mercoledì 27 maggio 2020

Giunta Senato,  no al processo  a Salvini 
L’elettore primitivo

La Giunta del Senato ha salvato momentaneamente dal processo Matteo Salvini.  Non entreremo  nel merito della questione. Né tantomeno della cucina politica, indagando da retroscenisti  il  senso del voto di questo o di quel partito.  Anche perché,  il razzismo di Salvini è innegabile: basta fare un giro su internet. Il “Capitano” dice cose razziste, talvolta in modo velato, talaltra meno, quindi figurarsi  in privato, o comunque quando lontano dai riflettori... 
Di più,  da Ministro dell’Interno è passato all’atto:  ha chiuso  i porti   mostrando di essere privo  di qualsiasi elementare senso di umanità.  E cosa peggiore:  con il suo comportamento ha sdoganato tra la gente gli antichi  stereotipisti razzisti.  Il che prova che  dietro Salvini, come ad esempio si evince dai fatti di Macerata,  si nascondono, e neppure più di tanto,  le peggiori “frange lunatiche”: gente ancora più dura  e razzista del “Capitano”.  Il che è tutto dire.
Attenzione: il fatto che certa sinistra veda astutamente  nell’immigrazione, anche clandestina, uno strumento per  rinfocolare in Italia un’odiosa lotta di classe, non diminuisce la gravità del razzismo  salviniano, pericoloso di per sé.
Tuttavia, la stessa sinistra che inveisce contro l’ex Ministro dell’Interno usa due pesi due misure, come ad esempio nei riguardi di Israele, cadendo nella trappola antisemita. Si combatte giustamente il  neonazismo, per poi accusare  il governo "coloniale"  israeliano di ricalcare le orme di Hitler. Di qui  le  accuse della sinistra  a Salvini di essere al tempo stesso  razzista e amico di Israele.  Una specie di nazista al quadrato… 

Il vero  problema  è che il razzismo e l’antisemitismo  non sono mai stati del tutto  metabolizzati dagli italiani, di destra come di sinistra. Sicché alla prima occasione i nostri concittadini si spogliano degli abiti civili  e  seminudi si aggrappano urlando alle liane. Classico richiamo della foresta.  
Purtroppo si tratta di un feroce  approccio alla politica, ereditato dalla cultura fascista e comunista, legato all’uso  della forza e  delle vie extralegali o semilegali, in nome del populismo giudiziario, contro avversari  trasformati regolarmente in nemici assoluti. 
Pertanto il vero punto della questione non è quello di processare o meno Salvini, dal momento che  in un Paese Normale - insomma civile e liberale -   il problema neppure si porrebbe per la  mancanza di politici e cittadini razzisti e antisemiti. O comunque contenuti per punti percentuali nei limiti del pittoresco politicamente ininfluente.
Un processo - attenzione -   che  rischia addirittura di aggravare le feroci divisioni esistenti, senza incidere sulla questione di fondo. Quale?  Ripetiamo, il primitivismo politico italiano.   Perché Salvini  è   così amato e odiato al tempo stesso?  Perché  un uomo privo di umanità  è così  votato e  contrastato? E dagli  elettori dell’una  e dell’altra parte?  Elettori  che, tutti insieme,  come gli scafisti, getterebbero a mare, alla stregua di rifiuti umani, i clandestini come gli ebrei?

Carlo Gambescia