venerdì 9 aprile 2010

L’errore di non leggere Rawls


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Dalla “quantità” di commenti ieri ricevuti, pari a zero, abbiamo capito che al nostro lettore di Rawls (nella foto) non gliene frega niente.
E per fortuna che parliamo di un gigante della filosofia politica contemporanea - come del resto Hayek - che, a prescindere, andrebbe conosciuto ed eventualmente approfondito. E soprattutto dai cosidetti “antiliberali”: quelli con gli occhi iniettati di sangue, di cui la Rete abbonda.
Comunque sia, prendiamo atto.
Perché questo disinteresse? Il lettore della Rete non ama le sfumature: o bianco o nero. Predilige le sciabolate. Forse perché la sua età media è molto bassa. Del resto anche il livello della cultura media oggi è quello che è…
Se si parla male degli Usa, di Berlusconi, del capitalismo, oppure del welfare, dei "comunisti", eccetera, crescono visitatori e commenti. E purtroppo anche le discussioni infinite e non sempre utili. Altrimenti nisba: approfondire seriamente stanca.
E’ come quando si insegna a scuola o all’università: in una classe di venticinque-trenta studenti a malapena ti seguono in tre: uno perché è “lecchino”, uno perché vuole essere il primo della classe, uno perché è veramente interessato. Tutti gli altri tirano a campare. Figurarsi in assenza di voti o esami...
Perciò sperare di fare un lavoro critico all'interno della Rete - nel senso di fornire strumenti a persone “vogliose” di sapere - riteniamo sia assolutamente inutile.
C’est la vie.

Carlo Gambescia


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