martedì 26 aprile 2022

Russia, serve un segnale

 


L’amico Carlo Pompei, amico vero, “di vita”,  è una persona di straordinaria intelligenza. Però non lo definirei un uomo di destra,  magari solo  per certe sue eminenti frequentazioni intellettuali e professionali.  Sostanzialmente Carlo  è un libertario.  Legge di tutto, ascolta di tutto, dialoga con tutti.   Non ha mai smesso di progredire.  La sua amicizia mi ha  arricchito.  

Sulla crisi russo-ucraina (per usare una terminologia neutrale) le nostre posizioni  sono  differenti. O almeno così mi pare.  

Quello che segue (in corsivo)  è un suo scritto di alcune ore fa.   Molto interessante (*).

Prego gli amici che mi seguono di leggerlo subito. Poi dirò la mia.

Dopo l’annuale, anacronistica, melensa e stucchevole retorica sulla liberazione che ha visto incredibilmente d’accordo Mughini e Feltri, possiamo voltare pagina.
Ah, no, c’è la guerra in Ucraina che secondo gli esperti partigiani aspetterebbe il suo 25 aprile.
Partigiani alla Zelensky che si serve dei nazisti dell’Azov.
Del film Bastardi senza gloria non hanno capito il senso, poiché il bastardo, il meticcio, il mezzosangue è sempre colui che vuole affermare di essere o l’una o l’altra cosa delle due che inevitabilmente è.
Quante coglionate tocca ascoltare.
Prolungare la guerra:
– Serve agli Stati Uniti.
– Forse all’establishment russo.
– Molto probabilmente non all’Europa.
– Sicuramente non all’Ucraina.
Costi elevatissimi, non soltanto economici, specialmente tra russi e ucraini (parlo delle truppe e della popolazione civile, né di politici, né di oligarchi).
Inviare armi in Ucraina significa lanciare una fionda a Davide contro Golia senza sapere se sia in grado di usarla (e il paragone biblico non è casuale).
Uccidere Golia non servirebbe, anzi, soprattutto perché non ne conosciamo le ragioni profonde, oppure le conosciamo e fingiamo di ignorarle.
Gravissimo errore.
Vediamolo insieme.
Obiezione mainstream: “Ma l’America di Kennedy non invase Cuba”.
Certamente, ovvio:
perché raggiunsero un accordo prima,
perché il ricordo della guerra e delle bombe atomiche sul Giappone era vivo,
perché fecero entrambi un passo indietro,
perché in fin dei conti non conveniva a nessuno.
E soprattutto perché smantellare missili dalla Turchia era un contentino per l’America e importante per l’Unione Sovietica così come era al contrario per Cuba: in fondo Fidel Castro e Kruscev si usavano reciprocamente e si sopportavano poco.
In Ucraina, invece…
Perché non è stata rispettata la richiesta di neutralità?
Perché si è permesso che la situazione degenerasse?
Perché sono certi che Putin abbia mire espansionistiche?
Sarà anche un criminale, ma non è un cretino.
Ad Hitler si lasciò fare e fini male?
Voleva recuperare territori persi a causa di Versailles così come Putin vorrebbe recuperare quelli “mangiati” dell’Unione europea post guerra fredda?
No, sono cose simili, ma non uguali: Hitler voleva ricreare un impero, Putin già lo ha, cerchiamo di evitare di scoprirne tutto il potenziale belligerante.
E in mezzo c’è sempre la Polonia, la polveriera polacca patria del papa coarteficie della caduta del comunismo.
Uno dei nodi al fazzoletto di Putin, peraltro, ma non è così stupido da invadere la Polonia, almeno se smettiamo di provocarne reazioni.
Il problema, quindi, è sempre la Germania e il suo potenziale, soprattutto oggi che è senza una guida ferma (Putin controllava Merkel molto da vicino).
Lo sanno tutti, ma distraggono con l’emozione e la paura.
Poiché si condanna l’interventismo del passato e si auspica quello del presente.
Follia, finirà veramente molto male.
Politicamente scorretto?
Sempre, l’informazione non può essere politica: quella è propaganda.
Ovviamente, come al solito, spero di aver scritto fregnacce.
Pardon
Buona giornata

Carlo Pompei

Caro Carlo, innanzitutto buona giornata anche a te.

