sabato 28 gennaio 2023

Per chi suona la campana


 

Discutere della presenza di Zelensky a Sanremo può sembrare cosa inutile, uno stupido dettaglio, perché l’Ucraina aggredita dalla Russia ha necessità non di chiacchiere ma di armi, armi vere, altro che i quattordici carri armati tedeschi…

E invece no. Perché purtroppo vi sono momenti, apparentemente privi di importanza, quando, passeggiando, dall’alto di un ponte, il nostro occhio coglie all’improvviso tra le acque tutta la sporcizia, per non usare un altro termine, mentre viene a galla.

Ecco, nel no a Zelensky, presentato da non pochi giornali popul-pacifisti, come “trasversale”, la sporcizia morale italiana si manifesta per quello che è. Viene a galla la fetida schiuma di un paese moralmente arretrato, familista, politicamente immaturo, che, chiuso nel suo stupido egoismo, a questo punto diremmo collettivo (perché stando ai sondaggi due terzi degli italiani, abbandonerebbero l’Ucraina al suo triste destino), non vuole rendersi conto che le bombe e i missili su Kiev indicano, per dirla con le parole di un grande scrittore non più di moda, Hemingway, che la campana per l’Occidente è suonata, e da un pezzo. In Ucraina è in gioco il futuro dell’ Italia, dell’Occidente e dell’umanità. Ma nessuno vuole ascoltarne i rintocchi.

Si noti il silenzio di Amadeus, che è un poco l’alter ego canoro di Giorgia Meloni, tra l’altro ancora attesa a Kiev, e che a sua volta tace (certo, un Presidente del Consiglio, si deve tenere lontano dalla Rai. Ovviamente, quando fa politicamente comodo…).

Inutile parlare del no di parassiti televisivi, ex decrepiti baroni universitari in camicia nera, comunisti e fascisti mai pentiti, ma pure di finti liberali terzopolisti. Questa, per inciso, sarebbe la trasversalità decantata da non pochi giornali. Gli stessi che danno del burattino a Zelensky.

Cosa dire? Che il tanfo è talmente forte, che non si riesce a respirare.

Ieri scrivevamo di una destra normale (*). A dire il vero, qui manca un paese normale. La solidarietà all’ Ucraina, morale, politica, militare (e perché no? Canora), in un’Italia normale (moderna, liberale, occidentale) sarebbe scattata immediatamente. Cioè il problema Zelensky neppure si sarebbe posto, dando fin dall’inizio come scontata la sua presenza a Sanremo.

E invece no. Brutta gente che per tutta vita e in tutte le sedi ha fatto politica, sale in cattedra, firma manifesti e si nasconde dietro il cipiglio della  doverosa apoliticità del festival sanremese.

Dei pacifisti a senso unico meglio tacere.

Che tristezza, la campana suona e nessuno risponde. Grande Hemingway, che in Spagna combatté sul serio all’insegna del “No pasarán!”. Poi “passarono”. Ma si cadde con le armi in pugno.

Qui, se continua così, “pasarán”, eccome. E tra genuflessioni, sorrisi e ringraziamenti.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://cargambesciametapolitics.altervista.org/avremo-mai-una-destra-normale/ .

 

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