lunedì 25 giugno 2018

Salvini vince e  i liberali  giocano con le figurine…





A che serve studiare  scienze politiche e sociali? A che serve la  speranza, quando e se corroborata da prove scientifiche,  di poter prevedere, prevenire, evitare  gravi errori politici?     
A questo pensavo, a proposito di Salvini,  che,  dinanzi a una vittoria elettorale, che chiunque studi politica, seriamente, non può che deprecare, ha dichiarato “che più la sinistra ci insulta più vinciamo”. Come dire,  “Preparatevi italiani, che ne vedrete delle belle”.   Diciamo brutte: aumento della conflittualità intraeuropea, isolazionismo crescente, dissoluzione dell’Unione Europea, razzismo diffuso,  spesa pubblica alle stelle, catastrofica uscita dall’Euro,  assalti ai conti correnti, chiusure delle banche, fughe di capitali, crisi di  liquidità, disoccupazione,  ritorno al baratto, crollo dell’ordine pubblico, bande armate di cittadini che si autodifendono  e confliggono per le residue risorse, guerra civile,  spezzettamento dell’Italia come  in Libia, con capi militari che si contendono il potere… 
Esageriamo? Ovviamente, non sono eventi  che possono susseguirsi  nei ristretti tempi di  una settimana. Richiedono tempo, forse qualche anno.    
Le premesse però ci sono tutte:  si pensi all’atteggiamento bellicoso verso l’Ue, verso l’economia di mercato, all’odio per il denaro e il lavoro,  all’invito a comprare armi per autodifendersi,  alle proposte di censimento etnico  e alla grande disumanità  verso i pochi  immigrati che nell’ ultimo mese hanno tentato di attraversare il Mediterraneo.
Sono tutti sintomi piuttosto seri, aggravati  dalla  crescente  stupidità di un  elettore (non c’è altra parola  migliore),  ridotto a una specie talpa  impaurita.  La  gente  comune sembra ormai essere  prigioniera  di una falsa rappresentazione della situazione italiana. Insomma,   siamo tra i dieci paesi più  ricchi del mondo. Il nostro tenore di  vita è invidiato ovunque. E  un coglione (pardon), senza arte né parte, va in Europa a parlare delle povertà italiane… E tutti gli italiani, lì ad applaudire e  piangersi addosso.
Pertanto le scienze politiche e sociali servono. Altroché. Magari hanno pochi allievi.  Perché dicono sempre la verità. Anche quelle sgradevoli, come in questo caso: dove le scienze spiegano che la democrazia, quando  esce dal seminato del liberalismo, non tanto dando la parola al cretino (siamo in democrazia),  quanto   sopravvalutandola ( anche per colpa dell’irresponsabilità mediatica), accantona  il filtro meritocratico liberale. In questo modo viene  cancellata  qualsiasi  distinzione politica tra ciò che è possibile e ciò che è impossibile. Si perde quel che si  chiama  senso della realtà.    
Una qualità  che credo manchi a Corrado Ocone, filosofo liberale, il quale,  invece di rispondere a una mia lettera pubblica, continua a  giocare  sulla sua pagina Fb con  le figurine del pensiero liberale.  Il momento è gravissimo, i  cretini, cretini pericolosi, macinano voti e minacciano sfracelli,  e i liberali, anche quelli non banali come Ocone,  scambiano  quattro figurine di  Cavour contro una di Tocqueville.
Accadde già  una volta,  nel 1922-1926,  e i liberali non ne uscirono bene.   Ora, si potrebbe rimediare. O comunque tentare.     E invece…. Per dirla fuori dai denti,  Pacciardi e  Sogno, liberali "destri", come si professa Ocone,  si  rivolteranno nella  tomba...  
Un lettore, giorni fa,  commentando, un  mio articolo  ripreso da Alessandro Litta Modignani, ironicamente mi chiedeva: “ Se i cretini di massa, fossero una reazione agli imbecilli d’élite?”. Giusto.

Carlo Gambescia