Titolo provocatorio? Fino a un certo punto. Prima però va fatto un passo indietro.
La destra in genere, quella fascista in particolare, ha sempre attaccato i diritti dell’uomo. Per le origini di questo atteggiamento in contrasto con l’umanesimo liberale, si può facilmente risalire al pensiero controrivoluzionario.
De Maistre, il padre della controrivoluzione, tra l’altro un diplomatico, diceva di vedere intorno a sé un francese, un inglese, un russo, non l’uomo, in quanto tale. A onor del vero va ricordato che il nuovo nazionalismo armato, quello di origine girondina, rivoluzionario sconfinante sul piano interno nelle “colonne infernali” giacobine contro la Vandea, non fu meno tenero verso i diritti dell’uomo. Infatti Napoleone, che tutto doveva alla Rivoluzione, porterà in giro per l’Europa i diritti dell’uomo ma sulla punta delle spade e delle baionette francesi.
La reazione romantica, anticipata da Joseph de Maistre e da altri pensatori controrivoluzionari, imperniata sul culto delle radici, dell’identità, della comunità, della tradizione, dopo un secolo di vizi e stravizi contro la ragione, si tradusse inevitabilmente nei fascismi, soprattutto una volta separato il Risorgimento nazionale dalle sue radici liberali.
Si rifletta. Uno dei due sottotitoli del “Popolo d’Italia”, fondato da Mussolini, riportava una frase ripresa dal lessico napoleonico: “La rivoluzione è un’idea che ha trovato delle baionette”. L’altro rinviava al rivoluzionario Auguste Blanqui, di tendenze comuniste e tra i primi a usare il termine dittatura del proletariato: “Chi ha del ferro, ha del pane”. Quindi destra (Napoleone) e sinistra (Auguste Blanqui), per andare oltre , a parole ovviamente, contro la destra e sinistra. Et voilà il fascismo.
Proprio a questo pensavamo ieri, a proposito dalla Lettera congiunta di Italia e Danimarca, indirizzata all’ Ue, per aprire un dibattito a livello europeo sul futuro delle convenzioni internazionali in materia di migrazione. Annunciata durante l’incontro romano tra Giorgia Meloni e Mette Frederiksen. E sottoscritta da paesi più o meno di orientamento sovranista: Austria, Repubblica Ceca, , Lituania, Estonia, Lettonia, Polonia, Belgio e, oltre che Italia e Danimarca.
In realtà è un vero e proprio attacco alla Corte Europea dei diritti dell’uomo ( CEDU) e ai diritti dell’uomo. Che poi l’appello sia portato avanti da una donna di sinistra, la socialdemocratica Frederikesen, e da una di destra, con radici fasciste, la Meloni, è una chiara prova della classica saldatura destra-sinistra che ci riporta proprio agli anni dell’ascesa dei fascismi. Mai dimenticare, che Bombacci, fucilato a Salò, amico di Mussolini, fu tra i fondatori del partito comunista nel 1921. Lo stesso duce, cosa notissima, aveva un passato socialista e di direttore dell’ “Avanti!”. Ma non furono i soli: nel primo dopoguerra vi fu un vero e proprio travaso dal socialismo al fascismo. Tutti nemici giurati dell’Italia liberale.
Cosa vogliano dire? Che Mette Frederiksen è la classica socialista che dice cose di destra (*). Rossobruna? Forse al momento no. Però, come altrove in Europa, a cominciare dalla tedesca Sahra Wagenknecht, ex Die Linke, ci si muove verso questa orribile direzione.
La Frederiksen potrebbe tramutarsi nel Bombacci della situazione. Musica per le orecchie di Giorgia Meloni, che non ha mai dimenticato la lezione mussoliniana: necessità pratica di una foglia di fico socialista, da vendere però, soprattutto ai militanti, in chiave ideale, dell’ “andare oltre la destra e la sinistra”, dicendo cose di destra e di sinistra, astutamente mescolate insieme.
Del resto nella Lettera l’ attacco ai diritti dell’uomo, tipicamente fascista, oltre che nel senso di una componente acquisita di sinistra, è più che evidente. Basta leggere.
“[Riteniamo che] la Corte europea dei diritti dell’uomo abbia sviluppato la sua interpretazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. È [perciò] importante valutare se, in alcuni casi, la Corte abbia esteso eccessivamente la portata della Convenzione rispetto alle intenzioni originarie, alterando così l’equilibrio tra gli interessi da tutelare. Riteniamo che l’evoluzione dell’interpretazione della Corte abbia, in alcuni casi, limitato la nostra capacità di prendere decisioni politiche nelle nostre democrazie. E, di conseguenza, abbia influenzato il modo in cui noi, in qualità di leader, possiamo proteggere le nostre società democratiche e le nostre popolazioni dalle sfide che ci troviamo ad affrontare nel mondo di oggi. Abbiamo assistito, ad esempio, a casi riguardanti l’espulsione di cittadini stranieri criminali in cui l’interpretazione della Convenzione ha portato alla protezione delle persone sbagliate e ha posto troppe limitazioni alla capacità degli Stati di decidere chi espellere dai loro territori. A nostro avviso, la sicurezza delle vittime e della stragrande maggioranza dei cittadini rispettosi della legge è un diritto cruciale e decisivo. E, come regola generale, dovrebbe avere la precedenza su altre considerazioni” (**).
Si oppongono ai diritti dell’uomo i diritti dello stato; alla decisione del magistrato la decisione politica; alle convenzioni internazionali la sovranità nazionale; al migrante, come essere umano, la “stragrande maggioranza dei cittadini”. Succo finale: lo stato è tutto, la nazione pure, l’individuo nulla.
Se non è fascismo questo, poco ci manca. Il che significa che allo stato delle cose, piaccia o meno, il Fascismo 2.0 passa da Roma.
Una notazione conclusiva, di costume e di politica. Già immaginiamo la signora Frederiksen, con il cellulare che squilla a vuoto tra le mani, nel tentativo — dopo l’invasione militare americana della Groenlandia — di contattare l’“amica” Giorgia Meloni. Invano, s’intende.
Carlo Gambescia
(*) Per un suo profilo si veda qui: https://www.theguardian.com/world/2019/may/11/denmark-election-matte-frederiksen-leftwing-immigration .
(**) Qui: https://www.agi.it/politica/news/2025-05-22/migranti-lettera-italia-e-8-paesi-aprire-dibattito-su-cedu-31534513/ ; https://www.governo.it/it/articolo/incontro-con-il-primo-ministro-del-regno-di-danimarca/28780 .
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