Può apparire un dettaglio inutile, magari polemico (ormai, si dice, così ci riferiscono, Gambescia è in fissa con il fascismo…), ma nella conferenza stampa, ex fine anno spostata a inizio anno ( e ancora non si capisce perché…), non è c’è stato un giornalista, diciamo uno, che si sia mostrato capace di mettere in difficoltà Giorgia Meloni.
In che modo? E si deve chiedere? Facendo le domande giuste ad esempio su un’ economia che non decolla (*).
E soprattutto un giornalista capace di insistere sui temi caldi, smascherando il glissare di Giorgia Meloni sugli argomenti sgraditi, ad esempio sulla svolta militarista di Trump o sull’ conflitto di interessi con un signore ricchissimo, con il quale Giorgia, come provano video e foto, quasi flirtava, che risponde al nome di Elon Musk.
Non solo questo però. Si pensi all’attacco a Soros. Fondamentale per capire la tecnica argomentativa meloniana.
Giorgia Meloni quando non può glissare risponde con l’ormai classico: “E allora la sinistra?”. Cioè sposta l’attenzione dall’oggetto della domanda (i rapporti Meloni-Musk), a un altro oggetto estraneo alla domanda stessa (la sinistra). In realtà, siamo davanti alla fallacia – semplificando – dell’argomento fantasma. Per capirsi: la domanda è sui rapporti tra Musk e la destra? E allora che si fa? Si risponde parlando di quelli tra Soros e la sinistra.
Invece di rispondere a una domanda precisa o, cosa ancora più importante, di ribadire la necessità che tra politica ed economia vi sia sempre una giusta distanza, si punta sulla versione, quando si dice il caso, amatissima dalla destra antisemita, pardon antisionista, del Soros ebreo, corruttore, eccetera, eccetera.
Tesi senza prove, al di là della fantasie complottiste. Che però Giorgia Meloni, sembra condividere, e con lei i suoi elettori, altrimenti l’argomento non verrebbe sollevato. E che utilizza alla stregua di un’arma retorica come se niente fosse. La cosa più normale del mondo.
Ora, è molto grave che nessuno dei giornalisti, ieri presenti, abbia sottolineato questa fallacia argomentativa. Che ovviamente, sul piano etico-politico, piaccia o meno, è molto più di una semplice fallacia. Soprattutto dopo la Shoah.
E non è la prima volta che accade. Il che indica una incombente sudditanza psicologica della stampa, che anticipa un pericoloso clima collettivo – qualcosa che è “nell’aria” e che contagia tutti – tipico dei regimi autoritari. Nei quali per ottenere obbedienza non è necessario ordinare, dal momento che gli ordini vengono eseguiti spontaneamente.
Per quale ragione? Perché la macchina di una falsa autorevolezza si riproduce da sola, e in termini di conformismo di massa, grazie alla tacita accettazione di tutti (o quasi) i cittadini, dal giornalista all’uomo della strada.
Pertanto la cosiddetta forza di Giorgia Meloni è tutta in questo silenzioso conformismo. Che non riguarda solo i mass media, ma anche i suoi oppositori, potenziali o meno, che si mostrano, oltre che politicamente, psicologicamente incapaci di smascherare la nudità argomentativa delle sue tesi, come accade a corte e popolo, per larga parte della famosa fiaba di Hans Christian Andersen, Gli abiti nuovi dell’imperatore. Fino a quando un bambino non grida: "Il re è nudo!".
E nella nostra "fiaba" italiana? Come vanno le cose? Prima di rispondere, dobbiamo riflettere sul piano politico. Dal momento che va rilevato un altro aspetto interessante.
Intanto si noti una cosa. Sta diventando quasi impossibile parlare di antifascismo. Perché? Per la parificazione delle tesi politiche. Nel senso che l’una vale l’altra.
Ci spieghiamo subito. Le tecniche del sondaggio, moltiplicate dagli effetti di ricaduta nell’universo social, hanno determinato l’indistinzione tra tesi opposte. Un politico dice A, gli risponde un altro politico che dice B. Il tutto ovviamente alzando la voce.
Dopo di che si fa un sondaggio. Ad esempio, economia nazionalsocialista?Parliamone; il fascismo fece cose buone? Discutiamone. L’antifascismo è superato? L’ottanta per cento degli intervistati dice di sì. E così via, sondaggio dopo sondaggio.
Di riflesso il giudizio sull’ importanza dell’ antifascismo da storico, a poco a poco, si è tramutato in umorale. E Giorgia Meloni ne approfitta facendo passare, proprio grazie all’ultimo sondaggio, gli antifascisti come inutili ferrivecchi. E, quando non basta il sondaggio, glissa. Sicché il cerchio degli abiti nuovi dell’ imperatrice Giorgia si chiude.
Anche perché finora, a differenza della fiaba di Andersen, nessuno in Italia si sogna di smascherare la nudità argomentativa di Giorgia Meloni.
Sicché, Giorgia I, imperterrita, continua a sfilare.
Pavoneggiandosi.
Carlo Gambescia
(*) Si veda qui: https://www.industriaitaliana.it/2025-manifattura-intelligenza-artificiale-industria-italiana-summit/ .
(**) Si veda il sintetico resoconto: https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2025/01/09/meloni-difende-musknon-e-un-pericolo.-e-chiude-al-rimpasto_ec83a941-4704-4612-bbd4-bcd1f5940a58.html .
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