giovedì 31 maggio 2018

Mattarella consegna l’Italia ai fascio-stellati
Il cardellino democristiano 
ha detto sì

 
Sergio Mattarella nel 1983
Il Riccardo Cuor di Leone, come si sapeva, era il fratello Piersanti,  ucciso dalla Mafia. Lui il cucciolo, "u picciriddu", era  l’amoruzzo di mamma. Cresciuto perciò  introverso, timido, studioso. Costretto a scendere in politica, come capita nelle famiglie aristocratiche, anche della politica, in particolare se democristiane e siciliane,    per senso del  dovere: toccava al cadetto sostituire il  coraggioso Pupo, alla Regione,  caduto combattendo  contro  i feroci  Mori  di Totò  Riina.
Dunque entrato in politica, controvoglia, incarichi di routine, carriera rapida  nella Dc di sinistra, qualche volta ministro.   Dopo Tangentopoli però, un sussulto antiberlusconiano, in nome di una sana antipatia evangelica per tutto quello che odora di donne, vernice e velocità.  E una buona legge elettorale, o comunque migliore  di quelle -  pessime -  approvate dopo il “Mattarellum”.  
Un solitario e timido cardellino democristiano, che delizia gli ospiti del Colle,  con la sua retorica latte e miele,  ma che si impaurisce al primo stormire di foglie. Un amico dei popolo (il rovescio del pauperismo), che  una volta diventato Presidente della Repubblica, non poteva perciò non favorire il matrimonio con altri due amici del popolo, ma prepotenti,  come Salvini e Di Maio. Che come i Bravi di Don Rodrigo lo hanno spaventato a morte. Del resto, anche ammesso e non concesso che avesse voluto dirlo questo benedetto no, dove avrebbe trovato il coraggio il nostro Don Abbondio... 
E così è stato.  

Carlo Gambescia
             

Nessun commento:

Posta un commento