi. Soltanto una cosa del genere potrebbe convincere questo signore ad arrivare a un cessate il fuoco ” (*).

La logica berlusconiania è quella del derubato che deve cedere il portafogli al ladro che lo minaccia con un coltello. Insomma, meglio derubati che morti.

Va riconosciuto che la maggior parte degli italiani, ragiona come Berlusconi. Pertanto il Cavaliere è in perfetta sintonia con un popolo dimissionario (data delle dimissioni: 8 settembre 1943) che non vuol sentir parlare di guerre. Figurarsi una guerra atomica. Perché quello stupido testardo di Zelenzky non accetta un bel pugno di dollari e se ne sta zitto e buono?

In realtà, ridurre l’aggressione russa a una pura e semplice questione di cocciutaggine di Zelensky significa ignorare: a) la storia dell’Ucraina, da sempre schiacciata dalla Russia ( e non solo); b) le leggi del diritto internazionale che condannano l’invasione di uno stato sovrano; c) il modello nazi ( se si preferisce autocratico)  delle rivendicazioni territoriali per fare tabula rasa di uno stato sovrano e schiavizzarlo; d) la difesa dell’Occidente euro-americano da un pericoloso nemico che vuole risolvere i suoi problemi interni ricorrendo alle guerre esterne e alle conquiste militari.

I quattro punti indicati rinviano a una questione che può essere rubricata come il grande ricatto russo. Che Berlusconi, portato a semplificare, sembra ignorare.

Non parliamo del gas ma di qualcosa di più sottile. Pensiamo all’uso intensivo, soprattutto retorico, da parte russa di una minaccia in realtà inattuabile come quella della guerra atomica. Minaccia che però permette a Mosca di avere mani libere sul piano della guerra convenzionale.

Detto altrimenti: più si tentenna nel centellinare armi all’Ucraina, più la guerra si allunga, più cresce il rischio di un incidente nucleare, quindi non voluto neppure dai russi. Che in pratica – qui la nostra tesi – starebbero bluffando sulla guerra nucleare.

Un bluff? Come però? Si segua questo ragionamento: se la guerra convenzionale è il massimo della politicità, perché c’è un vincitore, quella non convenzionale è il massimo dell’impoliticità, perché non ci sono né vincitori né vinti. E i russi, proprio perché vogliono vincere e dominare un mondo che produca per loro, possono usare le armi atomiche solo per errore. Possono però minacciare di usarle… Pertanto la retorica pacifista e le semplificazioni berlusconiane sono altrettanti punti messi a segno dai russi. Perché, se ci si passa l’espressione: la si butta in caciara atomica. Con i russi, però, nettamente superiori sul campo convenzionale. E in Ucraina.

Pacifismo e semplificazioni allungano la guerra, e più la guerra si allunga, più cresce il pericolo, frutto però di un incidente, dell’uso di armi non convenzionali, atomiche insomma.

Per contro, cedendo ai russi, come auspica il Cavaliere, si accresce solo l’appetito di Mosca che può contare sulla pavidità dell’Occidente e così vincere sul piano convenzionale, ossia prettamente militare (aerei, carri armati, truppe , eccetera). Sicché, oggi l’Ucraina, domani le Repubbliche baltiche, poi il ventre molle europeo e così via.

Perciò solo andando a vedere le carte russe, sul campo e su basi convenzionali, in tempi brevi e circoscrivendo l’azione militare alla liberazione dell’Ucraina (entro i suoi confini ora occupati dai russi), si potrà scoprire il bluff di Mosca. Perché di questo si tratta. Ne siamo sicuri. Del resto, per dirla con un’ espressione, che non dispiacerà a Berlusconi, “chi non risica non rosica”.

Ricapitolando, come si può intuire, la politica implica ragionamenti complessi. Che il Cavaliere semplifica in modo vergognoso. Per capirsi: da impaurito uomo della strada che cede al prepotente il portafogli o altro, pur di vivere tranquillo.

Dispiace dirlo, ma il momento è grave e ognuno di noi, soprattutto chi scrive, deve prendersi le proprie responsabilità. Perciò a nostro avviso, Berlusconi sembra comportarsi o da vigliacco, o da imbecille, o, come alcuni sostengono, da traditore.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.adnkronos.com/ucraina-berlusconi-da-premier-non-avrei-parlato-con-zelensky_78qYbNCROnonCA3K4rKZyg .

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