martedì 17 dicembre 2019

Il fumetto unico di Mario Improta



Crediamo che  il vero   problema non  sia la satira in sé,  ma la  sostituzione della  satira con la politica,  o per meglio dire  l'evocazione in politica  di contenuti e linguaggi terribilmente derisori, che a teatro  possono  far  ridere, ma se pronunciati  altrove possono suonare - e suonano - come condanne a morte. Di certo, morte civile, ma con sempre possibili  scivoloni   politici di altro genere.   
Insomma,  siamo dinanzi a  una  militarizzazione della politica, ormai consolidatasi,  dove l’avversario è un nemico  da distruggere a colpi di irrisorie metafore apocalittiche che mettono tutti e tutto sullo stesso piano:  liberalismo e nazismo, libero mercato e mafia, imprese e povertà,  classe politica democratica e sistema castale induista,  eccetera, eccetera.    

Il caso di "Marione" (Mario Improta), fumettista  grillino, in forza (termine non scelto a caso) al Comune di Roma, che ha paragonato l’Ue al campo di sterminio di Auschwitz,  è un esempio classico  di  militarizzazione della politica.
Ovviamente, fa benissimo la Comunità ebraica a risentirsi, dal  momento che sull’ Olocausto non si deve e non si può scherzare. Ci mancherebbe altro.   Ma, ripetiamo, il punto vero  è  un altro: la militarizzazione della politica, la riduzione dell’avversario a verme da schiacciare.  
Per farsi un'idea dell'approccio militarizzante  si dia un'occhiata al blog di Improta,  grillino (pare) della prima ora (http://www.marioimprota.com/blog/ ) . Ci si ritrova  dinanzi a   un  martellante e inquietante   coagulo di  “ io non dimentico”.
L’immagine del “pensiero unico” evocata da populisti, sovranisti, neofascisti, neocomunisti   rimanda  -  per chiunque abbia letto le approfondite analisi di Nolte  -   allo schema del nemico collettivo:  dalla classe unica (la borghesia)   alla razza unica (gli ebrei in particolare) fino al pensiero unico (il liberalismo in tutte le sue sfumature): tutti soggetti “politici”, veri e propri capri espiatori,   da irridere e  calpestare, fino a completa distruzione.  Per ora morale, poi si vedrà... 
E quel che è più grave, ripetiamo,  è l’imbarbarimento intellettuale  della politica.   Che si è trasformata,  per reazione, in conflitto,  tra pensieri che finiscono per presupporsi unici, come accade nelle guerre totali, prolungamento del manicheismo morale.  
Perché? Una volta abbandonata la ricerca del ragionamento e della mediazione in favore della derisione morale assoluta,  al supposto pensiero unico del nemico,  non può non opporsi, secondo un ciclo a spirale un pensiero altrettanto unico. Si usa la satira come una baionetta, montata sulla canna di un fucile. Per ora, ripetiamo, metaforico.  Il che  però, intanto,  spiega   il  “fumetto unico”  di Mario Improta. 
Si è creato un  circolo vizioso,  di cui però   primo responsabile resta  il giacobinismo satirico dei populisti.  Non per niente, in Italia, il padre fondatore del Movimento Cinque Stelle è  un comico.       
Sapete, amici lettori,  "Marione"  di  cosa si occupava  in Campidoglio? Della creazione di  vignette per una campagna di sensibilizzazione civile promossa dal comune nelle scuole romane…

Carlo Gambescia