Ritengo impropri i collegamenti con la crisi cubana e con la “Festa della Liberazione”,
Cuba, rinvia a un mondo bipolare, in cui i sovietici ebbero l’intelligenza di fare un passo indietro, come l’Occidente  aveva fatto sull' Ungheria con costi umani – parlo degli ungheresi – che i cubani allora non pagarono.

Quanto alla “Festa della Liberazione”, bisogna distinguere, tra fatti e interpretazioni. E tra interpretazioni strumentali e interpretazioni autentiche. I fatti ci dicono che il mondo sotto Hitler e Mussolini sarebbe stato peggiore. Punto. Le interpretazioni strumentali tendono invece a presentare la Resistenza come un successo storico della sinistra, in particolare dei comunisti, allora filosovietici, i fatti ci dicono invece che non solo in Italia molti uomini di centro e destra furono antifascisti attivi, come il nostro caro Julien Freund. Le interpretazioni autentiche ci dicono infine che si resiste all’invasore. Su quanto sta accadendo in Ucraina, sotto le bombe russe, valuti perciò il lettore.

Quanto ai sogni imperiali di Hitler e di Putin, riporterei la questione sul lato ideologico. Esiste l’impero ed esiste l’ideologia imperiale. Si può anche possedere già un impero, ma si può essere ideologicamente affamati. Credo che questo sia il caso di Putin. Quanto all’altro impero, quello americano, se proprio lo vogliamo chiamare così,  è una specie di impero per caso, come ho scritto  più volte.  Non c’è la fame imperiale, ideologica. Ma solo voglia di divertirsi, fare buoni affari, eccetera. Cosa che a chi abbia una visione tradizionalista del mondo, diciamo cupa,  come i russi, può dare fastidio. Ma questa è un’altra storia, iniziata con il Rinascimento, con la Riforma protestante, con le Rivoluzioni liberali, fenomeni sconosciuti ai russi, se non nella versione di una specie di comunismo asiatizzato.

Capitolo provocazioni. Cosa significa non provocare? Accettare la vulgata di Putin per evitare la guerra mondiale? Neutralizzare, con il coltello alla gola,  l’Ucraina, e così via? Cosa, che se fatta prima avrebbe evitato l’invasione? Bah.

Mi sembra che le tesi dei pacifisti e dei russi coincidano. Aggiungo che le tesi pacifiste partono da una considerazione ipotetica, che Putin una volta accontentato, metterà la testa a posto.

Io credo di no, Carlo Pompei, se ci si perdona il bisticcio di parole, credo che creda di sì. E comunque, suppongo che ritenga che valga la pena di tentare.

Quindi il passo indietro dovrebbero farlo gli Stati Uniti, eccetera, eccetera, come un tempo i russi a Cuba.

Però, allora, il mondo era diviso rigorosamente i due, e come, detto, Ungheria e Cuba, potevano essere considerate merce di scambio. Oggi non è più così. E, per dirla, in termini calcistici, i russi non ci vogliono stare. Se la guerra totale finora è stata evitata è perché gli Stati Uniti sono un impero per caso, e non sanno, se ci si passa l’espressione, che pesci pigliare. Ora però sono entrati nella pericolosa fase delle parole grosse. Sicché, più la Russia bombarda, più la posta in gioco si alza pericolosamente.

Perché, allora, i russi, se sono così in buona fede, così innocui, così sazi, non hanno accettato il “cessate il fuoco” neppure per la Pasqua ortodossa? Del resto, con la visita del segretario  generale Onu, sarebbe possibile giungere alla sua attuazione. Dipende dai Russi. Che invece minacciano la Terza guerra mondiale.

E’ vero caro Carlo, bisogna fermare questa follia. Ma a sparare, di fatto, hanno cominciato i russi e devono perciò essere i primi a far tacere le armi.  Con la visita del segretario  generale Onu, ripetiamo, c’è una possibilità reale di fermare questa carneficina. E comunque sia, perché non mettere gli americani con le spalle al muro? Porgendo per primi, come evocano i pacifisti, l’altra guancia? Perché non lanciare per primi un segnale di buona volontà?

Carlo Gambescia

 (*)  Qui per l' originale:  https://www.facebook.com/carlo.pompei1/posts/10226980177320825?from_close_friend=1&notif_id=1650947602667074&notif_t=close_friend_activity&ref=notif  .

 

 

Nessun commento: