venerdì 9 marzo 2018

Appello al Presidente della Repubblica 
e alle forze  moderate, liberali, riformiste, europeiste
 Italia, l’ora più buia
No alla trattativa con 5 Stelle, sì a un governo di scopo per  varare una nuova legge elettorale 



La prendiamo da lontano, ma non facciano sconti. Del resto come si legge nel titolo è un appello. E perciò non può non essere forte e chiaro. La Repubblica è in pericolo, circondata,  anzi assediata dalle forze del populismo, tra le quali la più pericolosa resta Cinque Stelle,  pur non sottovalutando, come si vedrà più avanti, il rischio a destra, leghista e razzista.
Parliamo di  un movimento politico, fondato da un comico di bassa lega e controllato in modo goebbelsiano da una dinastia di imprenditori del web. Con una classe dirigente, ignorante e giacobina, formata da falliti di successo,  che odia le istituzioni liberal-democratiche e vive del rancore diffuso di un elettorato rappresentativo dell' Italia peggiore: buffona, furba, stizzosa e mendicante. Il M5S costituisce un pericolo per l'Italia e per l'Europa.
Di qui l'uso, da parte nostra, come si è già capito, di uno stile diretto e di similitudini di tipo storico e bellico. Però, non possiamo non partire, come anticipato, da una premessa storica e politologica.

Due realismi politici
Nel film  L’ora più buia,  si assiste  a un confronto, storicamente documentato, tra Churchill e Lord Halifax, durante i  tragici giorni di Dunkirk: Churchill vuole combattere fino in fondo contro Hitler,  Lord Halifax vuole trattare a ogni costo. 
Il passaggio è interessante perché delinea bene il conflitto tra due tipi di realismo politico.
Da una parte, quello eroico di Churchill, tipico del politico che non si arrende mai  e che si rifiuta, - per non scaricarsi astutamente la coscienza -  di prendersela con le strutture ( l’esercito che ha fallito, l’economia che non funziona,  le politiche di  coloro che lo hanno preceduto, eccetera, eccetera).
Dall'altra, il realismo compromissorio di   Lord Halifax, che vuole arrendersi, considerando la resa un’opzione come un’altra,  pur di  salvare il salvabile (l’esercito, le strutture economiche, le politiche di coloro che lo hanno preceduto, eccetera, eccetera).
Sono due tipi di realismo che esistono in natura politica,  entrambi fondati.  Talvolta torna utile giocarsi tutto per salvare tutto (Churchill), talaltra, è necessario salvare il salvabile (Lord Halifax). Come capire, una volta "in situazione",  quale sia il realismo giusto?  Non c' è ricetta sicura, se non l'intuito politico: il sesto senso che trasforma il politico in statista.  In quell’occasione Churchill, accusato di utopismo romantico, aveva  visto giusto.  Lord Halifax, no.  Ovviamente,  questo lo  si è scoperto dopo, alla fine di una guerra vittoriosa. 
Si tratta di un dilemma, che si ripropone -  e riproporrà -  sempre  in politica.  Dinanzi alla crisi, il realismo si divide tra coloro che realisticamente ed eroicamente  accettano la lotta , quale componente autentica dell’agire politico e coloro che, altrettanto realisticamente, la rifiutano, anche se non  il linea di  principio,  privilegiando il  compromesso, talvolta con la segreta speranza di farsi, da servo accomodante, di nuovo padrone o quasi. In quest'ultimo caso, il realismo da compromissorio si tramuta in  cinismo passivo: un mediocre post realismo da  schiavi acculturati che sperano di essere un giorno dichiarati liberti. Insomma, da servus. Qualcosa che con il realismo da civis politico di Churchill e Lord Halifax non ha nulla a che vedere.

Il rischio di una Dunkirk politica
In Italia  ci si sta dividendo  come allora.  Non davanti agli inarrestabili carri armati tedeschi, ma dinanzi allo straripante successo elettorale del  M5S.  Un forza politica, che  tra l'altro  si autodefinisce  né di destra né di sinistra, come i movimenti fascisti,  e che  sembra   assumere pubblicamente  lo stesso atteggiamento pseudo-pacifista di Hitler,  il quale, come è noto,  a ogni nuova vittoria politica e militare  dichiarava di essere  uomo di pace pronto a trattare con tutti. Sicché, per restare in argomento,  qualsiasi politica di Appeasement  verso Cinque Stelle rischia  di condurre  a una nuova Dunkirk politica.
A dire il vero, nei nostri quadri politici,  i  realisti  eroici alla Churchill  sono  veramente pochi, o comunque, per ora, poco visibili  nell’oceano  dei tanti  Lord Halifax redivivi, che scorgono in Cinque Stelle, come un tempo nei nazisti,  una normale forza politica.  Per non parlare dei fin  troppi post realisti o  cinici passivi, nati schiavi  che sperano di conquistare i nuovi padroni blandendoli.
E non finisce qui, perché  oltre ai normalizzatori e gli schiavi,  sembra essere scoccata addirittura l'ora dei Quisling,  rappresentata da quei post-fascisti, ormai senza casa, ma rabbiosamente rimasti fedeli all'Idea, che propongono un'alleanza di governo  tra la Lega, FI, FdI  e Cinque Stelle,  pur di spazzare via una Repubblica, apportatrice di pace, benessere e libertà,  che da perfetti  fascisti dopo Mussolini hanno sempre odiato. A dire il vero,  ricambiati cordialmente (e giustamente).
Che fare?  La situazione è grave.   Dobbiamo puntare le nostre carte  sulla lezione di  Churchill. Chi ci segue conosce bene la nostra tesi sul dopo-elezioni:  governo di scopo tra tutte le forze moderate, liberali, riformiste, europeiste,  per varare una nuova legge elettorale in grado di mettere fuori gioco Cinque Stelle o quanto meno per  ridurne il peso parlamentare, come ad esempio consente la legge elettorale francese, che nullifica le forze estremiste.

La Repubblica è una sola
Mettendo da parte quell' umiltà che tutti ci riconoscono,  desideriamo che questo nostro scritto sia considerato un appello, in primo luogo al Presidente della Repubblica,  Sergio Mattarella. che ieri giustamente chiedeva ai partiti una prova di "responsabilità". E  in secondo,  alle forze  moderate, liberali, riformiste, europeiste,  a tutti gli uomini politici di buona volontà del nuovo Parlamento, a prescindere dalla collocazione politica, ma  amici della Repubblica, che non è Prima, Seconda, Terza, ma Una, nata dalla  vittoria sui  nemici della libertà.
Va detto, onestamente,  che potrebbe essere tardi, considerata la rilevante forza elettorale raggiunta  dal M5S. Come attestano gli  studi politologici,  la notevole quantità di voti ottenuti dai pentastellati, rischia di   facilitarne la vittoria persino nei ballottaggi, previsti dal modello francese. Quindi sarebbe esiziale perdere altro tempo. Ogni giorno che passa il nemico si rafforza. Per parafrasare  Churchill  è  giunta  l’ora più buia,  l’ora di  battersi.
La Repubblica è in pericolo. No a una  trattativa con Cinque Stelle, sì al Governo di scopo per varare una nuova legge elettorale tesa a ridimensionare drasticamente il partito fondato da  Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio    

Carlo Gambescia  

                 

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