sabato 25 gennaio 2025

L’inumanità di Trump ha rotto gli argini. Anche in Italia

 


Cari amici lettori sapete come ci sentiamo oggi? Impotenti. Come dinanzi a certe malattie che non perdonano. Quando il medico ammette che la scienza non può più fare nulla. La nostra scienza non è quella medica, ma metapolitica. E ci sentiamo impotenti, “metapoliticamente” impotenti. Davanti al male.

Ieri, dinanzi all’ atroce foto dei migranti deportati in catene,  pubblicata sul sito della Casa Bianca, abbiamo subito pensato a un fake. E invece?  Tutto vero. Il sito istituzionale, ora nelle mani, di un uomo crudele, innanzitutto privo di umanità, quindi capace di tutto, si vantava della  crudeltà del governo americano.

Un atto infame. Di cui ci si dovrebbe vergognare. Perché  si è  andati  ben oltre i confini dell’umanità, come genere e come misura del rispetto umano. Cadono le braccia. Siamo impotenti dinanzi al male e alla sua inarrestabile banalizzazione. Purtroppo l’inumanità di Trump ha rotto gli argini. Anche in Italia.

Ci spieghiamo meglio.

Oggi in Italia la stampa organica alla destra riprende e rilancia l’infame bravata di Trump, vantandosi a sua volta (*).

Gli altri giornali sorvolano sul fatto, all’insegna del chi tace acconsente. Solo alcuni quotidiani di sinistra criticano la crudeltà di Trump, ma debolmente. Come se intuissero che ormai tutto è inutile. Ma la nota veramente stonata è che giornali, presunti liberali, come “Il Foglio”, l’Opinione”, “La Ragione”, non spendono né un titolo, né una foto, né una parola.

Insomma, il  senso del messaggio è: “Inutile opporsi all’uragano Trump”. Scienza e uomini sono impotenti. La libera stampa ha già capitolato.

Il che porta alla rinascita di un giornalismo di regime ( e non è la solita battuta a effetto) che appoggia in modo compatto un governo di estrema destra, mezzo fascista (per ora), che si riconosce nelle politiche inumane di Trump. Ancora peggio, le celebra. O comunque le rende normali, le banalizza. È così, si fa così, che problema c’è?


Ma al riguardo c’è un altro segnale sconcertante. Tutto italiano che bada al concreto. Ai soldi. L’incredibile assalto a Mediobanca portato da Montepaschi, di cui è azionario il Tesoro. Per capirsi è come se una piccola salumeria, chiacchierata per certi prosciutti andati a male, comprati di contrabbando e intercettati dalla Guardia di Finanza e dal Nucleo antisofisticazioni dei Carabinieri, si proponesse di comprare la catena Carrefour.

E i giornali italiani, ad eccezione del "Domani", cosa dicono? Che è il capitalismo bellezza. Tutto normale. Del resto, si legge, Il Tesoro ( nelle mani di Giorgetti, ministro del governo Meloni, quando si dice il caso…) “ha detto sì”. Allora che problema c’è? Insomma i lettori sono trattati come coglioni (pardon).

Montepaschi con i soldi degli italiani si lancia in un’operazione speculativa, per trasformarsi in cassaforte dei partiti di governo, incamerando gli ingenti fondi di Mediobanca. Per la serie anche la destra “ è padrone di una banca”. Come disse a suo tempo Fassino, intercettato, a proposito della Sinistra sulla scalata di Unipol a Bnl a Antonveneta. Che triste.

Tangentopoli, tra l’altro all’epoca cavallo di battaglia populista del Movimento Sociale, sembra dimenticata. Per inciso: ridicolo il “Secolo d’Italia”, che da sempre celebra la lotta contro l’usura del camerata poeta Ezra Pound. E che invece questa volta rivendica la bontà dell’usura quando praticata dalle banche di stato. 


 

A questo si aggiunga, l’attivismo di Giorgia Meloni, regolarmente celebrato dai mass media (ormai “Donna della Provvidenza”, anzi una nuova “Lady di Ferro”, tanto i morti non si possono difendere…), che vola da Trump, va in Arabia, libera generali criminali e  terroristi, pur di ingraziarsi tiranni e dittatori, e sfasciare, correndo da sola, l’Unione Europea. Che del resto, va riconosciuto continua a fare del suo meglio, per favorire la destra populista. Come non celebrare Giorgia Meloni? È giusto, normale, si fa così… Con una eccezione però: Putin che di farabutti se ne intende non sembra abboccare. Ma questa è un’altra storia.

Dicevamo all’inizio di provare un senso di impotenza dinanzi a un male politico che galoppa.

Si rifletta. Come fermare questa gentaglia giunta al punto di celebrare l’efferatezza? E che considera normalissime le stesse spericolate operazioni finanziarie che hanno portato a Tangentopoli?

Siamo già oltre l’immaginabile. E per giunta potrebbe non finire qui.

Carlo Gambescia

(*) Qui, per la rassegna stampa di oggi: https://www.giornalone.it/

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