mercoledì 1 marzo 2023

Migranti e "rischio sociale"

 


Si legga prima questa dichiarazione di quel “pozzo di scienza” del ministro Lollobrigida:

“Più partenze corrispondono a più morti, questo è il dato assoluto. Quindi quello che va fermato sono le partenze per fermare i morti”., ha aggiunto il ministro . “L’Italia ha fatto tutto quello che poteva fare, e lo dicono i numeri. Abbiamo accolto più migranti di ogni altro, ma ora porsi è necessario porsi il problema a livello europeo, Non è possibile che una sola nazione si faccia carico del problema”, ha spiegato Lollobrigida ribadendo: “L’immigrazione illegale è nemica dell’immigrazione legale, noi non siamo contro la migrazione siamo contro l’illegalità” (*).

Una prima notazione è che questa dichiarazione andrebbe inserita, se esistesse ( chissà forse qualche editore ci darà una mano) in un’ antologia sulle varie tipologie di razzismo. Non è necessario, linciare le persone di colore o comunque diverse da noi, basta considerarle un rischio sociale, perché subito scatti la necessità di regolamentare, obbligare, permettere e vietare, Ed è questo l’approccio del ministro Lollobrigida. Diciamo razzismo legalitario, “lastricato” di buone intenzioni, anche verso i migranti…

Cosa dice infatti? 1) Più partenze, più morti; 2) Che l’Italia ha accolto più migranti di tutti gli altri paesi europei, e che quindi ha la coscienza a posto; 3) che esiste un’immigrazione legale e una illegale.

L’errore di Lollobrigida è di altri statalisti, anche a sinistra, è quello di distinguere tra immigrazione legale e illegale. Si rifletta. Legale e illegale rispetto a che cosa? A norme fissate dallo stato italiano. E per evitare che cosa? Che entrino in Italia migranti con cattive intenzioni. E che quindi possono rappresentare un rischio per i cittadini italiani. Insomma Lollobrigida dà per scontato, quindi in chiave presuntiva, che il migrante venga in Italia per delinquere. E che quindi sia un rischio a prescindere. Di qui il classico atteggiamento politico del sorvegliare e punire.

Le altre due asserzioni ( “più partenze, più morti”; “noi ne abbiamo accolti più degli altri”) discendono direttamente dalla considerazione di fondo del migrante come rischio sociale. Il divieto, provoca, per capirsi il triste contrabbando di uomini, donne e bambini, ma anche le “benemerenze” statistiche (inventate o meno) come volgare risorsa da impiegare nella lotta politica.

Riassumendo: se il migrante non venisse considerato un rischio, non vi sarebbe nessuna legislazione in materia, e di conseguenza né contrabbando di corpi, né scaricabarile statistico. E di conseguenza un personaggio come Lollobrigida, che di professione sembra sia avvocato, si occuperebbe di cause condominiali.

Certo, si può sostenere che un rischio sia sempre un rischio, e che perciò le istituzioni pubbliche debbano intervenire, per tutelare i cittadini, eccetera, eccetera.

Ricordiamo però ai lettori che, a prescindere dalle intenzioni buone o cattive degli uomini, una volta ricondotto un soggetto sociale nell’alveo della categoria del rischio, si imprigionano, all’interno di una logica politica securitaria – una autentica gabbia – sia il soggetto a rischio, sia i soggetti tutelati dal rischio. E purtroppo la tendenza sociale e politica dei nostri tempi è proprio questa: di pretendere di difendere il cittadino da ogni tipo rischio. Si chiama anche logica welfarista.

Attenzione però, da cosa ci difende? Da quel che viene ritenuto tale a prescindere dai suoi contenuti reali. Si ricordi la legge di Thomas: “Se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze”. E qui si rifletta sui gravissimi costi sociali ed economici dell’approccio securitario all’epidemia, pardon pandemia, di Covid, inquadrata “in automatico” come problema di ordine pubblico e di sicurezza sociale (**). Per non parlare delle costitutive e tiranniche disfunzioni sociali che caratterizzano prepotenti e costose burocrazie pubbliche, preposte sulla carta alla tutela dei cittadini.

Pertanto tutta questa impalcatura politica montata intorno al migrante legale e illegale è fondata su una determinata percezione ideologica della realtà. Cioè su una “rappresentazione” della realtà. Un atteggiamento condiviso anche dalla sinistra, che restando all’interno dello stesso quadro percettivo, si appella, anche giustamente, ai principi umanitari: per capirsi, il migrante è un rischio, ma va comunque accettato per supreme ragioni di moralità eccetera, eccetera. Che purtroppo non sono avvertite da tutti, e in particolare da un cittadino sotto stress e affamato di sicurezza, cioè di esclusione istituzionalizzata del rischio. Una missione umanamente impossibile se non al costoso  prezzo di ingabbiare i migranti e incattivire i cittadini, e comunque sia di ridurre, per tutti, la sfera pratica delle libertà

In realtà, per fuoriuscire dal quadro cognitivo securitario, la vera risposta è di considerare il migrante non come un rischio ma come un’opportunità economica: in primo luogo per il migrante stesso, in secondo luogo per società che lo accoglie. Dopo di che, come scrivevamo ieri (***), saranno le leggi della domanda e dell’offerta a decidere del suo inserimento sociale. Probabilmente se proprio esiste un rischio, si lasci che a decidere non siano alcuni uomini in base a ideologie politiche razziste o umanitarie, ma le neutrali leggi di mercato.

Ovviamente, come notavamo ieri, sono processi di socializzazione economica che impongono aggiustamenti.Quindi le tessere del mosaico sociale non vanno subito al loro posto. Serve tempo. Non è uno scherzo.

In realtà, la vera civiltà è distinta dalla prudenza, dalla pazienza, dalla perseveranza. E cosa più importante dal realismo. Cioè dalla capacità di capire che le intenzioni umane, soprattutto se politiche, buone o cattive che siano, determinano conseguenze, spesso di segno contrario. Quindi, a proposito di migranti, meno politica:  l’unica soluzione adeguata è quella di lasciar fare, lasciar passare.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/02/28/nuove-norme-sui-migranti-500mila-richieste-dingresso_6788e8ff-1317-461d-99e3-bf1a64158f37.html .

(**) Sul punto si veda il nostro Metapolitica del Coronavirus :https://www.ibs.it/metapolitica-del-coronavirus-diario-pubblico-libro-carlo-gambescia/e/9788876068287 .

(**) Qui: https://cargambesciametapolitics.altervista.org/la-tragedia-di-crotone-e-i-suoi-usi-politici/ .

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