domenica 15 maggio 2022

La guerra in Ucraina, tra ridicolo, propaganda e orrore

 


Che cos’ è ridicolo? I vocabolari insegnano che ridicolo è quel che fa ridere, ciò che è degno di derisione, perché strano o goffo o insulso o scioccamente presuntuoso. E che cos’è la propaganda? In senso estensivo un complesso di notizie destituite di ogni fondamento, diffuse ad arte e per fini particolari. E che cos’è l’orrore? Sempre i vocabolari ci dicono che è un’impressione violenta di ribrezzo, di repulsione, di spavento provocata da cose, avvenimenti, oggetti, persone che siano in sé brutti crudeli e ripugnanti.

Ecco, l’invasione russa dell’Ucraina e tutto quel che consegue e accade dentro e fuori quel paese sono  fonte al tempo stesso  di ridicolo, orrore e propaganda.

Qualche fatto. La vittoria all’Eurovision di una band ucraina è ridicola. Non per i ragazzi della band in sé, nel cui sguardo si ritrova la fermezza del presidente Zelenzky. Figura che, in questa maledetta storia, per il comportamento impassibile, diremmo britannico, sotto le bombe russe, appare, con il suo popolo, l’unica persona veramente seria e credibile, degna di rappresentarlo.

Dicevamo vittoria canora ridicola, ma per questioni “esterne” allo sfortunato popolo ucraino. Zelenzky ha necessità di soldati Nato non di produttori musicali e segretarie di redazione. Sicché l’entusiasmo della propaganda filoucraina dei mass media occidentali risulta insulso, scioccamente presuntuoso.

Del resto, per inciso, l’Occidente, che ha rinunciato a tutti i suoi valori fondanti, commerciali, liberali e militari (il colonialismo oggi è fonte di vergogna e lacrime), scorge nel pacifismo canoro l’ultima spiaggia, ciò a cui attaccarsi, sperando di vincere le guerre a sculettate. E quindi, se ci si passa l’espressione, si butta sulle canzonette.

Rimane da esaminare l’orrore. Orrore che si mescola alla propaganda e al ridicolo. Un episodio per tutti. Quello del porto di Odessa minato dai russi. Sembra addirittura che sia stata minata anche larga parte del Mar Nero e che solo i turchi, doppiogiochisti per sopravvivere, abbiano la cartografia delle mine.

Comunque sia, l’idea di minare un porto per affamare le popolazioni non solo ucraine è sadica,  perché il grano di Zelensky viene esportato in tutto il mondo. E per tale motivo fa orrore. Non si tratta ( come per le cosiddette sanzioni euro-americane) di congelare fondi bancari, magari frutto di attività mafiose, di oligarchi, che comunque se la caveranno, ma di affermare la nefanda idea, che per l’appunto fa orrore, di far morire di fame la gente.

Inoltre – non si dimentichi mai – le idee di porto, di commercio marittimo, perciò di libertà dei mari, hanno un valore edificante per la civiltà occidentale, civiltà marinara per eccellenza. Si legga la grande “Storia Universale” di Jacques Pirenne sviluppata concettualmente sul grande conflitto che attraversa tutta la storia tra civiltà marittime, liberali, e civiltà continentali, militariste.

Un mondo, definito dai suoi nemici come “cartaginese”. Un termine rispolverato nel XX secolo dai fascisti, che non avevamo capito nulla di storia romana: la grandezza di Roma non fu di conquistare e distruggere materialmente Cartagine, ma di recepirne lo spirito all’interno di un impero, che nei secoli d’oro Flavii e Antonini, si manifestò liberale e tollerante.

Si tratta della stessa civiltà marittima, la cui anima si è magnificamente reincarnata tra le mura del porto di Odessa, rara avis nella storia russa. Forse si potrebbe avanzare un parallelo con la Novgorod dei secoli XII-XIV, città commerciale, alla confluenza del Volga e dell’Oka, l’esatto contrario dello spirito continentale russo. Il che spiega perché i nazisti, come ora i russi, tentarono di distruggere Odessa.

Odessa è il mare e il commercio, in una parola la libertà. Valori da sempre malvisti nelle civiltà continentali, socialmente arretrate e nemiche del liberalismo. Mai dimenticare, l’odio profondo che animò la guerra sottomarina lanciata dai tedeschi, novità assoluta del XX secolo, nel primo conflitto mondiale. La scelta di Putin, o comunque del suo stato maggiore (che è anche peggio), è in linea con l’odio profondo verso l’Occidente marittimo e liberale nutrito dal Kaiser e dai suoi generali con gli elmi chiodati.

Tutto questo fa orrore. Orrore che si mescola alla propaganda e alle ridicolaggini del pacifismo, canoro o meno, dell’Occidente, che rischia di fare più danni di una guerra.

Che amarezza.

Carlo Gambescia

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