lunedì 20 luglio 2015

Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C.P.P.)
L'anno 2015, lunedì 20 luglio, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio ambientale svolta nell'ambito della procedura riservata n. 765/2, autorizzazione COPASIR 8932/3a [Operazione NATO “ASCOLTO FRATERNO” N.d.V.] è stata registrata, in data 18/07/2015, ore 11.32, una conversazione intercorsa S.E. FINZI MATTIA, Presidente del Consiglio dei Ministri, e BERNASCONI SILVANO, ex Presidente del Consiglio. La conversazione si è svolta all’esterno di capanno sito sull’isola di Montecristo (Mar Tirreno), ed è stata registrata a mezzo microfono direzionale posto sul peschereccio “Bella Gina”. A causa della notevole distanza e delle condizioni ambientali avverse, l’audio è incompleto. Si riporta di seguito la trascrizione integrale della conversazione summenzionata:

[omissis]

S.E. FINZI MATTIA: “Bello, qui.”
BERNASCONI SILVANO: “Grazie.”
S.E. FINZI MATTIA: “Sicuro che non lo conosce nessuno, questo posto?”
BERNASCONI SILVANO: “Nessuno. Ci venivo con Dudù, quando non ne potevo più di tutto l’ambaradan…lo sai anche tu com’è.”
S.E. FINZI MATTIA: “Eccome. E Dudù come sta?”
BERNASCONI SILVANO [pausa]: “Mah. Lasciamo perdere. Poi vedi, in cima a queste rocce, con il rumore del vento e delle onde, non ti possono spiare.”
S.E. FINZI MATTIA: “Senti, Silvano…” [pausa]
BERNASCONI SILVANO: “Su, parla liberamente.”
S.E. FINZI MATTIA: “Ho paura, Silvano.”
BERNASCONI SILVANO: “Benvenuto nel club.”
S.E. FINZI MATTIA: “No, dico, hai visto il povero Trippas?”
BERNASCONI SILVANO: “Ho visto sì.”
S.E. FINZI MATTIA: “Mi hanno detto…mi hanno detto che nell’ultima riunione, sai? Diciassette ore? Quando ha calato le braghe? Mi hanno detto che a un certo punto, lo hanno…[registrazione inaudibile]
BERNASCONI SILVANO: “Sul serio?”
S.E. FINZI MATTIA: “Sul serio. E il giorno prima sua moglie, per la strada, un tale la avvicina e le fa…[registrazione inaudibile]
BERNASCONI SILVANO: “Eh.”
S.E. FINZI MATTIA: “Mi serve un consiglio, Silvano. Tu…tu ci sei già passato, in un certo senso…”
BERNASCONI SILVANO: “Togli pure ‘in un certo senso’ “
S.E. FINZI MATTIA: “Insomma, e se viene il mio turno cosa faccio?”
BERNASCONI SILVANO: “Cosa vuoi fare? Niente fai.”
S.E. FINZI MATTIA: “Tutto qui?”
BERNASCONI SILVANO: “Se devi cascare, caschi. L’importante è cadere bene.”
S.E. FINZI MATTIA: “Io non ce li ho, i tuoi soldi.”
BERNASCONI SILVANO: “Non è questo. Devi preparare la tua caduta.”
S.E. FINZI MATTIA: “Cioè?”
BERNASCONI SILVANO: “Se pensi che vogliono farti cadere, devi cominciare a fare degli errori, apposta. Così loro capiscono che non vuoi lo scontro frontale, e male che ti vada perdi il posto, ma tutto finisce lì. Ti ricordi cosa mi ha detto l’Abbronzato?”
S.E. FINZI MATTIA: “ ‘Non cadi, e se cadi cadi in piedi’ “
BERNASCONI SILVANO: “Esatto.”
S.E. FINZI MATTIA: “Sarebbe questo cadere in piedi? Ti hanno condannato, il tuo partito è distrutto…”
BERNASCONI SILVANO: “L’ho distrutto io, facendo accordi con te.”
S.E. FINZI MATTIA: “Sì, ma…”
BERNASCONI SILVANO: “…ma come vedi sono ancora qui. Ci ho rimesso un po’ di soldi, ho passato qualche ora a fare animazione all’ospizio, ma sono ancora qui.”
[lunga pausa]
S.E. FINZI MATTIA: “Io non me l’aspettavo che fosse così.”
BERNASCONI SILVANO: “Cosa?”
S.E. FINZI MATTIA: “La politica. Che fosse così…così…”
BERNASCONI SILVANO: “Così cattiva?”
S.E. FINZI MATTIA: “Sì. [pausa] Figurati che credevo di essere il più bastardo di tutti…”
BERNASCONI SILVANO: “Anch’io.”
[ridono, si danno pacche sulle spalle]
S.E. FINZI MATTIA: “Grazie.”
BERNASCONI SILVANO: “Di niente, figurati.”
S.E. FINZI MATTIA: “No, davvero, grazie.”
BERNASCONI SILVANO: “Tutto sommato non si sta male, sai? Meno responsabilità…vedi le cose in un modo diverso. E poi tu sei giovane…”
S.E. FINZI MATTIA: “Che errore faresti, al posto mio, per mandare un messaggio? Per fargli capire che non cerchi lo scontro?”
BERNASCONI SILVANO: “Dev’essere un errore che non farebbe neanche un bambino. Non so, promettere una cosa talmente impossibile che non ci crede nessuno. Vediamo…”
S.E. FINZI MATTIA: “Le tasse. Prometto di abbassare le tasse.”
BERNASCONI SILVANO: “Buono. Meglio precisare un po’.”
S.E. FINZI MATTIA: “Prometto di abolire l’IMU sulla prima casa.”
[scoppiano a ridere insieme]
BERNASCONI SILVANO: “Sì, però voglio le royalties.”
S.E. FINZI MATTIA: “Come no, per te abolisco l’IMU anche sulle seconde case.”
[ridendo, si allontanano]
Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.

M.o  Osvaldo Spengler


(*) "Trattasi" -   tanto per non cambiare stile,  quello  della  Benemerita...  -   di ricostruzioni che sono  frutto della mia  fantasia di  autore e commediografo.  Qualsiasi riferimento  a fatti o persone  reali  deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)


Chi è il  Maresciallo Osvaldo Spengler?  Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”

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