martedì 25 aprile 2023

Festa della Liberazione, le bugie di Giorgia Meloni

 


La lettera inviata da Giorgia Meloni al “Corriere della Sera” (*) contiene una grossa bugia. Che il Movimento Sociale, cioè chi

“ dal processo costituente era rimasto escluso per ovvie ragioni storiche, si impegnò a traghettare milioni di italiani nella nuova repubblica parlamentare, dando forma alla destra democratica. Una famiglia che negli anni ha saputo allargarsi, coinvolgendo tra le proprie fila anche esponenti di culture politiche, come quella cattolica o liberale, che avevano avversato il regime fascista […] È nata così – aggiunge – una grande democrazia, solida, matura e forte, pur nelle sue tante contraddizioni, e che nel lungo Dopoguerra ha saputo resistere a minacce interne ed esterne, rendendo protagonista l’Italia nei processi di integrazione europea, occidentale e multilaterale”. (*)

Non è una bugia da poco. Perché fornisce un’ immagine del Movimento Sociale che non corrisponde alla realtà storica. E che purtroppo, nella sua versione autentica, non edulcorata, continua a pesare su personaggi, che da quel partito provengono, come Ignazio La Russa. Come pure a livello di reazioni spontanee, “di pelle”, come nel caso del ministro Lollobrigida, che attinge, senza neppure rendersi conto, al complottismo del peggiore radicalismo di destra.

Qual è il punto? Che nella storia del Movimento Sociale, almeno fino a Fiuggi (1995), che però provocò la scissione dell’estrema destra neofascista, qualsiasi tentativo di costruzione di una destra democratica fu sempre prontamente respinto e sepolto.

Si pensi solo alla scissione di Democrazia Nazionale, negli anni Settanta, bollata come un vergognoso tradimento, come pure quella di Futuro e Libertà, partito capeggiato da Fini, un politico con limiti personali , che però aveva favorito la svolta di Fiuggi, consapevole, forse anche per smarcarsi da Berlusconi, della necessità di una destra democratica.

Per contro, Fratelli d’Italia è nato contro quel tentativo. Non si confondano le tattiche di governo, il vittimismo contro la sinistra, il desiderio degli italiani di essere lasciati tranquilli (come oggi scrive Veneziani), ossia la politica di Fratelli d’Italia, con la metapolitica di Fratelli d’Italia, nel senso di Peter Viereck, cioè la concezione del mondo di Fratelli d’Italia, che, culturalmente parlando, rinvia al peggiore “liquame culturale” della prima metà del Novecento, di cui il fascismo, per dirla con Bobbio, fu il collettore.

Altra menzogna politica, abbastanza sottile, diciamo reticenza, probabilmente su suggerimento di  Mantovano, che non è incolto. È vero che Augusto Del Noce, riprendendo le tesi di Noventa, scrittore, poeta, degnissima figura di socialista democratico, parlò di fascismo degli antifascisti. Ma si guardò sempre bene dal giustificare il fascismo dei fascisti. Anche Del Noce fu sulle stesse posizioni. Infatti, declinò l’ invito a partecipare ufficialmente all’ almirantiana “Costituente di Destra”, classico specchietto per allodole e maggioranze silenziose.

Come del resto rifiutò Malagodi, leader liberale del tempo. In realtà alla Costituente di destra parteciparono un paio di esponenti, clerico-fascisti, tra i più retrivi della democrazia cristiana. Ma quali esponenti cattolici e liberali…

Altra cosa sono le adesioni a Futuro e Libertà, partito che effettivamente guardava, seppure in modo imperfetto, a una trasformazione definitiva in chiave liberale di Alleanza Nazionale. E infatti, andò a fondo.

Invece di riflettere sull’immaturità liberal-democratica di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni continua a mentire politicamente sulla storia del Movimento Sociale, che con la destra democratica non ha mai avuto nulla a che vedere. Quanto ad Alleanza Nazionale, se la svolta di Fiuggi fosse stata recepita, non ci sarebbe stato bisogno di fondare Fratelli d’Italia. Dal momento che “Futuro e Libertà” era l’erede naturale della possibile evoluzione liberal-democratica di Alleanza Nazionale.

Così non è stato, e neppure poteva essere, perché nonostante gli sforzi di Fini, la destra di estrazione missina, non volle e non vuole saperne. Il che però, visto che agli italiani le carogne fasciste dure e pure, almeno nell’immaginario, non piacciono (un poco di antifascismo “pratico” è passato), costringe Giorgia Meloni ad arrampicarsi sugli specchi – mentendo ovviamente – di una destra democratica che non è mai stata. E per le ricordate ragioni metapolitiche. Se si vuole, culturali, di concezione del mondo.

Buona Festa della Liberazione a tutti.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/04/25/meloni-il-25-aprile-sia-un-momento-di-concordia-nazionale_b07e178c-1d21-40bd-a60c-5d4c66f05954.html .

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