martedì 5 aprile 2022

Cosa dovrebbe fare la Russia con l’ Ucraina? (di Timofey Sergeytsev)

 


 

Cari amici oggi presento, in traduzione integrale italiana, il testo di Timofey Sergeytsev pubblicato su "Novosti". Quindi fonte russa originale, nessun fake occidentale. Il testo riassume gli umori politici russi, probabilmente in alto, sull’Ucraina e sulla "denazificazione".
Roba da far rizzare i capelli.
Non aggiungo altro.

Carlo Gambescia

Cosa dovrebbe fare la Russia con l’ Ucraina?
di Timofey Sergeytsev

Nell’ aprile dello scorso anno, abbiamo scritto sull’inevitabilità della denazificazione dell’Ucraina. Oggi la questione della denazificazione si è spostata su un piano pratico.

La denazificazione è necessaria quando una parte significativa del popolo – molto probabilmente la maggioranza – è stata dominata e attratta politicamente dal regime nazista. Cioè, quando l’ipotesi “le persone sono buone – il governo è cattivo” non funziona. Il riconoscimento di questo fatto è alla base della politica di denazificazione, di tutte le sue misure, e il fatto stesso ne è l’oggetto.

La Russia è responsabile per l’Ucraina e l’Ucraina è proprio in una situazione del genere. Il fatto che l’elettore ucraino abbia votato per la “pace di Poroshenko” e per la “pace di Zelensky” non deve essere fuorviante: gli ucraini erano abbastanza soddisfatti della via più breve verso la pace attraverso la guerra lampo, a cui gli ultimi due presidenti ucraini hanno chiaramente guardato quando furono eletti. Fu questo metodo di “pacificazione” degli antifascisti interni – attraverso il terrore totale – che fu usato a Odessa, Kharkov, Dnepropetrovsk, Mariupol e in altre città russe. E questo si adattava perfettamente all’uomo ucraino della strada. La denazificazione è un insieme di misure prese in relazione alla massa nazificata della popolazione, che tecnicamente non può essere soggetta a punizioni dirette come criminali di guerra.

I nazisti che hanno preso le armi dovranno essere distrutti  sul campo di battaglia. Non dovranno esserci differenze significative tra le forze armate ucraine e i cosiddetti battaglioni nazionali, così come la difesa territoriale che ha unito questi due tipi di formazioni militari. Tutti costoro sono ugualmente coinvolti in fatti di estrema crudeltà contro la popolazione civile, ugualmente colpevoli del genocidio del popolo russo, questa gente non rispetta le leggi e gli usi della guerra.

I criminali di guerra e i nazisti attivi dovranno  essere puniti in modo esemplare ed esponenziale. Si dovrà procedere a una pulizia totale. Tutte le organizzazioni che si sono associate alla pratica del nazismo vanno  liquidate e bandite. Tuttavia, oltre ai vertici, è colpevole anche una parte significativa delle masse, che sono naziste passive, complici del nazismo. Hanno sostenuto e assecondato il potere nazista. La giusta punizione di questa parte della popolazione è possibile solo sopportando l’inevitabile costo di una giusta guerra contro il sistema nazista, condotta con la massima attenzione e prudenza possibile nei confronti dei civili. Un’ ulteriore denazificazione di questa massa di popolazione consiste nella rieducazione, che si realizza attraverso la repressione ideologica (soppressione) degli atteggiamenti nazisti e una severa censura: non solo in ambito politico, ma anche necessariamente nella sfera della cultura e dell’ istruzione.

Fu attraverso la cultura e l’ educazione che venne predisposta e attuata una profonda nazificazione di massa della popolazione, alla quale si promisero i dividendi politici e sociali della vittoria del regime nazista sulla Russia, promessa favorita dalla propaganda nazista, dall’uso della violenza interna e dal terrore puro e semplice, nonché dagli otto anni di guerra contro il popolo del Donbass ribellatosi al nazismo ucraino.

La denazificazione può essere effettuata solo dal vincitore, il che implica (1) il suo controllo assoluto sul processo di denazificazione e (2) il potere di possedere e garantire tale controllo. In questo senso, un paese denazificato non può essere sovrano. Lo stato denazificatore – la Russia – non può accettare un approccio liberale. L’ideologia del denazificatore non può essere contestata dal colpevole sottoposto a denazificazione. Il riconoscimento da parte della Russia della necessità di denazificare l’Ucraina implica il riconoscimento di un diverso scenario politico sociale in Crimea e nell’ Ucraina nel suo insieme.

