giovedì 13 agosto 2020

Covid-19 e politica della paura
Di questo passo l’emergenza non finirà mai…

Politica della paura. Di cosa parliamo di preciso?  Del  gioco di squadra tra mass media e governo populista per  mantenere i cittadini in una condizione  di  sgomento, apprensione, turbamento. La "fifa", se ci si perdona l'espressione, rende più docili  i cittadini.  O si obbedisce o si muore. Per metterla in termini più dotti, si chiama ricatto biopolitico. 
Si prenda come esempio   questo lancio Ansa.       

« Restrizioni e controlli più decisi  per gli stabilimenti-discoteche in vista di Ferragosto (...). Intanto continuano a salire i contagi per coronavirus in Italia: sono 481 i nuovi casi registrati in un giorno, secondo i dati del ministero della Salute, mentre martedì erano stati 412. Complessivamente sono 251.713 le persone che hanno contratto il virus. In aumento il numero delle vittime: 10 in più che portano il totale a 35.225, mentre martedì l'incremento era di 6. Le regini senza nuovi casi sono Valle d'Aosta, Molise e Basilicata, olter alla Provincia Autonoma di Trento - mentre i maggiori incrementi si registrano in Lombardia (+102), Veneto (+60), Piemonte (+42) ed Emilia Romagna (+41).  »(*)

Messa così, per la stragrande maggioranza dei cittadini che non hanno le cifre sottomano del Ministero della Salute,  la situazione sembra di una crescente gravità. Quindi, molti ritengono sia giusto intervenire, sfidando addirittura  il ridicolo di una eroica difesa del bagnasciuga...  
In realtà, basterebbe un solo dato, per capire che il Covid-19  ha perso tutta la sua potenza aggressiva.  Quale?   Quello dei ricoveri in intensiva: 9 marzo 2020, 733; 9 aprile, 3.605;  9 maggio, 1.034; 9 giugno, 263;  9 luglio, 69,  9 agosto, 45…
L’Ansa fa riferimento anche all’aumento delle vittime… Anche qui qualche dato non guasta: 9 marzo 2020, 463; 9 aprile, 18. 279; 9 maggio, 30.395; 9 giugno, 34.043; 9 luglio, 34.926; 9 agosto, 34.899.  In pratica da giugno le variazioni del  numero dei decessi si è stabilizzato su cifre ridottissime. 

Per inciso, si noti pure come il Lockdown  non abbia prodotto nei mesi di aprile e maggio alcuna diminuzione delle vittime. Anzi... 
Certo,  si può sostenere che senza di esso, i morti sarebbero stati ancora di più. Si può sostenere ma non provare. Come Carlo Pompei, dati alla mano,  ha osservato su Linea n. 16 (**),  la Svezia,  senza  varare misure estreme,  ha avuto più o meno lo stesso numero di decessi.
Eppure, nonostante ciò,  il governo populista, complici i  mass media (con alcune eccezioni),  minaccia nuove misure di chiusura sulla base di dati parziali scollegati da  quelli che offrono, come abbiamo appena mostrato, una visione assolutamente non allarmistica.
Si chiama, ripetiamo,  politica della paura: si usa l’emergenza per evitare l’emergenza.  Una scelta politica aberrante   che ha introdotto nelle nostre vite l’ idea di  emergenza, che implica invece anomale restrizioni alle libertà civili, come un fatto normale.  Detto altrimenti: l'emergenza impone  le restrizioni, giustificate come esemplari sacrifici, e le restrizioni, per non essere vanificate, come si sente ripetere, la proroga dell'emergenza.
Ciò significa che  di questo passo l’emergenza non finirà mai.
Carlo Gambescia