martedì 3 gennaio 2023

Gas. Non sia mai. Anche questa volta non è merito del mercato…

 


Esiste un concetto che non è storiografico, sociologico, politico eccetera. Si chiama gratitudine. Il Treccani (on line) lo definisce così: “Sentimento e disposizione d’animo che comporta affetto verso chi ci ha fatto del bene, ricordo del beneficio ricevuto e desiderio di poterlo ricambiare (è sinonimo di riconoscenza, ma può indicare un sentimento più intimo e cordiale)”.

La riconoscenza facilita i rapporti umani. Ma spesso la si teme, e non la si pratica, perché si dice che generi dipendenza verso il “benefattore”. Sul punto ognuno di noi è libero di pensarla come crede.

Più accettabile, almeno in linea generale, sembra invece essere la riconoscenza non verso un’altra persona ma verso un’organizzazione sociale dalla quale si ritiene di aver ricevuto benefici. Non pensiamo solo alle organizzazione benefiche ma a quelle esistenziali, per così dire: una scuola, un’impresa, una chiesa, eccetera.

Si parla di riconoscenza sociale quando il soggetto “beneficato” ritiene di aver ricevuto qualcosa di più oltre la normale prestazione. Si è riconoscenti per il trattamento di eccezione, non contemplato dall’etica professionale, dai regolamenti, dalle leggi, eccetera.

Ora se c’è una forma organizzativa alla quale i moderni devono molto se non tutto, questa è il mercato. O per essere più precisi pensiamo a quel magnifico meccanismo fondato sulla legge della domanda e dell’offerta.

E qual è il sovrappiù nel caso del mercato? Un senso di libertà sconosciuto in altri tempi. Quel poter comprare e vendere al prezzo migliore stabilito neutralmente dalla legge della domanda e dell’offerta.

Il mercato come il tempo – basta avere la pazienza di aspettare – è sempre galantuomo. E di questo dovremmo essere grati a un meccanismo che privilegia, anzi premia e valorizza la nostra libertà.

E invece non è così. Regna la totale ingratitudine,

Si pensi ai prezzi del gas all'ingrosso in piacchiata (per megawattora). Cosa prevedibile sulla base della legge della domanda e dell’offerta. Se i prezzi aumentano, scende la domanda, di conseguenza diminuiscono i prezzi, e l’offerta deve adeguarsi, per poi risalire quando la domanda risale.

Pertanto, il gas russo, prima ha subito un’impennata per le improvvide decisioni russe di invadere l’Ucraina e di ridurre l’offerta. Tuttavia, la domanda si è subito adeguata influendo sui prezzi, che stanno tornando ai livelli primitivi.

Si tratta di un meccanismo automatico, che non ha nulla a che vedere con le ragioni che sono ora evocate e che provano l’ingratitudine verso una fondamentale forma di organizzazione economica e sociale.

E quali sono queste ragioni? L’inverno mite, si dice, tra l’altro non ancora del tutto trascorso, e il Price cap, che addirittura ancora non funziona. Insomma, non è mai merito del mercato.

In realtà, la recessione o pre-recessione (secondo i punti di vista) – frutto di un calo produttivo che risale agli anni del Covid – ha influito sulla domanda e l’offerta di gas, e di conseguenza sui prezzi, che sono così diminuiti. E se aumenti si sono registrati, al di là di un momentaneo effetto psicologico prodotto dall’invasione russa dell’Ucraina, vanno ricondotti in parte anche alla crescita dell’inflazione. 

Tuttavia, al momento, i prezzi del gas hanno addirittura toccato un nuovo minimo dal febbraio del 2022 (*). Insomma stanno scendendo, anche velocemente. Ovviamente si potrà continuare a registrare in questa fase, dettata dalla schizofrenia bellica russa, una certa volatilità. Ma basterà avere pazienza: i russi rischiano grosso, come ogni economia monoculturale. Di soli gas e petrolio, con un’economia interna a basso regime che non produce beni di consumo, si può anche morire annegati: da poveri disgraziati seppure con le tasche ricolme di proiettili.

Non è un meccanismo meraviglioso? Che per ora ha neutralizzato il disegno russo di strangolare l’Europa e l’Occidente? Eppure si fa finta di nulla. O peggio ancora si evocano i “benefici” di un inverno mite. Si torna indietro al mondo preindustriale quando si celebravano gli anni dei buoni raccolti e del pane sotto la neve…

Ci si attacca a qualsiasi partito pur di non riconoscere o comunque sminuire i meriti dell’economia di mercato.

Se questa non è  ingratitudine, allora che cos’è ?

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.agi.it/economia/news/2023-01-02/inverno-mite-aiuta-calo-prezzo-gas-19451315/ .

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