giovedì 26 maggio 2022

La feroce furbizia della Russia

 


Ma come si può stare dalla parte dei russi? A poco a poco che i giorni trascorrono si scopre la feroce furbizia, se si vuole spregiudicatezza, di questa gente, caratterialmente a metà strada tra mongoli, ottomani e bizantini.

Sul piano militare la tecnica dell’accerchiamento delle città e dell’Ucraina, tagliata fuori dai suoi porti, rigorosamente minati, è di tipo ottomano. Ma si può andare ancora più indietro per parlare di derivazione turco-mongola. Si pensi al famoso Khanato dell’Orda d’oro che dominò la Russia nei secoli XIII-XVI, dopo averla invasa e assediata. Si voleva e si vuole prendere il nemico per fame. Una tecnica, ovviamente, non inventata da mongoli e turchi, ma che, ad esempio, fu alla base dell’ espansione ottomana nei Balcani e in Medio oriente. Vienna fu assediata per ben due volte.

La scelta di trattare, fingendo di trattare perché le condizioni sono sempre quelle russe, è tipicamente bizantina. Si dice che si vuole la pace, però ci si guarda bene dal mollare la presa sul terreno di battaglia. Ovviamente, sono tecniche diplomatiche, antiche quanto l’uomo, reinventate dai Bizantini. Però non si dimentichi mai che grazie al mix di tecniche militari e diplomatiche, l’Impero romano d’Oriente, sopravvisse, bene o male, quasi altri mille anni. La Terza Roma moscovita, probabilmente punta a durare ancora di più, a spese di una specie di nuovo e decadente Impero romano d’Occidente. Non dimentichiamo che Costantinopoli, per non esserne invasa, dirottò le popolazioni barbariche verso Occidente.

Comunque sia, l’Occidente euro-americano, imbevuto di principi e timoroso di fare la guerra, crede alle parole dei russi, lasciando fare sul campo.

I russi capiscono solo le maniere forti, alle quali l’Occidente, come prova tutto il processo di decolonizzazione, ha rinunciato da più settant’anni. Le fiammate delle ultime guerre del Golfo, Bosnia, Afghanistan, sono l’eccezione, sull’onda dello sdegno, che conferma la regola del declino. Del resto il vergognoso disimpegno in Afghanistan ne è prova evidente. Infine, la cosiddetta guerra contro il Daesh è stata in larga parte demandata a russi e turchi. Per non parlare, della disunione euro-americana sulla gestione della crisi libica, prima e dopo la caduta di Gheddafi.

L’Occidente ha paura di battersi, e perciò rischia di finire irretito nelle maglie culturali mongoliche, ottomane e bizantine dei russi, che sanno perfettamente quello che vogliono.

Se si dovesse definire con un’ espressione del viso l’atteggiamento dell’Occidente, si potrebbe parlare di “stupore”. Si pensi a una forte sensazione di meraviglia e sorpresa, tale da togliere qualsiasi capacità di agire: “Possibile che la Russia voglia la Guerra?”, “Come si può volere la guerra, quando ci sono tante altre cose più belle?”, “Come si può rifiutare la pace?”, “Sì, prima o poi la Russia, accetterà di trattare…”.

I russi non sono come noi. Temono solo le maniere forti. E ridono delle nostre remore pseudo morali.

Che triste spettacolo, quello dell’Occidente querulo.

Come si può dire che la decadenza abbia un suo fascino? Che fascino c’è in questo Occidente molle e piagnucoloso che non vuole opporsi efficacemente alla Russia? Che fascino c’è nella vigliaccheria? Nel fare finta di difendere la libertà di un’Ucraina sotto le bombe?

Probabilmente, come altra volta nella storia del Novecento, ci si arriverà a opporsi, ma tirati per i capelli.

Con tutte le tristi conseguenze del caso.

Carlo Gambescia

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