giovedì 10 maggio 2018

 Governo  5 Stelle-Lega? 
Non ci resta che piangere…


Salvini  con  il ristoratore di Lodi dal grilletto facile.
I quotidiani a grande tiratura, oggi tutti eccitati, puntano i riflettori sul plutocrate Berlusconi che,  come l’uomo delle banane, finalmente ha detto sì a Salvini e Di Maio.
Il vero punto non è il cedimento del Cavaliere, notissimo per preferire l’ uovo oggi alla gallina domani, bensì  il potenziale eversivo di  un governo che rischia di mettere insieme egualitaristi e razzisti, vagabondi e pistoleri, terzomondisti  agli  Esteri,  economisti inflazionisti alle  Finanze, sindaci dal grilletto facile  al Viminale,  pacifisti alla Difesa. E così via,  fino a quando l'autobus Italia, come quello, vero,  nella Roma amministrata dalla Signora Raggi, non prenderà  fuoco per poi esplodere tra  venditori di frittelle e turisti giapponesi.    
Nessuno lo dice, a cominciare da Mattarella che - ci scusi Presidente  -  facteggia,   ma  pentastellati e leghisti non sono liberali né socialisti,  sono  un miscuglio velenosissimo  di individualismo protetto del tipo aumentare le pensioni abbassare le tasse: l’ideale per  distruggere l’economia, dal momento che i cordoni della borsa li tiene l’Europa.
E il tira e molla che inevitabilmente verrà a  crearsi con Bruxelles, tra l’unico governo interamente populista tra i firmatari dei Trattati del 1957, quello italiano (bel record…),  e la Commissione Europea, che populista non è,  rischia di mandare a picco quello che una volta sulle guide turistiche definivano il  Belpaese.
Un lettore ieri mi diceva,  “non si preoccupi dottore, tanto, si vive ugualmente”. Capisco, ma non condivido.  La logica della mano invisibile, dell’individualismo,  che pure ha fatto tanto  bene l’Italia,  nel farla crescere, disordinatamente, ma crescere, soprattutto negli anni Cinquanta del secolo scorso, ormai si  è talmente intrecciata con quella visibile dell’assistenzialismo pubblico, che gli italiani sognano davvero la “vita in vacanza”, molto ben  teorizzata  ed evocata a Sanremo da cinque ragazzi fancazzisti  dei nostri tempi. Insomma, credono alla befana.  Sicché,  tanti italiani (ovviamente non l'amico lettore)  aspirano sul serio  a vivere "ugualmente",  ma alle spalle degli altri.  
Di Battista hobo in America Latina.
Qualcuno perciò  dovrebbe spiegare   alle Itale Genti,   che quella è la filosofia  hobo, dei vagabondi Usa, coerenti però, perché non vivevano e vivono  alle spalle di nonni e padri. O come Di Battista, alle spalle di Mondadori. Ma questa è un’altra storia.
Sarà  veramente  difficile  far cambiare idea a quella metà dell’elettorato che ha votato per gli hobo e i pistoleri  della politica italiana, gente senza arte né parte, magnificamente  rappresentata da Di Maio e Salvini.    
Non c'è che un'ultima speranza. Quale?  Che non si mettano d’accordo. Che come tutti gli hobo, attorno al fuoco, comincino a spararsi  per una salsiccia arrostita da sessanta  centesimi di dollaro. Anzi di euro.
Altrimenti,  non ci resta che piangere.


Carlo Gambescia