giovedì 14 giugno 2018

Francia e stadio della Roma
Italia, un totale di tre pizze




Continuiamo a farci del male. 
Lezione numero uno. Ieri (e nei prossimi giorni),  con la  Francia, che invece di fascismo se ne intende, come di immigrati, perché ne ha il triplo di noi, e pure  di  terrorismo: visto che ha subito più di tutti gli altri paesi europei… 
Dovremmo ascoltarlo il cugino francese.  Non si vuole capire  che le dure  critiche  di Macron non sono dirette all’Italia-Paese, ma all’Italia-Governo. Fascio-leghista-stellato. La Francia politica, liberale e democratica,  ha capito molto prima di noi nelle mani di chi siamo finiti. E il grido di allarme del Presidente francese dovrebbe essere preso  in considerazione. Ma ormai in Italia  comanda Salvini, che dopo aver scalatola Lega, sta scalando Cinque Stelle. E chissà dove arriverà. La nostra destraccia, dopo tante mezze calzette, ha trovato un leader. Un uomo molto pericoloso. Ricordiamo, che dopo l'eccidio nel ristorante di Dacca, perpetrato da terroristi islamisti, l'Italia non convocò l'ambasciatore del Bangladesh. E invece, ora, in preda a febbre nazionalista, si convoca quello francese...  Ormai, con Salvini, il senso della misura è un miraggio.  Ma gli italiani ora lo adorano.  E al cuore non si comanda. Il nazionalismo ha sempre portato male all’Italia. Non finirà bene. Anche questa volta.
Lezione numero due, che poi è il nostro argomento di oggi. Questa mattina sulle prime pagine dei giornali campeggia lo scandalo su Cinque Stelle e il nuovo stadio della Roma.  Tre  le tesi avanzate dai media, che però non colgono  nel segno.  La prima, è quella dell’ammazza ammazza è tutta una razza (come si dice a Roma), la seconda è che la cosa è capitata anche ai pentastellati, e che quindi, “se non hanno resistito neppure ‘Loro’ ”, come si legge,  “allora servono regole ancora più dure”: quindi giustizialismo a gogò.  La terza è quella del complotto antigrillino. E non merita commenti.
Comunque sia, nessuna delle tre individua il vero punto della questione. Quale?  Che in Italia, ma anche altrove, la corruzione cresce nelle intersezioni tra pubblico e privato: dove con la mazzetta il privato  cerca di eludere il controllo pubblico. Esistono studi empirici che attestano questo fenomeno.  E che provano che quanto più si legifera e introducono controlli di legge,  tanto più aumentano  corruzione e  concussione. 
Quindi il vero punto  della questione, non è arrestare tutti, oppure, nel caso dell’edilizia,  non costruire più nulla.  È invece quello di delegificare. Ma non solo:  a questo ci arrivano anche i Cinque Stelle.  Vanno soprattutto  ridotti  i controlli,  che oggi  sulla base di leggi incomprensibili,  vessatorie, spesso inapplicabili, colpiscono imprese e lavoro.  Il protezionismo giuridico ammazza l’economia libera.
Certo, quel che proponiamo si chiama anche, volgarmente, chiudere un occhio.  Almeno, in attesa di una rivoluzione liberale  fondata sull’applicazione del  principio del  laissez faire,  laissez passer.
Dal momento che  l’obiettivo finale deve essere  quello  di lasciare che i privati  abbiamo i più ampi margini possibili di libertà economica. La sfera pubblico-privato deve assottigliarsi fino a sparire dalla parte del pubblico.   Si dirà, e se poi lo stadio crolla? Ci sono le leggi penali.  Quindi controlli ex post. Basta con i controlli ex ante, terreno di  corruzione  e concussione. 
Per metterla sul filosofico: il mondo è imperfetto, la libertà rara,  quindi affinché essa possa circolare, come aria pura e tonificante, nei polmoni della vita sociale ed economica,  è necessario mettere in conto il rischio che qualcuno si sacrifichi.  Per il bene di tutti gli  altri. Ogni società ha i suoi rischi-base.  E quelli del modello statolatrico sono  i peggiori. Insomma,  Mercato  2 - Stato 1. Si chiama anche scelta del male minore.
Lo stadio della Roma,  di questo passo,  non verrà mai costruito. Quanta ricchezza prodotta in meno? Quanti posti di lavoro perduti? Quanta intelligenza e quanta creatività sprecate?   
Concludendo, nazionalismo, protezionismo giuridico,  giustizialismo rischiano di uccidere l’Italia. Ma non si dice. Anzi non si deve dire.   E il profeta di turno,  questa volta,  potrebbe essere Salvini. L’uomo è pericoloso. Ripetiamo.  Di più,  gli italiani che lo applaudono. E che poi giulivi vanno in pizzeria...   Sì, l'Italia?  Un totale di tre pizze.

Carlo Gambescia