Tutto ciò era irrealizzabile nel 2014, soprattutto nel Donbass. Tuttavia otto anni di resistenza alla violenza e al terrore nazisti hanno condotto alla coesione interna e al rifiuto di massa consapevole e inequivocabile di mantenere qualsiasi unità e collegamento con l’Ucraina, che si qualificava come una società nazista.

I tempi della denazificazione non possono in alcun  modo avere una durata inferiore a una generazione. I nuovi nati devono crescere e raggiungere la maturità in una condizione di denazificazione. La nazificazione dell’Ucraina è durata più di trent’anni , almeno a partire dal 1989, quando il nazionalismo ucraino ha ricevuto forme legali e legittime di espressione politica, ponendosi alla guida del movimento per “l’indipendenza”.

La particolarità della moderna Ucraina nazificata consiste in una condizione politicamente amorfa segnata da un’ ambivalenza di fondo. Tutto ciò permette al nazismo di mascherarsi da desiderio di “indipendenza” e da guida storica verso un percorso “europeo” (occidentale, filo-americano) di “sviluppo” (in realtà verso il degrado sociale e politico).

Si afferma che in Ucraina “non c’è alcun nazismo, solo qualche manifestazione, forse pochi eccessi soltanto di qualche privato cittadino”. Dopotutto, si dice, in Ucraina non esiste alcun importante partito nazista, nessun Führer, nessuna legge razziale ( magari solo in versione “ridotta”, repressiva, contro la lingua russa).

Di conseguenza, non c’è opposizione e neppure resistenza al regime.

Tuttavia quanto fin qui detto non trasforma il nazismo ucraino in una specie di “versione light” del nazismo tedesco della prima metà del XX secolo. Al contrario, proprio perché il nazismo ucraino è libero da tali strutture e restrizioni tipologiche ( pure questioni tecnica del mascheramento politico), si può dispiegare liberamente come base ideologica e sociale per qualsiasi forma di nazismo, come razzismo europeo e, nella sua forma più sviluppata, americano. Pertanto, la denazificazione non può essere compiuta facendo compromessi, sulla base di formule politiche del tipo “ NATO – no, UE – sì”.

Lo stesso Occidente è l’ ideatore, la fonte e lo sponsor del nazismo ucraino, mentre l’iconografia dedicata a Stepan Bandera [nazista ucraino che combatté con le truppe hitleriane (NdT)], come “memoria storica” è solo uno degli strumenti per la nazificazione dell’Ucraina. L “Ucraina nazista” non è una minaccia minore per il mondo e per la Russia rispetto al nazismo tedesco nella versione hitleriana.

Il nome “Ucraina” non potrà essere conservato. Non è degno di una entità statale completamente denazificata nel quadro di un territorio liberato dal regime nazista. Le nuove repubbliche popolari che nasceranno nello spazio liberato dal nazismo, potranno finalmente svilupparsi, praticare l’autogoverno economico, fruire della sicurezza sociale, del ripristino e dell’ammodernamento dei sistemi di supporto vitale e sociale della popolazione.

In effetti, le aspirazioni politiche non possono essere neutrali. Si impone l’espiazione delle colpe davanti alla Russia, trattata come un nemico. Espiazione che può essere realizzata solo facendo affidamento sulla Russia nei processi di ricostruzione, rinascita e sviluppo. Nessun “Piano Marshall” dovrà essere consentito per questi territori. Non può esserci “neutralità” in senso ideologico e pratico, compatibile con la denazificazione. I quadri e le organizzazioni che sono lo strumento della denazificazione nelle repubbliche non possono che fare affidamento sul supporto militare e organizzativo diretto della Russia.

La denazificazione sarà inevitabilmente anche una deucrainizzazione: un rifiuto dell’ “inflazione” artificiale su larga scala della componente etnica che si identifica nella popolazione dei territori della Piccola Russia storica e della Nuova Russia, opera iniziata dalle autorità sovietiche. Essendo uno strumento della superpotenza comunista (nel senso di un superpotere che sovrasta gli stati), dopo la sua caduta, l’etnocentrismo artificiale non sembra essere rimasto privo di padroni. Non può perciò essere accettato alcun passaggio di poteri, in veste ufficiale o meno, sotto l’autorità di un’ altra superpotenza, come quella dell’Occidente. L’Ucraina deve essere restituita ai suoi confini naturali e privata della funzionalità politica.

