Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268
C .P.P.)
L'anno 2015, lunedì 20 luglio, in [omissis]
presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo
Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio ambientale svolta
nell'ambito della procedura riservata n. 765/2, autorizzazione COPASIR 8932/3a [Operazione
NATO “ASCOLTO FRATERNO” N.d.V.] è stata registrata, in data 18/07/2015,
ore 11.32, una conversazione intercorsa S.E. FINZI MATTIA, Presidente del
Consiglio dei Ministri, e BERNASCONI SILVANO, ex Presidente del Consiglio. La
conversazione si è svolta all’esterno di capanno sito sull’isola di Montecristo
(Mar Tirreno), ed è stata registrata a mezzo microfono direzionale posto sul
peschereccio “Bella Gina”. A causa della notevole distanza e delle condizioni
ambientali avverse, l’audio è incompleto. Si riporta di seguito la trascrizione
integrale della conversazione summenzionata:
[omissis]
S.E. FINZI MATTIA: “Bello,
qui.”
BERNASCONI SILVANO: “Grazie.”
S.E. FINZI MATTIA: “Sicuro che
non lo conosce nessuno, questo posto?”
BERNASCONI SILVANO: “Nessuno.
Ci venivo con Dudù, quando non ne potevo più di tutto l’ambaradan…lo sai anche
tu com’è.”
S.E. FINZI MATTIA: “Eccome. E
Dudù come sta?”
BERNASCONI SILVANO [pausa]: “Mah. Lasciamo perdere. Poi
vedi, in cima a queste rocce, con il rumore del vento e delle onde, non ti
possono spiare.”
S.E. FINZI MATTIA: “Senti,
Silvano…” [pausa]
BERNASCONI SILVANO: “Su,
parla liberamente.”
S.E. FINZI MATTIA: “Ho paura,
Silvano.”
BERNASCONI SILVANO: “Benvenuto
nel club.”
S.E. FINZI MATTIA: “No, dico,
hai visto il povero Trippas?”
BERNASCONI SILVANO: “Ho visto
sì.”
S.E. FINZI MATTIA: “Mi hanno
detto…mi hanno detto che nell’ultima riunione, sai? Diciassette ore? Quando ha
calato le braghe? Mi hanno detto che a un certo punto, lo hanno…[registrazione inaudibile]
BERNASCONI SILVANO: “Sul
serio?”
S.E. FINZI MATTIA: “Sul
serio. E il giorno prima sua moglie, per la strada, un tale la avvicina e le
fa…[registrazione inaudibile]
BERNASCONI SILVANO: “Eh.”
S.E. FINZI MATTIA: “Mi serve
un consiglio, Silvano. Tu…tu ci sei già passato, in un certo senso…”
BERNASCONI SILVANO: “Togli
pure ‘in un certo senso’ “
S.E. FINZI MATTIA: “Insomma,
e se viene il mio turno cosa faccio?”
BERNASCONI SILVANO: “Cosa
vuoi fare? Niente fai.”
S.E. FINZI MATTIA: “Tutto
qui?”
BERNASCONI SILVANO: “Se devi
cascare, caschi. L’importante è cadere bene.”
S.E. FINZI MATTIA: “Io non ce
li ho, i tuoi soldi.”
BERNASCONI SILVANO: “Non è
questo. Devi preparare la tua caduta.”
S.E. FINZI MATTIA: “Cioè?”
BERNASCONI SILVANO: “Se pensi
che vogliono farti cadere, devi cominciare a fare degli errori, apposta. Così
loro capiscono che non vuoi lo scontro frontale, e male che ti vada perdi il
posto, ma tutto finisce lì. Ti ricordi cosa mi ha detto l’Abbronzato?”
S.E. FINZI MATTIA: “ ‘Non
cadi, e se cadi cadi in piedi’ “
BERNASCONI SILVANO: “Esatto.”
S.E. FINZI MATTIA: “Sarebbe
questo cadere in piedi? Ti hanno condannato, il tuo partito è distrutto…”
BERNASCONI SILVANO: “L’ho
distrutto io, facendo accordi con te.”
S.E. FINZI MATTIA: “Sì, ma…”
BERNASCONI SILVANO: “…ma come
vedi sono ancora qui. Ci ho rimesso un po’ di soldi, ho passato qualche ora a
fare animazione all’ospizio, ma sono ancora qui.”
[lunga pausa]
S.E. FINZI MATTIA: “Io non me
l’aspettavo che fosse così.”
BERNASCONI SILVANO: “Cosa?”
S.E. FINZI MATTIA: “La
politica. Che fosse così…così…”
BERNASCONI SILVANO: “Così
cattiva?”
S.E. FINZI MATTIA: “Sì. [pausa] Figurati che credevo di essere il
più bastardo di tutti…”
BERNASCONI SILVANO:
“Anch’io.”
[ridono, si danno pacche sulle
spalle]
S.E. FINZI MATTIA: “Grazie.”
BERNASCONI SILVANO: “Di
niente, figurati.”
S.E. FINZI MATTIA: “No,
davvero, grazie.”
BERNASCONI SILVANO: “Tutto
sommato non si sta male, sai? Meno responsabilità…vedi le cose in un modo
diverso. E poi tu sei giovane…”
S.E. FINZI MATTIA: “Che
errore faresti, al posto mio, per mandare un messaggio? Per fargli capire che
non cerchi lo scontro?”
BERNASCONI SILVANO:
“Dev’essere un errore che non farebbe neanche un bambino. Non so, promettere
una cosa talmente impossibile che non ci crede nessuno. Vediamo…”
S.E. FINZI MATTIA: “Le tasse.
Prometto di abbassare le tasse.”
BERNASCONI SILVANO: “Buono.
Meglio precisare un po’.”
S.E. FINZI MATTIA: “Prometto
di abolire l’IMU sulla prima casa.”
[scoppiano a ridere insieme]
BERNASCONI SILVANO: “Sì, però
voglio le royalties.”
S.E. FINZI MATTIA: “Come no,
per te abolisco l’IMU anche sulle seconde case.”
[ridendo, si allontanano]
Letto, confermato e
sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.o Osvaldo Spengler
(*) "Trattasi"
- tanto per non cambiare stile, quello della
Benemerita... - di ricostruzioni che sono frutto della
mia fantasia di autore e commediografo. Qualsiasi riferimento
a fatti o persone reali deve ritenersi puramente casuale.
(Roberto Buffagni)
Chi è il
Maresciallo Osvaldo Spengler? Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio
1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz
emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei
Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere
riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato
postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo
conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur
frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al
conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò
recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e
sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui
addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a
obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in
alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile
Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su
“Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima
ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a
chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi
per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose
testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
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