mercoledì 5 agosto 2020

La politica degli insulti
Democrazia emotiva


Francamente non mi sorprendono gli  insulti ricevuti dall’amico Carlo Pompei sulla Pagina Facebook del Movimento Cinque Stelle (*). Che si aspettava ?  Ovviamente dispiace. Carlo è persona di altissimo valore e meriterebbe ben altro trattamento. Purtroppo ora le cose vanno così. Perché? Proverò a rispondere. 
Qual è  oggi  la cognizione media della politica da parte del cittadino? Detto in altri termini che cos’è la politica per la  gente comune. Gli studi sulla socializzazione e veicolazione della politica all’interno della società di massa insegnano che bisogna distinguere tra opinione pubblica e opinione di massa.
L’opinione pubblica rinvia al discorso pubblico tra persone qualificate, con studi e competenze, per così dire gli addetti ai lavori. L’opinione di massa, rimanda invece alle persone alfabetizzate, ma con scarsi studi e competenze politiche.  Di conseguenza, il passaggio dal discorso pubblico al discorso di massa implica l’uso della  semplificazione. Ossia la riduzione dei concetti politici a puri e semplici slogan, di facile comprensione, frutto però  di visioni  semplificate della realtà, che  poggiano quasi sempre  su un moralismo standardizzato e stucchevole,  sempre pronto a  dividere  il mondo in buoni e cattivi.   
Per capirsi: se l’universo della pubblica opinione è quello della ragione, l’universo dell’opinione di massa è quello degli istinti, dei riflessi carnivori,  un contesto sociologico  che ricorda quello dei tifosi allo stadio.  Pertanto, nella società di massa,  la percezione media della politica da parte del cittadino è  rappresentata da un impasto di semplificazioni e moralismo che non risponde assolutamente alla complessità reale dell’agire politico,  così ricca di sfumature:  si pensi a un paesaggio in cui i toni grigi  hanno sempre la  meglio sulle sciabolate di colore.  Ciò significa che la politica, soprattutto se di massa,  va “maneggiata” con grande attenzione,  come la famigerata nitroglicerina. Mai scatenare negli uomini gli istinti peggiori, sempre in agguato…


Va anche sottolineato, come mostra il Novecento, che  i momenti di convergenza come di massima divergenza,  tra opinione pubblica e opinione di massa sono rappresentati dalla fasi di crisi (guerre, rivoluzioni, cadute produttive, eccetera), fasi in bianco e nero  in cui prevalgono, per far fronte alla rapida evoluzione degli eventi,  le semplificazioni  allo scopo di  individuare in fretta un nemico, un problema, una soluzione, eccetera.  Il che, per inciso,  spiega il legame tra autoritarismo e logica dell’emergenza, in cui esso trova sempre una buona giustificazione a livello collettivo, dove tende sempre  a predominare l’emotività, insomma la "voglia"  sociale  di trovare un capro espiatorio.
La separazione tra opinione pubblica e opinione di massa ha subito una ulteriore accelerazione con l'arrivo di internet e della  conseguente gigantesca  espansione del cosiddetto universo social: una dinamica che  ha elevato la semplificazione  a modello unico di  interazione comunicativa.  Parliamo di un  processo di distruzione della ragion politica che  ha contagiato addirittura  i mass media tradizionali e gli  stessi attori politici.  Sotto questo aspetto il populismo di destra come di sinistra, non è altro  che la certificazione sociologica della vittoria finale dell’opinione di massa  sulla pubblica opinione. Quindi delle idee più stupide, ignoranti e superficiali sulla politica riflessiva.  In breve, stiamo assistendo al  trionfo della democrazia emotiva su qualsiasi tentativo di pacato  ragionamento.
Pertanto che ci si  può aspettare dall’elettore medio del Movimento Cinque Stelle, partito populista per eccellenza,  se  non pesanti insulti? Come dei resto dai suoi militanti e politici? E purtroppo  potrebbe andare sempre peggio…

Carlo Gambescia