A differenza, diciamo, della Georgia e dei paesi baltici, l’Ucraina, come la storia ha dimostrato, non esiste come stato nazionale e i tentativi di “costruirne uno” hanno portato inevitabilmente al nazismo. L’ “ucrainismo” è una costruzione artificiale antirussa che non ha un proprio contenuto di civiltà. Siamo dinanzi una civiltà aliena. La “debanderizzazione” di per sé non basterà alla denazificazione: il fattore Bandera è soltanto uno schermo, un travestimento per il progetto europeo di edificazione dell’ Ucraina nazista, quindi la denazificazione dell’Ucraina implica la sua inevitabile de-europeizzazione.

L’élite dei nazisti nostalgici di Stepan Bandera deve essere liquidata, la sua rieducazione è impossibile. La “palude” sociale, che l’ha sostenuta attivamente e passivamente con l’azione e l’ inazione, deve sopravvivere alle difficoltà della guerra e assimilare l’esperienza della sconfitta come lezione storica ed espiazione della propria colpa. Chi non ha sostenuto il regime nazista, anzi ne ha sofferto, subendo la guerra  scatenata dai nazisti ucraini nel Donbass, va soccorso, aiutato, organizzato, fino a trasformarsi nel pilastro del nuovo governo, a ogni livello verticale e orizzontale. L’ esperienza storica mostra che le tragedie e i drammi dei tempi di guerra avvantaggiano quei popoli che sono stati loro malgrado costretti a giocare il ruolo di nemici della Russia.

La denazificazione come obiettivo di un’operazione militare speciale, che discende da un’altra operazione, sempre militare in atto, implica la vittoria militare sul regime di Kiev, la liberazione dei territori dai sostenitori armati dei nazisti, l’eliminazione dei rottami nazisti, la cattura dei criminali di guerra, e la creazione di condizioni sistemiche per la successiva denazificazione in tempo di pace.

Quest’ ultima operazione, a sua volta, dovrà puntare sull’organizzazione degli organi locali di autogoverno, polizia e difesa, ripuliti dagli elementi nazisti, e sull’avvio di processi fondativi di una nuova statualità repubblicana, in stretta collaborazione con la Russia e il dipartimento per la denazificazione dell’Ucraina (recentemente creato), sotto controllo russo nel quadro normativo repubblicano. Un’operazione rivolta alla denazificazione, alla definizione dei confini giuridici, all’applicazione diretta della legge russa e della giurisdizione russa nel territorio liberato, nonché all’istituzione di un tribunale per i crimini contro l’umanità commessi nell’ex Ucraina. A questo proposito, la Russia dovrà ricoprire, come linea di continuità, il ruolo di custode della memoria del processo di Norimberga.

Tutto ciò significa che per raggiungere gli obiettivi della denazificazione è necessario il sostegno della popolazione, il suo passaggio dalla parte della Russia dopo la liberazione dal terrore, dalla violenza e dalla pressione ideologica del regime di Kiev, e dall’ isolamento informativo . Naturalmente, ci vorrà del tempo prima che le persone si riprendano dallo shock delle ostilità, per essere convinte delle buone intenzioni a lungo termine della Russia: dovranno comprendere che “non saranno mai più sole e abbandonate”.

È impossibile prevedere in anticipo esattamente in quali territori una tale massa di popolazione costituirà la maggioranza criticamente necessaria. È improbabile che la “provincia cattolica” (l’Ucraina occidentale come parte di cinque regioni) diventi parte dei territori filo-russi. La linea di alienazione, tuttavia, sarà trovata empiricamente. Avremo un’Ucraina ancora ostile alla Russia, ma neutrale, perché obbligata con la forza alla smilitarizzazione, e priva di nazisti perché posti al bando. Coloro che odiano la Russia ne faranno la propria patria.

La garanzia della conservazione dell’ Ucraina, come stato neutrale andrà collegata alla minaccia dell’immediata continuazione delle operazioni militari in caso di mancato rispetto delle clausole elencate. Probabilmente ciò richiederà una presenza militare russa permanente sul territorio ucraino. Dalla linea di esclusione al confine russo ci sarà un territorio di potenziale integrazione nella civiltà russa, che è di natura interna e antifascista.

