Giornali e cultura di destra
Da Augusto Del Noce all’elogio del
delatore
Giorni
fa leggevamo sul “Tempo” di Roma, l’elogio compiaciuto del giornalista delatore, che aiuta le forze di polizia a battere il terrorismo islamista. In fondo, si tratta della versione questurina, al servizio della Ragion di Stato, che fa da contraltare a quella tramarola e
giudiziaria di certo giornalismo di sinistra, naturalmente, al “servizio della verità” . Come dire: 1 a 1. Che tristezza. Parliamo di un giornale sul quale scriveva Augusto Del
Noce.
Ma
è un po’ tutta la stampa di destra (“Giornale”, “Libero”, “Quotidiano
Nazionale”) che perde colpi, rilanciando - con la bava alla bocca, of course - campagne
razziste e antisinistra, senza mai proporre soluzioni, se non parole d’ordine
tipo “Prima gli Italiani!”, Abbasso i gay, viva la Famiglia !”, “Governo
Ladro!”, eccetera. Un'eccezione - parziale - è rappresentata dal “Foglio” che eleva il tono, talvolta magnificamente,
senza però mutare l’area di tiro. Peccato.
Un quadro desolante. Che facilita l’esclusione, dell’opinionismo di destra dai grandi
dibattiti mediatici, già saldamente nelle mani di navigati orchestratori di
centrosinistra e sinistra. Ovviamente, parliamo di opinionismo serio, non di quello folcloristico, ma non meno
pericoloso, di derivazione leghista e
neo-fascista. Perciò, anche se fossero
ammessi a corte, i nostri intellettuali di destra, non saprebbero cosa dire. Del resto la catastrofe culturale del Pdl è lì a testimoniare un vuoto di idee
purtroppo storico.
Perché
storico? Per una ragione molto
semplice. In Italia, la cultura liberale, pur vantando nobilissime origini, nel secondo dopoguerra, stretta tra cattolici, comunisti e fascisti, non è riuscita a imporsi politicamente, né
culturalmente. Di conseguenza, senza alcuna base autenticamente liberale, la
cultura della destra si è barcamenata fra il tartufismo cattolico e il nullismo neofascista. O ancora peggio, ha sposato
la causa della destra puramente economica. Il che, di riflesso, ha spinto molti liberali a
sinistra (ma questa è un’altra storia).
Il
resto è cronaca…
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Posta un commento