venerdì 31 marzo 2023

Gas, il mercato funziona, però meglio tacere…

 


È una questione di mentalità. Assai difficile da contrastare.

Di che parliamo? Il prezzo del gas all’ingrosso scende. Non proprio ai livelli pre invasione russa dell’Ucraina ma scende in modo consistente (*), eppure i mass media glissano. I pochi che entrano nel merito, nemmeno accennano all’ennesima riprova del buon funzionamento della legge della domanda e dell’offerta. Fischiettano e fanno i vaghi,  a partire dai tagli bassi di prima pagina, che quasi non si vedono, con catenacci impalpabili (**): “ Ha smesso di piovere? Boh…”.

In realtà, la caduta dei prezzi, non è merito dell’inverno mite, degli stoccaggi governativi, delle politiche pubbliche di risparmio, eccetera, eccetera, ma di una cosa, molto semplice, che si chiama, a prescindere dalle cause congiunturali appena elencate, calo della domanda, al quale corrisponde inevitabilmente, il calo dei prezzi.

Il cavallo consumatore, se l’acqua costa troppo, non beve. Mica è stupido. Ovviamente, esistono anche politiche, diciamo artificiose, di riduzione dell’offerta: meno acqua al cavallo. Che tuttavia, confermano il calo della domanda, diciamo lo seguono, e finiscono per infierire, sui livelli produttivi, l’ancora dell’offerta, e di conseguenza, sui profitti dei produttori. Che, alla fine, se vogliono sopravvivere – si pensi ai costi fissi (soprattutto nel settore energetico) – non possono non arrendersi all’andamento ribassista del mercato. E “tac”… il prezzo scende e la domanda risale, senza dover più ricorrere a nessun artificio in termini di offerta. E così via.

Quando la Russia invase l’Ucraina siamo stati tra i pochi osservatori ad asserire che il principale nemico di Mosca era rappresentato  non dalle  sanzioni ma dalla legge della domanda e dell’offerta. E così è stato. La Russia rischia di morire soffocata dal suo stesso gas invenduto.

Perché non ammettere, con sano realismo, che gli spiriti animali del mercato si vendicano sempre? Basta saper attendere, senza agitarsi.

E invece no. Il prezzo del gas si è abbassato ma non l’inflazione, almeno per ora. Il che dipende dalle politiche welfariste di sostegno della domanda energetica, che in particolare consistono in bonus ai consumatori, bonus che fanno lievitare l’inflazione, alzando verso l’alto l’asticella del riequilibrio tra domanda e offerta. Detto altrimenti: si pompa aria nel pallone economia, a rischio di farlo esplodere in termini di inflazione galoppante.

In definitiva, si tratta di un circuito economico fittizio: il sostegno welfarista alla domanda via bonus rinvia al sostegno all’offerta via tagli produttivi, da parte delle imprese, ai quali si tenta di ovviare, da parte dello stato, con un mix di bonus o plus  finanziari  e  minus fiscali. Sono interventi di natura artificiosa che interferiscono con la naturalezza della legge della domanda e dell’offerta. 

Si crea una specie di universo parallelo, artefatto, ma con conseguenze reali (la prima è l’inflazione), la cui filosofia di fondo – filosofia che anima lo stato spendaccione, le imprese drogate e i consumatori viziati – è sempre la stessa: la mano visibile che pretende di saperne di più della mano invisibile. Che invece, come detto, anche nel caso del gas, nonostante tutto, sta facendo il suo corso.

Insomma, il prezzo del gas scende ed è tutto merito del mercato. Però guai a parlarne.

Purtroppo, come dicevamo, è una questione di mentalità. Statalista.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.agi.it/economia/news/2023-03-30/bollette_luce_calo_energia_aprile-20749931/ .

(**) Si faccia un “giro” qui: https://www.giornalone.it/ .

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