L’operazione di denazificazione dell’Ucraina, apertasi con una fase militare, seguirà la stessa logica militare, a fasi, anche in tempo di pace. In ognuna di esse sarà necessario perseguire cambiamenti irreversibili corrispondenti  a quelli prefissati. Le fasi della denazificazione possono essere così definite:

1) Liquidazione delle formazioni armate naziste (il che significa tutte le formazioni armate dell’Ucraina, comprese le forze armate ucraine), nonché dell’ infrastruttura militare, informativa ed educativa che ne garantisce l’attività;

2) Formazione di organi di autogoverno popolare e di milizie (difesa e forze dell’ordine) nei territori liberati, proteggendo la popolazione dal terrore dei gruppi nazisti clandestini;

3) Installazione dello spazio informativo russo;

4) Ritiro dei materiali didattici e divieto di programmi educativi a tutti i livelli contenenti linee guida ideologiche naziste;

5) Azioni investigative di massa per stabilire le responsabilità personale per crimini di guerra, crimini contro l’umanità, diffusione dell’ideologia nazista e sostegno al regime nazista;

6) Individuazione (e pubblicazione dei nomi) dei complici del regime nazista. Condanna dei medesimi ai lavori forzati per il ripristino delle infrastrutture distrutte, quale punizione per le attività naziste espletate. Ovviamente le misure riguardano coloro che non saranno soggetti alla pena di morte o alla reclusione;

7) Adozione a livello locale, sotto la supervisione della Russia, di misure normative di denazificazione “dal basso”, divieto di ogni tipo e forma di rinascita dell’ideologia nazista;

8) Istituzione di luoghi della memoria, di riti commemorativi, monumenti alle vittime del nazismo ucraino, allo scopo di perpetuare la memoria degli eroi che lottarono contro di esso;

9) Introduzione di norme antifasciste e di denazificazione nelle costituzioni delle nuove repubbliche popolari;

10) Creazione di organismi permanenti di denazificazione per un periodo di 25 anni.

La Russia non ha necessità di alcun alleato nell’opera di denazificazione dell’Ucraina. Dal momento che si tratta di una questione puramente russa. Anche perché non solo la versione Bandera dell’Ucraina nazista sarà sradicata. Dal momento che si tratta di sradicare, soprattutto, il totalitarismo occidentale, i suoi progetti tesi alla degenerazione e alla disintegrazione della civiltà, come portato dei meccanismi di sottomissione alla superpotenza dell’Occidente e degli Stati Uniti.

Per mettere in pratica il piano di denazificazione dell’Ucraina, la stessa Russia dovrà finalmente fare piazza pulita delle illusioni filo-europee e filo-occidentali, ed erigersi a ultima e autentica rappresentante dei valori dell’Europa storica, proteggendo e preservando i valori che meritano di essere salvati, valori che l’Occidente ha abbandonato, perdendo la sua ultima battaglia. Questa lotta è continuata per tutto il XX secolo, culminando nella guerra mondiale e nella rivoluzione russa, eventi indissolubilmente legati tra loro.

La Russia ha fatto tutto il possibile per salvare l’Occidente nel XX secolo. Si è volta a edificare il principale legato occidentale, come alternativa al capitalismo, al di sopra degli stati-nazione: un progetto socialista, russo.

Ha schiacciato il nazismo tedesco mostruoso prodotto della crisi della civiltà occidentale. L’ ultimo atto di altruismo russo è nella mano tesa della Russia, tradita dall’Occidente, negli anni Novanta del secolo scorso.
Tutto ciò che la Russia ha fatto per l’Occidente, lo ha fatto a proprie spese, facendo i più grandi sacrifici.

L’Occidente alla fine ha rifiutato tutti questi sacrifici, ha svalutato il contributo della Russia alla risoluzione della crisi occidentale e ha deciso di vendicarsi della Russia per l’aiuto che essa aveva fornito disinteressatamente. Di conseguenza, la Russia andrà per la propria strada, senza preoccuparsi del destino dell’Occidente, facendo affidamento su un’altra parte della sua eredità: la leadership nel processo globale di decolonizzazione.

Come parte di questo processo, la Russia ha un alto potenziale di partnership e alleati con paesi che l’Occidente ha oppresso per secoli e che non vogliono più subire il peso del suo giogo. Senza il sacrificio e la lotta dei russi, questi paesi non sarebbero mai stati liberati. La denazificazione dell’ Ucraina è al tempo stesso una forma di decolonizzazione.

La popolazione ucraina dovrà comprendere che solo così potrà liberarsi dalla tentazione, che in realtà è soltanto dipendenza, della cosiddetta scelta europea.

© RIA Novosti / Ivan Rodionov

Fonte: https://ria.ru/20220403/ucraina-1781469605.html
Traduzione dal russo: Carlo Ivan Bandera



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