martedì 18 giugno 2024

Orbán e Meloni, il gatto e la volpe…

 


La dichiarazione che segue è di Viktor Orbán, la cui stima verso Giorgia  Meloni, ricambiata, è nota (*). Parole che rinviano in modo esemplare a un atteggiamento totalmente estraneo a quello di una destra liberal-democratica ed europeista. Tra l’altro sono ufficiali i fitti contatti nelle ultime ore tra  Orbán e la  Meloni. Se ci si passa la battuta, il gatto e la volpe puntano ad accasarsi, ma i loro voti messi insieme, unitamente a quelli delle altre destre, non basteranno comunque.

Leggiamo.

«(…) Oggi a Bruxelles la volontà del popolo europeo è stata ignorata. Ilrisultato delle elezioni europee è chiaro: i partiti di destra si sono rafforzati, la sinistra e i liberali hanno perso terreno. Il Ppe invece di ascoltare gli elettori, alla fine si è alleato con i socialisti e i liberali: oggi hanno stretto un accordo e si sono spartiti i vertici dell’Ue”. Lo scrive su X il premier ungherese, Viktor Orbán. “A loro non interessa la realtà, non si preoccupano dei risultati delle elezioni europee e non si preoccupano della volontà del popolo europeo. Non dovremmo essere ingenui: continueranno a sostenere l’immigrazione e a inviare ancora più denaro e armi alla guerra tra Russia-Ucraina. Non cederemo a ciò! Uniremo le forze della destra europea e lotteremo contro i burocrati favorevoli all’immigrazione e alla guerra”, aggiunge (…)» (**).

Mente. In realtà, la distribuzione dei seggi nel Parlamento europeo, prima e dopo le elezioni, seppure ancora provvisoria, prova, quanto meno tendenzialmente, l’esatto contrario (***). Un inganno che rinvia al classico atteggiamento demagogico delle destre non liberali, anzi antiliberali, che blaterano di volontà del popolo quando devono agguantare il potere, salvo poi ignorarla una volta al comando. Dimostrando così una sete di potere senza pari, tipica di coloro che nell’album di famiglia hanno croci frecciate e camice nere

Sui migranti le politiche dell’Ungheria e dell’ l’Italia (ieri altra strage di migranti a largo della Calabria), provano invece proprio quanto appena detto.

Quanto all’invasione russa dell’Ucraina, per ora, Giorgia Meloni sembra aver sposato la linea Nato. Però, ecco il punto, come si può avanzare per gli Affari Esteri dell’Ue, secondo nostre fonti accreditate, il nome di Elisabetta Belloni ? Forse perché si tratta di un puro funzionario, esecutore di ordini? Utilissimo nel caso dovesse vincere Trump, favorevole a una politica filorussa? Di qui la strada spianata al conseguente contrordine della Meloni? Il pericolo c’è. La Meloni un tempo non nascondeva la sua ammirazione per Trump. Ovviamente, ora ha davanti a sé Biden. Però solo per alcuni mesi, quindi prende tempo. Il vero volto, isolazionista della Meloni, verrà fuori “dopo”, in caso di vittoria del magnate americano, isolazionista come la leader di Fratelli d’Italia.

Fortunatamente, al di là del del furbo piangere con un occhio solo di Orbán e della Meloni, la maggioranza di centro-sinistra favorevole alla riconferma di Ursula von der Leyen, non ha bisogno dei loro voti, come mostra la nostra copertina. Perciò è politicamente giustificato che si vada avanti senza cercare o accettare l’appoggio di una destra che di liberale non ha proprio nulla. Anzi, che all’occorrenza, come si evince dalle parole di Orbán, aspira ad allearsi con partiti chiaramente filonazisti e filofascisti.

Ciò che è grave, per tornare a Orbán e alla Meloni, che, ripetiamo, evocano  un successo politico che non ha alcun fondamento sul piano concreto della distribuzione dei seggi in Europa, è il fango che si getta sulle istituzioni parlamentari europee. Soprattutto, come ormai accade da anni, quando si asserisce che Bruxelles ignora la volontà del popolo, secondo il cliché retorico dell’anti-parlamentarismo pre-fascista.

In realtà gli elettori europei, quindi non solo coloro che hanno votato Fratelli d’Italia, hanno  ribadito la sua fiducia nelle istituzioni europee e in un centro-sinistra perfettamente capace di condividerle politicamente e moralmente. Quindi affidabile sul piano dell’opzione liberal-democratica. Poi lo si potrà criticare sul piano del dirigismo, ma non su quello dell’ europeismo.

È proprio su quest’ultimo punto che risiede la pericolosità di Orbán e della Meloni e delle varie destre, più o meno estreme. Che gettano fango sulle istituzioni parlamentari europeo. Rendendosi indegne di governare.

Carlo Gambescia

(*) Si veda qui l’intervista in ginocchio a Orbán, tipo quella storica di Minà con Fidel Castro, di un certo Giubilei: https://www.ilgiornale.it/news/politica/commissione-ue-ha-fallito-su-tutto-guerra-ai-migranti-ora-2329826.html .
(**) Qui: https://www.agi.it/estero/news/2024-06-17/nomine-ue-conclusa-cena-verso-bis-von-der-leyen-26819550/ .
(***) Qui: https://asvis.it/goal16/home/484-20781/i-numeri-del-nuovo-parlamento-europeo .

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