lunedì 4 maggio 2020

Coronavirus, le accuse di Pompeo alla Cina
Trump sa cosa sta facendo?

Prima i fatti.  Ecco  la dichiarazione  Pompeo…

"Ci sono numerose prove sul fatto che il coronavirus arrivi dal laboratorio di virologia di Wuhan". Lo afferma il segretario di Stato americano Mike Pompeo.  Inoltre, secondo Pompeo, la Cina "ha fatto tutto quello che ha potuto per assicurarsi che il mondo non sapesse in modo tempestivo" del coronavirus: "Questo è un classico sforzo di disinformazione comunista", ha aggiunto Pompeo intervistato dalla Abc. Pechino, ha sottolineato, ha fatto tutto quello che ha potuto per tenere il mondo all'oscuro sul coronavirus. 

Chi ci segue sa che non siamo teneri verso cinesi  e russi. Il regime  cinese  è  di tipo autoritario, piuttosto spinto, con ampi margini totalitari,  per usare un eufemismo.  Su quello russo, vero e proprio stato di polizia,  non è necessario spendere parole.    
Il punto però è un altro. E non è rappresentato dalla verità ( o veridicità) delle dichiarazioni di Pompeo, ma dall’uso politico che se ne vuole fare.   
L’uso politico rimanda sempre ai  metodi.   E il “metodo”  Trump e dei  suoi accoliti politici, ricorda la propaganda nazista, che si basava sull’uso politico e sistematico di accuse infamanti, per screditare agli occhi del mondo  i nemici o presunti tali.
L’orchestra nazista, prodigiosamente diretta dal dottor Goebbels, sulla musica hitleriana del Mein Kampf screditò, con accuse infamanti, poi rivelatesi false,   nell’ordine ebrei, francesi, boemi, polacchi, russi, italiani, accusandoli delle peggiore nefandezze.
L’orchestra di Trump, in un momento comunque delicato come questo,  rovescia sulla Cina un’accusa di una gravità assoluta. Che  uno stato non  dovrebbe mai sollevare nei riguardi di un altro stato. O comunque, prima di lanciarla, dovrebbe riflettere, e a lungo, sulle conseguenze.  Perché riflettere?
In primo luogo, perché come insegna la storia, certe ferite, una volta inferte non si rimarginano più, imputridiscono favorendo la diffusione dell’odio reciproco tra i popoli.

In secondo luogo, un’accusa del genere non può che contribuire al  peggioramento  dei rapporti tra Cina e  Stati Uniti, relazioni già compromesse e compromettenti per pace e commerci.
In terzo luogo, l’accusa, tra l’altro così netta,  può spingere le altre nazioni a schierarsi pro o contro:  polarizza insomma, rendendo il quadro internazionale ancora più instabile e incendiario.
E qui veniamo al punto fondamentale della questione. Hitler, al quale  non importava nulla di pace e commerci,  usava le accuse infamanti per esasperare gli avversari, e spingerli a commettere un errore, per poi schiacciarli militarmente.
Trump, un grandissimo ignorante, come molti dei suoi collaboratori,  probabilmente si comporta in questo modo  perché, non avendo mai aperto un libro di storia,   non si rende  conto  dei rischi  che comporta l’uso delle accuse infamanti in politica. 
Oppure, Trump  sa perfettamente cosa  sta facendo?


Carlo Gambescia