giovedì 2 febbraio 2023

Giorgia Meloni e il “pericolo” anarchico

 


Chi, come noi, ha vissuto l’esperienza degli Anni di Piombo non può che sorridere – amaramente come vedremo – del “pericolo” anarchico sul quale il governo ha indirizzato i suoi potenti amplificatori.

Esageriamo? Si legga ad esempio questa stupefacente dichiarazione di Giorgia Meloni:

“Qui c’è della gente che sfida apertamente lo Stato italiano dicendo che ‘o si fa come diciamo noi o rischiate di vedere le vostre macchine messe a fuoco’ e tutto quello che avete visto in questi giorni, gente che dichiara apertamente ‘noi colpiremo nel caso in cui le cose non dovessero andare come diciamo noi’ che chiede in cambio che l’Italia non applichi il carcere duro verso mafiosi e terroristi” (*).

Non è un linguaggio da Presidente del Consiglio. Forse da “Influencer” nella migliore della ipotesi.

Innanzitutto l’immagine delle automobili dei cittadini che bruciano, in realtà rinvia a un incendio doloso di qualche giorno fa – esecrabile ovviamente – che riguarda autoveicoli contrassegnati Tim, apparentemente rivendicato da un gruppo anarchico.

Perciò non è edificante vedere un Presidente del Consiglio che spaventa a morte i cittadini, e sistematicamente ( non è la prima volta: sui migranti se ne sono sentite di peggiori).

Come? Evocando, quando si dice il caso, il fantasma del terrorismo generalizzato contro le automobili dei privati cittadini. Ovviamente un bene importante per una famiglia: sulle quattro ruote si va al lavoro, si accompagnano i figli scuola, si va a fare la spesa, eccetera.

Siamo davanti a un vergognoso ricatto emotivo per convincere i cittadini a condividere la politica del governo. Si amplifica il fenomeno anarchico in chiave di capro espiatorio. E nel modo peggiore: confondendo volutamente un’idea che comunque ha una sua nobiltà (se resta nelle forme pacifiche) con il fenomeno mafioso, che invece non ha attenuanti di alcun genere. Inoltre, come dicevamo, per qualità e quantità, quanto sta accadendo non ha nulla a che vedere con gli Anni di Piombo. Per scoprirlo basta sfogliare uno dei tanti libri in argomento.

Ecco un’altra prova di un fatto molto grave, perché ci riguarda tutti: Giorgia Meloni non è all’altezza del ruolo che ricopre. Perché l’evocazione dell’automobile in fiamme (della mamma che va a fare la spesa e trova l’auto incenerita: perché questo è il sottotesto immaginativo) significa due cose.

In primo luogo, Giorgia Meloni prova di essere insicura. Dal momento che, come noto, il soggetto insicuro tende a proiettare la propria insicurezza sugli altri. L’insicurezza è contagiosa. E in un politico, che parla a milioni persone  può assumere dimensioni catastrofiche. Figurarsi  poi  nel governante che deve prendere decisioni...

In secondo luogo, la tecnica del capro espiatorio, esula dal quadro liberal-democratico, per rimandare alle tecniche di persuasione di massa delle dittature novecentesche. Del resto la cultura politica di Giorgia Meloni rinvia al Movimento Sociale Italiano, un partito intellettualmente intriso di quell’ irrazionalismo fascista alle origini di famigerate politiche dettate della paura: il pericolo rosso, il pericolo capitalista, il pericolo ebraico, eccetera.

Giorgia Meloni non è grado di governare. E il bello, anzi il brutto, è che dopo aver terrorizzato i cittadini, parli pure di senso di responsabilità.

C’è di che vergognarsi. E invece Giorgia Meloni continua imperterrita. E questa è un’altra prova della sua inadeguatezza e della sua presunzione. Un combinato disposto che può portare l’Italia alla rovina.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.agi.it/politica/news/2023-02-01/cospito-meloni-sfida-stato-responsabilita-19913830/ .

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