domenica 24 giugno 2018

Diego Fusaro,  un cretino che piace



Un lettore  mi  ha chiesto un giudizio  su Diego Fusaro,  “incoronato” da  “Le  Figaro”  come  consigliere informale di Salvini e Di Maio (*).  
Gli ho risposto, parafrasando il giudizio di Croce sulla decadenza italiana nel Seicento ("decadenza che si abbracciava ad altra decadenza", quella spagnola),  magari in modo meno elegante: un cretino che abbraccia altri due cretini…
L’intervista  del “giovane filosofo” è emblematica. Di che cosa?  Della  grave situazione politica  e culturale che sta attraversando un’ Europa  (con l’Italia in prima linea) a rischio populista. Le ragioni dell’esemplarità  sono almeno due.   
La prima è che Fusaro  (peccato,  sia solo una testimonianza orale di una persona scomparsa,  mi si creda però, ne va del mio onore)  è  “ per ora, un pappagallino, forse crescerà,  forse no, chissà…”.    Diciamo che è rimasto un pappagallo.  Che parla a vanvera, di cose che non conosce, o conosce appena, o fa finta di conoscere. E ripete, ripete, ripete....  E chi parla a vanvera è un cretino, dal momento che la stupidità dei  discorsi di Fusaro, sconfina nell’assurdo. Perché, parliamo di assurdità
Si prenda, come esempio, il seguente passaggio  dell’intervista.

"Sì, assolutamente. Nel nostro tempo, quello del capitalismo finanziario, la vecchia dicotomia destra-sinistra è stata sostituita dalla nuova dicotomia alto-basso, padrone-schiavo (Hegel). Sopra, il padrone ha il suo posto, vuole un mercato più deregolamentato, più globalizzazione, più liberalizzazione. Sotto, il servo "nazionalsocialista" (Gramsci) vuole meno commercio libero e più stato nazionale, meno globalizzazione e difesa dei salari, meno Unione Europea e più stabilità esistenziale e professionale. Il 4 marzo in Italia non è stata la vittoria della destra, né della sinistra: il basso vince, il servo. Ed è rappresentato dal M5S e dalla Lega, le parti che il padrone globale e i suoi intellettuali diffamano come "populisti", vale a dire i vicini del popolo e non l'aristocrazia finanziaria (Marx). Se sono populisti, bisogna dire che le parti del padrone sono decisamente demofobe, odiano la gente".

Assurdo è ciò che è  contrario a ogni evidenza logica (e filologica, benché  il terreno filologico sia accidentato, ci si pesca quel che si vuole: Cacciari, purtroppo docet). E assurdo è  l’uso che Fusaro fa di pensatori come Hegel, Gramsci e Marx.  Ne dà un’ interpretazione talmente elementare, da bignamino,   che  l’indeterminatezza regna sovrana.  E ciò che è indeterminato resta né vero nel falso. Esiste dio? Chi lo sa? Se uno ci crede, eccetera, eccetera. Se uno non ci crede eccetera, eccetera.  Detto in breve, ciò che è indeterminato  è  fuori di ogni evidenza logica.  Tradotto:  Hegel, Gramsci e Marx, secondo Fusaro.  Esiste il dio Fusaro? Sì, allora eccetera, eccetera…  Non esiste, allora, eccetera, eccetera.  Atti fede. Di primo livello, nella divinità Fusaro, come pensatore, e di secondo livello, in quella di Hegel Gramsci e Marx (secondo, ovviamente,  il divinpensiero del "giovane filosofo").  
La seconda cosa,  è che, se le cose stanno così, nel senso che più si dicono cose assurde più si è “influenti” (come si legge nell’intervista),  Fusaro parla però  lo stesso confuso e feroce  linguaggio della  Guerra Civile Europea (leggersi Nolte sull’incandescente dialettica politico-mediatica degli anni Venti del Novecento). I contenuti del  discorso pubblico  di Fusaro sono  pre-fascisti e pre-nazisti (né destra né sinistra, nazionalismo, statolatrismo, anticapitalismo, antiamericanismo) e comunque sia, come per ogni buon demagogo, Fusaro non nasconde simpatie per le forme di governo autoritarie, come si legge qui.

"Sì, Salvini e Di Maio stanno guardando alla Russia. E questa è una buona cosa. La Russia di Putin è ora l'unica resistenza contro l'imperialismo del dollaro, cioè contro l'americanizzazione del mondo, conosciuta anche come globalizzazione. È meglio avere un mondo multipolare, come diciamo in questi giorni, invece dell'incubo della "monarchia universale" (Kant), vale a dire di un singolo potere che invade il mondo intero. L'Italia dovrebbe emergere dalla NATO, liberarsi dalle oltre 100 basi militari statunitensi e cercare di riguadagnare la propria sovranità monetaria, culturale ed economica, aprendosi alla Russia e agli stati non allineati".

Naturalmente, poiché siamo davanti ad assunti di tipo indeterminato, Fusaro,  quando si deve difendere,  gioca la carta dell’obscurum per obscurius, come ad esempio qui.

“Assolutamente. Non bisognava correre rischi. L'Italia, come tutti i paesi europei, vive sotto una perenne dittatura finanziaria dei mercati. Ovvero un totalitarismo glamour, il totalitarismo del mercato capitalista. I mercati chiedono, i mercati sono nervosi: sono divinità che decidono dall'alto […]”.

Ora, resta da capire come si può  definire un sistema sociale, fondato sulla libertà individuale, anche economica, di mercato,  totalitario…  Detto altrimenti:  per Fusaro -  ammesso e non concesso che, in teoria,  la dittatura politica sia uguale a quella dei mercati -  non c’è alcuna differenza, neppure di fatto,   tra le schutzstaffel  e  gli  assicuratori.  
Risulta evidente l’enorme stupidità di una impostazione del genere, per giunta nobilitata scomodando le figure  di Hegel, Marx e Gramsci, ovviamente liberamente  reinterpretate, secondo una retorica dell’indeterminatezza. Non per questo  meno scevra da una intransigenza, per chiamare le cose con il loro nome, degna del Mein Kampf
Ora, che un intellettuale, mediocre e fazioso, come Fusaro, sia visto, a torto o ragione, all’estero,  come “influente”, al punto, come si legge,   di dettare la linea ideologica a Salvini e Di Maio è abbastanza grave. Ma all’estero si possono anche sbagliare, talvolta fuori d’Italia, nelle redazioni, in fondo come da noi (tutto il mondo è paese),  si  orecchia, per lavorare di meno, eccetera, eccetera.  
Inoltre, che Salvini e Di Maio, non smentiscano  è altrettanto grave.  Ma si tratta di due cretini. Infine, risulta però più grave, di ogni cosa, che un cretino  come Fusaro, cretino pericoloso, attenzione,  faccia opinione in Italia. Potenza dei mass media? Soprattutto televisivi, che, sconsideratamente,  lo invitano?  Può darsi.  Ma le tv  ragionano in termini di ascolti.  Diciamo quindi che è un cretino che piace a una massa di cretini. Poveri noi.    

Carlo Gambescia