lunedì 7 maggio 2012

Un solo Hollande non fa primavera…


Che gli lettori penalizzassero i governi, costretti a prendere dure misure anticrisi, era ed è  nell’ordine naturale delle cose politiche. Così come è scontata la crescita, più o meno moderata, dei movimenti radicali rispetto alle forze politiche riformiste e liberal-conservatrici al governo.
Adesso il vero quesito, soprattutto in Francia e Grecia, è come riuscire conciliare rigore e crescita, due prospettive che mal si conciliano insieme,  all’interno di  politiche economiche “della lesina”.  Come aumentare la spesa pubblica,  diminuendo le tasse?  Come far crescere la domanda a fronte di un tasso di disoccupazione in ascesa?  E soprattutto come difendersi dalle correnti speculative sui debiti sovrani, senza affossare un’importante fonte di finanziamento della spesa pubblica?  E infine, come evitare che il sistema bancario continui a perdere colpi, senza però favorire ondate speculative, favorite dalle stesse banche rifinanziate?
Come si vede sono problemi di non poco conto. E che possono essere risolti  ( o più  semplicemente avviati a soluzione) solo in chiave europea, dove però  il peso di un Germania, tesa a non  farsi carico del debito pubblico degli altri paesi europei, resta determinante, Come è rilevante il ruolo della Bce,  così  legato al rispetto di rigide politiche di   bilancio.
In questo senso, gli appelli pur interessanti alla crescita, del neo-eletto Hollande,  rischiano di restare tali, e per due ragioni: a)  difficoltà  oggettive di far collimare rigore e crescita b) pre-potere, come dire, soggettivo della  Germania e della Bce.
Quali sono i rischi? In primo luogo,  il prolungamento della fase di  recessione in atto;  in secondo luogo,  la progressiva  crescita della protesta sociale e politica; in terzo luogo, l’uscita dalla Ue, dei paesi economicamente a rischio; in quarto luogo, la nascita di un’Europa, a due o tre velocità e quindi priva di un qualsiasi profilo di  “compattezza” geopolitica.  
Ovviamente, parliamo di conseguenze (ammesso che si concretizzino) che  andrebbero a  svilupparsi nel corso dei  prossimi quattro cinque anni.  E non tutte insieme, generando  perciò reazioni e contro-reazioni politiche, e quindi resipiscenze e  aggiustamenti, anche a livello governativo, magari in direzione  di un ritorno, obtorto collo,  a politiche imperniate sulla domanda e non come ora sull’offerta. O  comunque di trovare un punto di equilibrio tra le due politiche. Se ci si  consente la battuta: la Germania e la Bce dovrebbero “hollandesizzarsi”: un solo Holland  non può fare primavera… 
Non esistono, insomma, ricette sicure. Pertanto l’unico consiglio che possiamo dare è quello di guardarsi dai “grandi semplificatori":quelli che dichiarano ai quattro venti di avere ricette sicure in tasca. Di regola, la via più breve è quella preferita dai cretini politici.  
Carlo Gambescia

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